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matrix
...sarà per questo che non vogliono farla parlare?
Silvio : Quelle maledette intercettazioni parlano anche di cocaina
Le rivelazioni di quattro
donne ai magistrati di Bari
GUIDO RUOTOLO
BARI
Patrizia D’Addario non è l’unica donna a essere stata sentita dal pm di Bari, Giuseppe Scelzi, sulla sua partecipazione agli incontri a Palazzo Grazioli. Altre tre ragazze, anzi donne, hanno verbalizzato (una a Roma) di essere state pagate per partecipare alle feste, veri e propri festini, di Villa Certosa (Porto Rotondo) e palazzo Grazioli (Roma). Confermando così lo scenario delineato da Patrizia D’Addario al «Corriere della Sera». La donna ha raccontato alla Procura di Bari di aver chiesto duemila euro per andare a una festa da Silvio Berlusconi. E di aver rivolto al Presidente una richiesta per risolvere il suo problema: rendere edificabile un suolo agricolo per costruire un residence. Una delle testimoni, con l’autorizzazione del pm Giuseppe Scelzi, sarebbe riparata all’estero. Una fuga dettata dalle preoccupazioni delle conseguenze delle sue dichiarazioni: «Temo per la mia sicurezza».. Quattro testimoni raccontano di essere state «ingaggiate» dall’imprenditore della sanità Giampaolo Tarantini - indagato per induzione alla prostituzione - per partecipare ai festini nella capitale e in Sardegna. Alle donne, l’amico di Berlusconi che ha una villa a Porto Rotondo, garantiva un «cachet», il volo in aereo, il taxi, l’albergo, l’auto con l’autista e, prima di entrare nelle dimore del Presidente, «mi raccomando tenete i finestrini alzati».
Alle donne venivano date anche disposizioni su come vestirsi. Nei racconti delle testimoni, soldi, aerei, alberghi di lusso e i soliti regali del Cavaliere: farfalle e ciondoli. Alla Procura di Bari, Patrizia D’Addario ha consegnato anche le registrazioni degli incontri con il premier. La donna, candidata alle elezioni comunali in una lista - «La Puglia prima di tutto» - collegata a quella del candidato a sindaco del Popolo delle libertà, Simone Di Cagno Abbrescia, ha deciso di rivolgersi ai magistrati dopo aver subito uno «strano» furto a casa. Questo filone sulla induzione alla prostituzione nasce all’interno dell’inchiesta di Bari sulla malasanità. E’ appena agli inizi e già deflagra prepotentemente a Roma, nei palazzi delle istituzioni. Perché il filo d’Arianna di banali intercettazioni di indagati nell’ambito di una inchiesta su appalti pilotati - sembra che nelle conversazioni si parli anche di cocaina - ha portato anche ai festini nelle dimore di Silvio Berlusconi. La prima volta di Patrizia D’Addario è stata a metà ottobre dell’anno scorso.
Lei ricorda di non essere stata l’unica, quella sera, a Palazzo Grazioli. E che Berlusconi mostrò alle ragazze il video con Bush, raccontò barzellette e intonò le sue canzoni. Per quella sera, visto che non rimase a palazzo Grazioli, fu pagata soltanto mille euro. Due settimane dopo, la notte di Barak Obama presidente degli Usa, Berlusconi le chiese di rimanere. E si impegnò ad aiutarla a risolvere il problemino barese della licenza per costruire il suo residence. Quando rientrò in albergo, una sua amica le disse: «Ma te la busta l’hai presa?». Lei rispose di no. Ma evidentemente c’era la promessa dell’intervento su Bari, per quella licenza. Agli inizi di marzo, alla donna viene promesso da Giampaolo Tarantini un posto in lista alle Europee. Ma alla fine ha strappato soltanto una candidatura alle comunali, in una lista collegata.
Giampaolo Tarantini, il titolare (insieme al fratello Claudio) della «Tecnohospital», e che potrà avere sviluppi clamorosi è al centro dell’inchiesta. Naturalmente, le dichiarazioni delle quattro testimoni dovranno adesso essere verificate, come pure gli inquirenti dovranno accertare se quelle registrazioni, nelle quali si sente parlare Silvio Berlusconi, consegnate da Patrizia D’Addario, sono effettivamente autentiche. Sono due i filoni «madre» delle inchieste sulla sanità pugliese. Il primo, quello del sostituto procuratore antimafia Pino Scelzi - è il magistrato che agli inizi del 2000 chiese l’arresto del presidente del Montenegro, Milo Dukanovic, per contrabbando di sigarette - che vede indagati per corruzione primari del Policlinico, direttori sanitari, i fratelli Tarantini. Il succo dell’inchiesta è che gli appalti per le forniture sanitarie siano stati pilotati. Il secondo filone, quello del pm antimafia Desirè Digeronimo, ha già visto una vittima eccellente: l’assessore regionale alla Sanità del governatore Nichi Vendola, Alberto Tedesco. Che si è dimesso. Indagato nell’ambito di una inchiesta partita sulla gestione degli appalti sui rifiuti ad Altamura. E approdata agli appalti nella sanità. Di sicuro, per colpa delle maledette intercettazioni.
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