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Discussione: Sofri e Castelli

  1. #1
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    Predefinito Sofri e Castelli

    articolo di Rinascita

    Che Pannella richieda il premio Nobel per Sofri non è sorprendente. Gli riconosce il ruolo di controrivoluzionario degli anni caldi; egli, come lui, è infatti intervenuto a spingere la flotta pirata della gioventù ribelle contro le scogliere del naufragio e del riflusso.
    Pannella è da sempre un frequentatore delle oligarchie che contano ed uno scodinzolante servitore delle centrali sioniste e americane. Sofri non perde occasione per lodare i bombardamenti umanitari degli yankees e contemporaneamente alcune rivolte autonomiste, solo ed esclusivamente quelle sostenute da Usa ed Israele però. Cane non mangia cane: abbaiano insieme.
    Molto probabilmente non passerà la domanda di grazia per colui che il Corriere della Sera ha definito “il più grande intellettuale del secolo” (!) e che conta oltre trecento firme di deputati (cane non mangia cane, di solito si riconoscono). L’ha arenata Castelli e con lui la Lega che hanno via via alzato la posta fino a subordinarla alla riforma federale. Prima di orientarsi su di una tardiva ma pur sempre giusta amnistia, Castelli ha però proposto qualcosa di autenticamente ignobile: un pacchetto di grazie individuali, pacchetto nel quale – tranne un nome – sono finiti tutti i voltagabbana degli anni di piombo, gli attuali lacché del partito atlantico.
    E questo non fa che rafforzare il senso di profonda ingiustizia che impera nelle carceri e nei tribunali d’Italia.
    Come si può pensare di graziare Sofri dopo solo tre anni di carcerazione inflitti per una condanna di omicidio, quando si trovano dentro da decenni molti dei suoi compagni dalle mani non insanguinate ?
    Tutti hanno dimenticato il brigatista Paolo Ferrari, detenuto dal 1974 senza accuse di omicidio ma murato vivo perché troppo dignitoso. Come troppo dignitoso è Andrea Fosso che continua a rivendicare gli omicidi delle BR pur essendone estraneo ma che, evidentemente, a differenza di altri non è un pagliaccio. Come non lo è Renato Curcio, anch’egli mai coinvolto in omicidi, che ha affermato più volte che “le responsabilità sono collettive”. E così ben prima di lui è uscito il pluriomicida Mario Moretti (catturato del resto sette anni dopo Curcio, arrestato nel 74). La giustizia si sa è equanime…
    Si ribatterà che la condanna a Sofri & Co. è molto discutibile e che, non potendo riaprire il processo, si sta cercando una soluzione all’italiana.
    Ma chi si ricorda le centinaia di casi ancor più eclatanti ? Come di quel brigatista coinvolto in una sanguinosa rivolta carceraria e che, pur senza aver partecipato agli omicidi contestati, ha subito due condanne separate per il medesimo reato e non ha beneficiato, per ragioni incomprensibili, del computo del cumulo ? O della brigatista infermiera che, all’oscuro dei piani, fu convocata per eventuali cure nel giorno in cui era stato inizialmente previsto il rapimento Moro. Il rapimento fu rinviato e quando fu realmente compiuto l’infermiera non era in organico ma ciò non le impedì di essere ugualmente condannata all’ergastolo in primo grado …
    Tutta questa gente, che non conta, che non è intellettuale e che non gode di popolarità tra i media, è però scomparsa, seppellita viva. Per loro nessuno richiede la grazia.
    Al di qua dello schieramento le cose non vanno meglio.
    Vengono citati Fioravanti e la Mambro perché sono conosciutissimi. E perché da anni si battono a favore di Israele e degli stati Uniti, perché applaudono ai massacri in Afghanistan e in Iraq, attenti però a richiedere le garanzie umanitarie in casa nostra. Ma solo per grazie mirate, come ebbero a sostenere nel 98 quando si opposero all’ultima proposta di amnistia nella quale il reato di strage, ovviamente non rientrava. Così come è escluso dall’applicazione dei benefici carcerari; ma essi, non si sa bene perché, li hanno ottenuti lo stesso e sono semiliberi quando altri che non hanno neppure commesso omicidi, come Dario Perdetti, si trovano al ventiquattresimo anno di carcerazione. Stefano Procopio, per semplice concorso morale, ha già scontato quanto i Bonny & Clide del terrorismo “nero” (nel senso di senza colore ?). Luigi Ciavardini, scandalosamente condannato di recente a trent’anni per la strage di Bologna senza alcun serio elemento a carico, e che pure ha subito una detenzione lunga quanto la coppia, non è stato ovviamente inserito tra i graziandi.
    Lo stesso dicasi per Mario Tuti (ventotto anni di carcere) e Pierluigi Concutelli (ventisette).
    Né si sono chieste liberatorie per gli altri neri (stavolta senza virgolette) carcerati da oltre vent’anni e da poco semiliberi, come Roberto Nistri o Fabrizio Zani, che pure sono stati in prigione ben più a lungo delle due stars e senza condanne per strage…
    La lista delle ingiustizie si allunga se prendiamo in considerazione i detenuti comuni.
    Paradigmatica e assurda è la condanna di Graziano Mesina che da oltre quarant’anni sconta un ergastolo comminatogli per un computo perverso in sede di cumulo. Né alcuno si è mai sognato di rendere onore al gesto che compì negli anni sessanta quando, essendo evaso, si riconsegnò al carcere per evitare che il guardiano perdesse il posto per causa sua.
    Il signor Castelli verosimilmente tutto questo non lo sa e perciò la sua boutade si è rivelata così iniqua e fuori posto. Ma da quanti decenni i ministri hanno smesso di conoscere la materia che viene loro affidata ? Castelli ignora come è costume e anziché documentarsi, che costa lavoro e fatica, spara a vanvera i nomi più noti. Nella società dello spettacolo la notorietà è così assurta anche a sinonimo di grazia plenaria.
    Ma tra le vedettes per le quali si è pronunciato il ministro, una tantum è stato incluso un uomo normale. Si tratta del Serenissimo Faccia che Castelli ha evidentemente inserito nel novero per “amor di campanile”. E questo Faccia gli ha dato - e ci ha dato - la giusta lezione dichiarando di rifiutare il provvedimento. Faccia, come Mesina, come Curcio, come Fosso, come Ferrari, come Tuti, come Perdetti, come Nistri, come Belsito è uomo d’un pezzo, quindi schivo e silenzioso.
    Potranno mai capirlo gli uomini politici, così sensibili alla spettacolarità e alla gran cassa ?
    O si continuerà a tenere in piedi così com’è il ministero di grazia e ingiustizia, laddove la legge è uguale sì ma solo per Tuti ?

  2. #2
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    Predefinito

    Giustissima la puntualizzazione di Rinascita.
    Ma per Castelli invocherei le attenuanti. Come giustamente sottolineato nell'articolo, i nomi non inclusi, son rimasti fuori probabilmente per ignoranza del ministro stesso.
    E alla fine, il ministro ha avuto quantomeno il merito, sottolineato giustamente da questo articolo, di aprire il dibattito su una possibile amnistia.
    Se fosse stato ministro uno dei tanti frequentatori dei salotti radical-chic del Belpaese(di sinistra o della CdL credo abbia poca importanza, considerato come vanno le cose), forse la grazia a Sofri sarebbe già stata approvata, e in ogni caso, certamente, non si sarebbe aperto alcun dibattito su quello che rimane il vero problema : trovare un modo onorevole e rispettoso di tutti(comprese le vittime),senza alcun privilegio per nessuno, di scrivere la parola fine sulla tragedia degli anni di piombo.
    Ora non sappiamo cosa succederà, ma almeno questo merito oggettivo, a Castelli io lo riconoscerei.

  3. #3
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    Predefinito esatto

    Siamo perfettamente d'accordo.

 

 

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