I test per approntare lo scudo spaziale americano si susseguono fra successi e insuccessi. Ma il problema più grave che si porrà nel momento in cui sarà attivo riguarderà le ripercussioni in tutta l'Asia orientale.
Lo scudo spaziale permettera' agli USA di intercettare un numero limitato di missili intercontinentali nucleari diretti verso il suolo americano: per questo, entro il prossimo anno saranno posizionate in Alaska e California 14 rampe con missili intercettori, oltre a 20 incrociatori Aegis dotati di missili Raytheon Standard.
Negli anni successivi gli americani si ripromettono di aumentare i missili intercettori in modo da avere la capacità di intercettare un numero sempre più alto di missili.
Visto l'attuale numero di testate ancora in mano ai russi (da 5000 a 7000) lo scudo americano non minerebbe sostanzialmente l'equilibrio strategico fra Washington e Mosca.
Purtroppo cio' minaccia la Cina, che fino ad ora ha basato la sua deterrenza nucleare su un numero limitato di missili nucleari, circa 24 (anche se attualmente alcuni missili su rampe mobili sono in fase di posizionamento).
Ne consegue che nel momento in cui lo scudo spaziale sara' attivo, di fatto la Cina vedra' annullata la sua deterrenza nucleare, e, a livello teorico, gli USA potrebbero distruggerla.
Lungi da apparire come un sistema unicamente difensivo, lo scudo spaziale potrebbe essere visto dai cinesi come un sistema difensivo con scopi offensivi: in effetti, gli Stati Uniti potrebbero lanciare un primo attacco nucleare a sorpresa al fine di distruggere l'esiguo arsenale nucleare cinese e successivamente usare lo scudo spaziale per annullare il conseguente colpo di ritorsione con i missili sopravvissuti al primo attacco. Tra l'altro, la Forza Missilistica strategica cinese si trova molto lontana dai centri abitati, pertanto il colpo destinato a disarmare la Cina potrebbe essere inferto senza causare necessariamente un Olocausto.
Pertanto, l'unica maniera per i cinesi per riacquistare un potere effettivo di deterrenza sarebbe quello di approntare una "grande muraglia di missili", in grado di battere lo scudo americano in caso di attacco nucleare con un attacco massiccio su ampia scala , e di fatto ristabilendo la deterrenza nucleare.
Sistemi difensivi e offensivi, mossa e contromossa. Come si vede, la logica contorta dell'equilibrio nucleare torna a mordersi la coda. Il sistema difensivo americano obbligherebbe la Cina a dotarsi di un arsenale nucleare che avesse reali possibilità di resistere ad un massiccio attacco balistico da parte degli Stati Uniti; del resto, il desiderio di mantenere il rango di grande Potenza non lascerebbe alcuna scelta al Politburo cinese.
Ma gli effetti destabilizzanti del progetto statunitense non si fermerebbero al Drago cinese e darebbe inizio ad una innarrestabile e tumultuosa corsa agli armamenti.
l'India si sentirebbe minacciata dalla Cina, visto che le esigue testate nucleari indiane potrebbero essere eliminate facilmente da un first-strike (primo colpo) cinese, ora in possesso di un arsenale nucleare massiccio.
Di conseguenza, l'India si doterebbe anch'essa di un numero superiore di missili, per rendere credibile il concetto strategico di controforza.
Ma cosa farebbe allora il Pakistan?
Inferiore a livello di forze convenzionali all'odiato nemico indiano, non potrebbe esimersi dal rinforzare anch'esso il suo arsenale atomico.

E come dimenticare la Corea del Nord'
Fra pochi anni i nordcoreani avranno la facoltà di lanciare direttamente contro la costa occidentale degli Stati Uniti o, passando per il Polo, distruggere New York e Washington. Lo scudo antimissile americano renderebbe vani questi sforzi di dotarsi di uno strumento di deterrenza contro la Superpotenza Planetaria. Conseguentemente, anche i coreani saranno costretti a rinforzare il loro arsenale strategico.
A quel punto, in questa incontrollabile reazione a catena, la Corea del Sud appronterebbe un programma nucleare, sentendosi minacciata di annientamento dalla potenza atomica cinese e inoltre dalla nascente potenza nucleare nordcoreana.
E come dimenticare il Giappone?
Da sempre contrario alle armi nucleari dai tempi di Hiroshima, la presenza della Corea del sud, del Nord e della Cina dotate di imponenti arsenali atomici provocherebbe un massiccio riarmamento nucleare dell'apparato militare nipponico.

Come si vede, lo scudo spaziale di Bush provochera' l'atomizzzazione di tutta l'Asia sud-orientale, con conseguenze incontrollabili.
Inoltre, l'aumento delle testate nucleari rendera' meno utile lo scudo spaziale, che non potrebbe essere usato in caso di un primo attacco da parte di questi stati (in quanto i missili da abbattere sarebbero, come ho gia' spiegato, troppi per il numero di missili intercettori americani), ma solo in un eventuale attacco a sorpresa degli Stati Uniti, laddove un massiccio attacco nucleare teso a colpire i depositi di armi nucleari e i silos dei missili distruggerebbe gran parte dell'arsenale avversario prima che esso venga utilizzato contro l'Occidente, lasciando allo scudo spaziale il compito di eliminare gli eventuali missili sopravvissuti al primo attacco.

Ma un'analisi più completa deve riguardare anche la Russia e gli effetti dello scudo sui trattati di disarmo bilaterale.
Anche senza l'incognita dello scudo spaziale, gli Americani e i Russi si sono impegnati a ridurre i loro arsenali in maniera massiccia nell'ultimo decennio. Infatti nel 2012, secondo l'ultimo trattato sulla riduzione delle armi strategiche (armi strategiche, un inventario delle armi tattiche non è statto considerato), i due Paesi disporranno comunque di circa 2000 testate atomiche pronte al lancio (un arsenale in grado di distruggere una volta e mezzo il mondo!).
Ma se le speranze di un disarmo generale, seppur ridotte al lumicino, erano comunque incoraggiate da queste riduzioni, a cui magari in seguito potevano allinearsi Francia e Inghilterra (quando il numero di testate americane e russe fosse giunto ad un livello numerico pari al loro), lo scudo spaziale decapita nettamente tali pressuposti.
Infatti la riduzione progressiva delle testate di per sè non intacca l'equilibrio strategico fra i due Paesi (seppur, come è noto, lo stato decrepito del sistema satellitare russo e della sua forza sottomarina lanciamissili già accorda agli Stati Uniti un vantaggio sostanziale), sebbene renda paradossalmente "vincibile" una guerra nucleare (visto l'esiguo numero di testate avversarie da colpire che potrebbero essere eliminate con un fist strike a sorpresa) e quindi più probabile uno scontro atomico che a quel punto vedrebbe ridotte le possibilità di un suicidio collettivo. Se infatti durante la Guerra Fredda il numero spropositato di testate da colpire (40000 americane, 60000 russe) rendeva la possibilità di una guerra nucleare come assolutamente folle (MAD: mutual assured destruction) con i trattati di disarmo la situazione si farebbe più complicata e, come detto, una guerra nucleare diventa teoricamente "combattibile".
Ma la scesa in campo dello scudo non farebbe altro che aumentare a dismisura il vantaggio degli Usa anche nei confronti della Russia: se infatti l'arsenale russo (come quello americano) diventerà più facilmente disarmabile da un attacco a sorpresa americano, lo scudo spaziale altro non farebbe che dare un vantaggio tattico decisivo agli Americani nell'eventualità di uno scontro atomico.
Sicuramente i russi manterrebbero una deterrenza verso gli USA maggiore di quella cinese, ma passerebbero da una situazione strategica che li vede teoricamente in grado di vincere una guerra nucleare su larga scala e quindi di distruggere gli Stati Uniti senza subire perdite pesantissime a quella di poter solo disporsi in una pur formidabile posizione difensiva.
In effetti nel momento in cui gli Stati Uniti decidessero di attaccare le forze nucleari russe con un fist strike, potrebbero distruggere gran parte delle testate nemiche (tra l'altro in massima parte posizionate su razzi terrestri) e controbattere con il sistema antimissilistico il conseguente colpo di ritorsione.
Conseguentemente, lungi da permettere una riduzione degli armamenti strategici, lo scudo spaziale potrebbe avere la conseguenza di inasprire nuovamente la competizione nucleare fra due maggiori potenze atomiche (se lo stato dell'economia russa riuscirà a sostentare nuove ricerche); se invece la Russia per problemi economici non riuscisse a tenere il passo con gli Stati Uniti, un suo repentino declassamento la farà passare da seconda potenza nucleare quasi pari agli Stati Uniti, a potenza nucleare in grado di essere disarmata con relativa facilità.