Secondo il filosofo del clah of civilizations Stati Uniti, Europa, Russia ed India si ritrovavano “in uno scontro davvero globale contro la Cina e gran parte dell’Islam” che si dovrebbe concludere con “una probabile marcia dei russi e delle forze occidentali sulla Piazza Tienanmen”...
Oggi al Salone di Torino «lectio magistralis» del massimo esperto di geopolitica.
Che punta sull' alleanza dell' Occidente con la Russia per isolare il terrorismo
HUNTINGTON La salvezza verrà da Est
WASHINGTON - Professor Huntington, quale sarà il tema della sua lectio magistralis alla Fiera del libro di Torino? Quello della sua opera più celebre, Lo scontro delle civiltà del ' 96, che anticipò la sfida dell' Islam all' Occidente? Alla domanda, il saggista più ascoltato d' America ride. «Non pretenderà che glielo sveli nei particolari» risponde. «Parlerò sì dello scontro di civiltà, ma anche delle stragi dell' 11 settembre e del loro impatto su tutti noi. Le stragi hanno dimostrato che il pericolo più grave all' inizio del nuovo secolo è il terrorismo, non solo globale ma anche locale. Cercherò di tracciare un quadro della nuova realtà». Samuel Huntington è oggi in Italia. A 75 anni, il direttore degli Studi strategici e internazionali di Harvard, autore di lavori fondamentali come La crisi della democrazia, fondatore della rivista «Foreign Policy» ed ex consigliere del presidente Jimmy Carter, è ansioso di misurare il polso dell' Europa a 8 mesi dagli attentati alle Torri gemelle di Manhattan e del Pentagono. «La mia tesi - riprende - è che le stragi dell' 11 settembre ci impongono di cambiare le nostre politiche estere. Ma che sarà un cambiamento meno importante di quello causato dal crollo dell' Urss». Nel suo libro lei ammonì che dopo la comparsa dell' Urss allo scontro tra le ideologie sarebbe subentrato quello tra le culture. «L' 11 settembre ha rafforzato il mio monito. Oggi l' obiettivo primo delle nostre politiche deve essere la prevenzione del conflitto di civiltà voluto da gente come Bin Laden. Il leader di Al Qaida ha attaccato gli Usa perché sono il simbolo della civiltà occidentale, ma il suo bersaglio è l' intero Occidente. Per fortuna, è abbastanza isolato almeno per il momento». Si può già parlare di un conflitto in atto tra le grandi culture? «No. È in atto un solo conflitto globale, quello tra il terrorismo impersonato appunto da Bin Laden e la coalizione creata dal presidente Bush, straordinaria devo dire, perché va da Israele alla Russia alla Cina all' Iran. Gli altri conflitti sono locali, si svolgono tra i governi e i gruppi terroristici sul posto, non solo islamici come i palestinesi e i ceceni, ma anche europei come i corsi in Francia e i baschi in Spagna. Sono molto destabilizzanti». La coalizione di Bush durerà? «Ne dubito. L' Occidente si consoliderà grazie all' adesione della Russia, che si è legata alla Nato, ha accettato un ulteriore disarmo nucleare, e si è aggregata alle nostre economie. Una svolta storica, se verrà confermata. Ma quando la coalizione si scioglierà, si accentuerà il rischio di un conflitto con l' Iran e i suoi alleati islamici, o con la Cina, o con altri. Per questo occorre aprire un dialogo costruttivo tra le civiltà». Come andranno i conflitti coi terrorismi locali? «È difficile dirlo. I governi devono capire che questi terrorismi rappresentano il pericolo più grave di oggi. I gruppi più deboli, che vogliono l' autonomia, hanno negli attentati la loro unica arma. A questo proposito, io non sono ottimista né pessimista, ma realista: mi rendo conto che siamo entrati in una fase di transizione. È un problema che va affrontato e risolto in fretta». Mesi fa il nostro premier Berlusconi affermò la superiorità dell' Occidente sull' Islam. Cosa ne pensa? «Ogni civiltà è unica, non si può fare una graduatoria. Una cultura eccelle in un certo campo o in un certo periodo, e un' altra in un altro, lo abbiamo visto con l' Islam dopo la caduta dell' impero romano. L' Occidente ha riscosso un enorme successo nel suo sviluppo economico e democratico negli ultimi 400-500 anni. Ma nessuna civiltà è costituzionalmente incapace di raggiungere il benessere o la democrazia». Molti ritengono che tra l' Europa e l' America si stia formando un crescente divario culturale. «In parte è vero. In Paesi come la Francia e la Germania, e anche l' Italia, c' è un po' di antiamericanismo. Due anni fa a Villa d' Este a una riunione dello Aspen institute ascoltai per due giorni e mezzo gli oratori europei. Tutti discussero di come competere con gli Stati Uniti. Quando fu il mio turno dissi: "Non ho sentito pronunciare la parola alleanza una sola volta". Sembravamo avversari». È possibile un divorzio tra noi e voi? «No. L' antiamericanismo è un fenomeno degli Anni Novanta. Ma uno dei cambiamenti prodotti dall' 11 settembre è che adesso la maggioranza dell' Europa si identifica in noi. Di fronte alle stragi si è sentita americana, ha avvertito tutto ciò che abbiamo in comune, la cultura le tradizioni, la politica. Il 12 settembre un amico mi telefonò da Amburgo in Germania: dopo avere visto per decenni dimostrazioni contro l' America mi riferì, finalmente ne vedo una in suo appoggio. Spero che duri». Le accuse di unilateralismo a Bush sono fondate? Attaccherà l' Iraq senza consultare gli alleati? «Il presidente ha ragione a volere rovesciare Saddam Hussein: è uno che ha invaso i Paesi vicini, che sviluppa armi di distruzione di massa, che minaccia gli equilibri del Medio Oriente e del Golfo Persico. Ma non mi risulta che abbia ancora preso una decisione. Sono certo che ne discuterà prima con l' Europa». Eppure il presidente non ascolta nemmeno Carter che propugna il disgelo con Cuba. «In questo sbaglia. Castro è un tipo di dittatore molto diverso da Saddam Hussein, e credo che si renda conto della necessità di un cambiamento a Cuba. Carter, per cui lavorai, ha detto cose giuste, chiedendo anche la revoca dell' embargo commerciale americano contro l' isola dopo 41 anni». Oggi alla Fiera del libro di Torino Samuel Huntington terrà una «lectio magistralis». L' appuntamento è alle ore 15 nella sala Rossa. L' incontro è a cura di Fiera del libro e Garzanti editore, che in Italia, di Huntington, ha pubblicato «Lo scontro delle civiltà».
Caretto Ennio
Pagina 35
(18 maggio 2002) - Corriere della Sera
HUNTINGTON La salvezza verrà da Est
Correlati:
Il solo, vero scontro è con la Cina
carlomartello