«Vaffa» di Vendola a Gasparri - L'ex ministro: querelo

«L'incidente linguistico» in diretta tv a Ballarò


ROMA – Finisce con il ricorso alle carte bollate lo scontro tv a Ballarò tra il capogruppo Pdl al senato, Maurizio Gasparri, e il governatore della Puglia, Nichi Vendola, di Sinistra e libertà, che si era lasciato andare a un 'vaff...' finale. «Vendola – afferma Gasparri – ha usato nei miei confronti parolacce e turpiloqui. Avevo deciso di non replicare. Non l’ho fatto durante la trasmissione, nè intendevo farlo dopo, essendo evidente lo stato miserevole del personaggio. Ma vedo che, gonfio e tronfio, torna sull'argomento. Per le espressioni ingiuriose che ha usato nei miei confronti, commentando il fatto di martedì sera, ho deciso di querelarlo».

Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del PdL, ci ha ripensato quindi e se ieri sera aveva deciso di non replicare al presidente della Regione Puglia, questa mattina ha invece deciso di procedere con una querela contro Nichi Vendola a querela «per le espressioni ingiuriose che ha usato nei miei confronti».

Per il resto, Gasparri ha confermato le sue accuse all’assessore alla Sanità della giunta Vendola, Alberto Tedesco «indagato per corruzione, abuso d’ufficio, voto di scambio ed associazione per delinquere; che per lui, essendo il primo dei non eletti nella lista del Pd, si prepara un seggio al Senato con la candidatura alle europee del senatore De Castro; che la gestione di Vendola della Puglia è fallimentare con un buco nella Sanità di circa 600.000.000 di euro che ha cercato di coprire varando nuove tasse su Irap, Irpef, benzina e gas».

«Aggiungo – ha proseguito Gasparri – che Vendola deve trovarsi in uno stato di totale disperazione, essendo stato sonoramente sconfitto al congresso del suo partito ed estromesso dallo stesso. Tornerò ad esprimergli la mia commiserazione la sera del 7 giugno quando la sua lista alle europee, per pubblicizzare la quale offende chiunque, non raggiungerà il 4%».

VENDOLA: E' STATO UN MOTO DI STIZZA. GASPARRI MI RICORDA GLI URLATORI ANNI '60

«Capisco che Gasparri difenda con le parole utilizzate come corpo contundente il proprio ruolo di maggiordomo e che debba essere aggressivo, ma ci stava una reazione di stizza». Così il governatore della Regione Puglia Nichi Vendola risponde a Cagliari alle domande dei giornalisti sulla lite con il capogruppo del Pdl alla Camera, Maurizio Gasparri, ieri sera una diretta tv a Ballarò sul caso Mills.
«Questo signore, il cui stile è noto, che manovra le parole con la stessa cultura con cui da giovane manovrava altri strumenti – ha aggiunto Vendola – cerca di inibire il dibattito e l’approfondimento. Viene in una puntata in cui c'è sullo sfondo uno scandalo straordinario, come il caso Mills, tirando fuori una vicenda che dice tutt'altro». Il riferimento è alle dimissioni, per un’inchiesta giudiziaria, dell’assessore alla Sanità della Puglia Alberto Tedesco, tirate in ballo da Gasparri e per questo mandato a quel paese da Vendola.

«Un’ora dopo l’indiscrezione giornalistica – ha spiegato il governatore – il mio assessore si è dimesso ed è voluto andare davanti ai giudici in prima persona senza coinvolgere l'istituzione e rispettando l’autorità giudiziaria. Mentre c'è un ministro, Fitto, espressione della Puglia, che ha avuto una richiesta di arresto e ha in corso delle indagini pesantissime il quale non solo non si è dimesso, ma ha chiesto al collega Alfano di mandare ispettori alla procura di Bari, che è la stessa che indaga sul mio assessore».

D'altro canto, continua Vendola: «Il furore e la veemenza di ugola con cui l’on. Gasparri annuncia azioni legali contro il sottoscritto mi riportano indietro agli anni '60, l’epoca degli urlatori re dei juke-box. Ma al posto dei tuxedo, si veste di una doppia morale: una per i padroni come il suo, che difende a spada tratta, l’altra per tutti quelli che possono essere esentati da ogni forma di garantismo».

«Sulla questione della nostra spesa sanitaria, citata da Gasparri a squarciagola, ricordo solo che la Puglia – aggiunge Vendola – è la regione con i conti più in ordine di tutta l'Italia Meridionale, dove l’abolizione dei ticket per le fasce deboli ha alleggerito il carico fiscale complessivo in loro favore».

«Certamente – continua – ci sono criticità, determinate dalla sottostima del fabbisogno sanitario non solo per la Puglia ma per tutto il Sud, che continua a essere penalizzata insieme alle altre regioni meridionali. Tuttavia in questo quadro la Puglia evidenzia un debito per abitante di 214 euro, il più basso tra le regioni meridionali e più basso anche di qualche regione del centro-nord».
«Com'è noto il debito più alto è quello della Regione Lazio con 1.611 euro per abitante. Cifre ufficiali del ministero». «Nel 2008 infine la Puglia – conclude Vendola – ha superato le verifiche del ministero delle Finanze e dell’Economia, anche grazie allo sforzo sostenuto dai cittadini per coprire con il proprio contributo la spesa indirizzata a servizi insopprimibili per la salute di tutti i pugliesi».

Fonte: Gazzetta del mezzogiorno, 20.5.2009