Chi non ha letto {e capito} le leggi razziali.
Il consorte dell'attrice Claudia Cardinale ha fatto una delle sue uscite da "processo del lunedì", solo che questa volta anzichè preoccuparsi delle presunte corna altrui, immaginate sul capo degli arbitri, si è avventurato in giudizi "storico-politici" su una delle pagine più scabrose della storia Patria. Pagina scritta, come è noto, dalla dittatura Fascista sul finire degli anni trenta, e costituita, sotto la suprema e "sapiente" regia di Benito Mussolini, da "Manifesti della Razza", campagne antiebraiche a mezzo stampa.....eccetera, a contorno delle infami leggi razziali del 1938, così come poi via via perfezionate ed applicate (e con le loro più tarde conseguenze).
Il marito della signora Cardinale sostiene che coloro che tanto puntano l'indice contro la legislazione antisemita del Fascismo, non hanno, evidentemente, mai provveduto a leggerla,giacchè la medesima non sarebbe stata affatto persecutoria....e neppure propriamente antisemita.
Se il marito di Claudia Cardinale per "persecutorio" intende l'attuazione in forza di legge di misure violente tese a sterminare gli ebrei....beh...ha persino...banalmente ragione. Ma purtoppo per lui questo modo di intendere la persecuzione è semplicemente disonesto e falso, e c'è da dubitare che questo signore, in effetti, abbia davvero letto i magnifici saggi di persecuzione antisemita prodotti nella legislazione razziale e a premessa e contorno della medesima.
Riguardo poi ai reiterati tentativi minimizzatori, tesi a ridurre il tardo antisemitismo fascista, con le sue misure, al solo aspetto della politica di difesa preventiva in vista della guerra, basti ricordare come questo genere di argomentazioni fosse stato lungamente e largamento caratteristico appunto di ogni antisemitismo politico moderno e coevo. I minimizzatori, non sapendolo, vista la loro evidente ignoranza, accentuata dal cieco obbedir all'ideologia, non fanno che confermare la stretta relazione esistente fra la svolta antisemita del finire degli anni trenta, e l'insieme della politica del Regime Fascista, in primo luogo della politica internazionale.
La retorica nazista sul giudeo-bolscevismo e sul giudeo-capitalismo, nonchè le sparate di Hitler sulla radice giudaica della seconda guerra mondiale, che avrebbe di conseguenza detrminato, come contrappasso, la distruzione dell'ebraismo in Europa, appartengono allo stesso schema "logico" della mistificatoria negazione dell'esistenza di una politica antisemita del fascismo italiano.
La giustificazione della legislazione razziale fascista con la pretesa avversione radicale al fascismo di un presunto monolitico "giudaismo internazionale", dal quale il Regime doveva difendersi, fa parte, fin dagli anni trenta, del patrimonio propagandistico fascista (ma in buona parte anche nazionalsocialista).
Questa propaganda, piuttosto squallida, parte ovviamente, come ogni propaganda che voglia esser in qualche modo efficace, da un qualche elemento reale o verosimile. Essa, come ogni propaganda razzista (giacchè tale inevitabilmente permane in ultima istanza), o fondata sui deliri del nazionalismo identitario estremo (che sconfina spesso nel razzismo), tende ineluttebilmente alla mistificatoria trasformazione delle vittime delle persecuzione in una minaccia pericolosa e attuale da neutralizzare ad ogni costo (il che giustificherebbe.... in qualche modo la persecuzione stessa).
Ovviamente tra i pericolosi nemici dello Stato vanno annoverati anche i bimbi ebrei delle elementari...espulsi dalla scuola pubblica...
Certo, la migliore storiografia scientifica sull'epoca fascista (e la coeva "questione ebraica" in relazione alla medesima) ha sempre messo in evidenza la natura opportunistica e in qualche modo accidentale, non originaria, dell'antisemitismo fascista, rispetto invece all'enorme peso rivestito dal razzismo antigiudaico radicale nella formazione ideologica nazionalsocialista.
Con altrettanta chiarezza la migliore storiografia ha messo in par modo in evidenza la sostanziale politica di protezione degli ebrei dalle pretese naziste, attuata dalle autorità militari italiane, durante la seconda guerra mondiale, nelle zone di occupazione amministrate dall'Italia Fascista. Tanto è vero che per gli ebrei di Francia, Grecia, jugoslavia, delle zone di pertinenza "italiana", l'uscita del nostro Paese dal conflitto rappresentò senz'altro un evento capace di trascinarli violentemente nella tragedia della Shoà, dalla quale erano stati,in gran misura sottratti, grazie alle forze armate italiane e a quelle al loro seguito, dell'Italia Fascista. Dialettica della Storia che va oltre al solito pregiudizio positivo sugli italiani "brava gente", e che non smentisce di certo le gravi responsabilità del Regime per quel che invece di tragico accadde......
Troviamo abbondante letteratura che attesta questi fatti invocati spesso a "discarico", senza che per questo venga dimenticato minimamente che l'Italia fascista, continuava, da parte sua, una politica antisemita discriminatoria e persecutoria che, nell'epoca della repubblichetta di Salò, oscillerà fra aperta complicità, favoreggiamento di fatto, impotenza ad opporsi, sostanziale indifferenza, riguardo a quanto attuato spaventosamente dai nazisti.....
Sicuramente gli antisemiti viscerali estremi come Interlandi e Preziosi, e quelli "raffinati" e "spirituali" come Evola, furono una minoranza fra i fascisti italiani. Minoranza lungamente tenuta ai margini del partito e della cultura ufficiale. Tuttavia, elementi di antisemitismo sono stati attestati esser precocemente presenti, seppur con un peso marginale,anche se fortemente oscillante, persino nel Fascismo più influente e, seppur in modo strumentale e contingente, nello stesso Mussolini ante-marcia, nonostante ....le sue....relazioni sentimentali (e d'altro tipo) non propriamente coerenti con detto quadro.
La svolta antisemita del Regime fu però, come è noto tarda, anche se preparata lungamente con cura. Essa si inserisce in un quadro internazionale in rapida evoluzione, fra la conquista dell'Impero e le conseguenti sanzioni della Società delle Nazioni, con il progressivo avvicinamento di Mussolini alla Germania Nazionalsocialista in fase di aggressivo riarmo militare e politico, avvicinamento consolidatosi durante il congiunto intervento nella guerra civile spagnuola al fianco di F. Franco.
Il quadro interno vede la svolta antisemita del Fascismo italiano dispiegarsi accanto alla "nuova ondata rivoluzionaria", con la campagna antiborghese e le misure di "fascistizzazione" tese a forgiare "l'italiano nuovo", ossia il combattente duro e puro, portatore di una civiltà millenaria, intento a rafforzare e perpetuare la propria nobilissima stirpe assicurando alla medesima nuovi spazi vitali, entro i quali dominare altri popoli in un risorto Impero Romano.
Quando il 16 luglio 1938 apparve, a premessa ideologica della prossima legislazione razziale, il famoso "Manifesto degli scienziati razzisti", voluto, ispirato ed in alcune parti scritto da Benito Mussolini, un fascista colto e intelligente come Giuseppe Bottai, Ministro dell'Educazione Nazionale, che si sarebbe subito opportunisticamente allineato, scrisse nel suo diario: " O' avuta l'impressione precisa che il Partito fosse 'sorpreso', anzi 'seccato' d'esser sorpreso ." Soprattutto seccati e sorpresi dovettero risultare i fascisti ebrei....
Shalom!!!