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  1. #1
    Orazio Coclite
    Ospite

    Predefinito Meridione d'Italia e resistenza tradizionale all'ideologia modernista

    Ho trovato molto interessante la tesi che si fa spazio fra le righe di un'intervista concessa dal Prof. Ulderico Nisticò a Pietrangelo Buttafuoco. Intervista/articolo riportata sul libro 'Fogli consanguinei', uscito per le Edizioni di Ar (http://www.libreriaar.it).

    Gli stralci più significativi direttamente dalle parole di Nisticò:

    "E' la voce di un popolo la cui storia ha avuto esiti diversi. L'utopia è borghese e filosofica, il buonsenso è tutto contadino. Il meridionale coltiva un'utopia onirica, come carezza dell'anima, da qui il cattivo rapporto del meridionale con la politica. La politica infatti promette: palingenesi, fuga in avanti, me per il Sud la politica è la realizzazione di disegni immediati: un posto alla posta, un posto all'Asl, avendo come chiaro limite il realismo. Quando sogni parti già dall'idea che è un sogno, non s'impasta mai la farina sapendo che il pane va a male."

    "Le costituzioni moderne partono dal principio che esista un modello perfetto universalmente valido, e che ogni altro modello sia di per sé sbagliato ma il Meridionale diffida della democrazia borghese, modello straniero proposto e imposto, e che si è rivelato consono agli interessi di quel ceto a scapito degli altri. Infatti, quand'è che mastro don Gesualdo diventa ridicolo? Quando smette di essere mastro per diventare don. Quando veste un abito che non è conforme alla sua natura. Ecco, il Sud non dovrebbe più scimmiottare il giacobinismo, ma seguire l'insegnamento del più meridionale dei filosofi, Vico, quando questi parlava di istituzioni 'conformi alla natura dei popoli'. La società tradizionale, che è complessa tiene sempre conto della realtà."

    "Tutto ciò che per il borghese è territorio, quindi regolamento o amministrazione di teste e numeri, per il contadino è terra, cioè sostanza della vita con tanto di carne e anime. Non si possono fare norme buone per tutti. Ci fu un tempo a Soverato, a Canicattì, a Gallipoli che di norme se ne dovettero fare almeno tre: il diritto bizantino, il diritto longobardo e il diritto saraceno. Nel Sud la varietà delle etnie comportava anche diversità di usi, tradizioni e ordinamenti giuridici. Ognuno veniva giudicato in base alla propria carne e alla propria anima. Quelle caratteristiche sociali del Sud che da un'ottica borghese oggi appaiono come contraddizioni, ovvero il familismo amorale, la mancanza di senso civico... passare con il rosso: sono segnali della specificità meridionale. L'uomo del Sud tendenzialmente rispetta le leggi, ma non le venera. Un americano le può venerare, ma un mediterraneo no perché, forgiato alla realtà già dalla sua stessa fede religiosa, ha ben altro da venerare. Un meridionale infatti parte dal Santo per arrivare a Dio perché il Santo è stato uomo, debole e fragile, fatto di carne, devastato dalle tentazioni, simile tra simili."

    "Nel Sud di popolo la società tradizionale sopravvive come istinto, nell'istinto dell'aggregazione per esempio, come nella 'ruga', il piccolo quartiere dove in piena era internet, le donne sedute fuori dalla porta, apparentemente immobili, ammantate di scialle, ricevono le comunicazioni e riescono a rielaborarle, ritrasmetterle e riceverne di nuove senza mai mancare al controllo di tutto."

    "Il concetto di comparaggio è più importante della parentela di sangue, gli obblighi di San Giovanni hanno più valore di qualunque Cassazione."

    "La tradizione meridionale è comunitaria, fondata sui corpi intermedi (corporazioni, confraternite, comparaggi, parentele, 'rughe'), la democrazia invece è territoriale (la legge è uguale per tutti), perciò indistinta e massificante. I comuni meridionali avevano loro ordinamenti interni, assai variegati a seconda delle esigenze locali; la tradizione politica era unitaria come regno, ma rispettosa delle particolarità; non è vero che nel Sud manchi il senso civico (Putnam) e tutto si riduca a familismo amorale (Blanfield). E' vero però che l'eccessiva prudenza degli ordinamenti ha dato scarsa occasione di vita politica attiva e travagliata come quella di Firenze. Ma Dante, che proprio di Firenze condanna la continua mutevolezza di governo, sarebbe stato ben lieto di istituzioni come quella di Catanzaro, che durarono stabili per quattro secoli."

    "La liberaldemocrazia riconosce dignità solo a se stessa, quando dichiarano guerra dichiarano guerra a un modello di vita, non è un sistema tra i sistemi la liberaldemocrazia, ma il sistema. C'è sempre la fondamentale impronta dell'ingenuità anglosassone all'origine di questa superstizione così tanto in voga. In tempo di guerra ogni inglese presta il cervello a sua maestà, così recita un proverbio di quel popolo così illogico che è il popolo di Gran Bretagna."

    Lo stesso Buttafuoco annota nell'articolo che: "Ogni buon meridionale sospetta della ricchezza, si è impedito la nascita di un ceto mercantile, non ha fatto la controriforma, è stato produttore ma non ha mai ben commerciato, e finisce che si resta fuori dal parco giochi dell'ideologia borghese."

    Tutto ciò va ad incontrarsi con alcune considerazioni che avevo fatto tempo addietro rimuginando sulle differenze riscontrate nei miei viaggi sù e giù per lo stivale. Ho spesso constatato in quel meridione arretrato e ribelle una maggiore resistenzialità alla modernità che nell'opulento ed ordinato settentrione (fatte salve ovviamente le zone alpine e montane meno trafficate). Questa impressione nasceva da diverse questioni, non ultima la constatazione di come il fenomeno dei matrimoni misti iniziasse ad avere rilevanza solo a partire da Roma in sù, e di come esso fosse virtualmente assente anche nelle grandi città del meridione italiano.
    Oltretutto è da tempo che mi sto convincendo del fatto che sono proprio i popoli che riescono a vivere con maggior dimistichezza e minor disagio il sovvertimento dei valori della società moderna, quindi principalmente i popoli anglofoni e nord-europei, ad essere quelli che avrebbero maggiori problemi a vivere in una società Tradizionale autentica. E di contro inizio a pensare che molti di quei popoli che oggigiorno vivono la modernità con estremo disagio, potrebbero essere invece quelli in cui più forte e viva sia la Tradizione. Da qui una mia spiccata simpatia per i tanti popoli oppressi dalla storia recente dell'intolleranza colonialista protestantica europea: aborigeni australiani, nativi americani, popolazioni polinesiane, piccoli popoli europei, eccetera.

    Oggi si tende inconsciamente a svalutare come erroneo o negativo tutto quello che non riesce a integrarsi con successo nel sistema capitalista moderno. Si tessono le lodi della sovversione materialista e mercantilista e si spregiano quelle manifestazioni tradizionali invisibili ad occhi troppo avvezzi al lucore dell'oro, e questo specialmente nella cosìdetta destra istituzionale.
    Tutto questo mi porta alla considerazione finale: che il meridione italiano abbia forse in germe quegli anticorpi necessari per attutire e sconfiggere quella modernità che invece sta velocemente divorando i paesi del nord Europa (negrismo, omosessualità dilagante, perversioni sessuali, esterofilia (emblematico il caso 'leganord'), calo demografico, rinuncia alla belligeranza, morte della virilià, ateismo, spregio dell'orgoglio nazionale, eccetera)?

  2. #2
    El Venexian
    Ospite

    Predefinito Re: Meridione d'Italia e resistenza tradizionale all'ideologia modernista

    In origine postato da Orazio Coclite

    "E' la voce di un popolo la cui storia ha avuto esiti diversi. L'utopia è borghese e filosofica, il buonsenso è tutto contadino. Il meridionale coltiva un'utopia onirica, come carezza dell'anima, da qui il cattivo rapporto del meridionale con la politica. La politica infatti promette: palingenesi, fuga in avanti, me per il Sud la politica è la realizzazione di disegni immediati: un posto alla posta, un posto all'Asl, avendo come chiaro limite il realismo. Quando sogni parti già dall'idea che è un sogno, non s'impasta mai la farina sapendo che il pane va a male."
    che strano , sono cose che scriveva Rocchetta fin dagli anni 70 quando fondo' la LIGA VENETA ...

    come per i giudei , anche per i terroni ci sono due pesi e due misure... se queste cose le scrive un Rocchetta gli si da' del razzista e nemico del popolo itagliano , se le scrive le EDIZIONI AR ecco che tutti si guardano allo specchio....

    io poi sono personalmente filo-BORBONE , il sud dovrebbe secedere e tornare alla gloria del regno delle 2 sicilie.

    LIBERTA' !!

  3. #3
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    Predefinito

    Mah... Io nel Meridione vivo da quando sono nato, e non riesco a condividere l'ottimismo di Nisticò-Buttafuoco... Mi sembra che, anche qui, il modernume globalizzante made in USA galoppi senza ostacoli... Qualcosa resiste tra le vecchie generazioni, ma non è il caso di illudersi troppo...

  4. #4
    El Venexian
    Ospite

    Predefinito

    ricordo anch'io un treno notturno bologna-munchen tempo fa
    in carrozza con 2 siculi emigrati a munchen che si lamentavano che ogni volta che tornano in patria vedono tette culi minigonne etc etc (cioe' tutte "pulle" nel loro gergo) e di come la societa' stesse cambiando in peggio e andando a puttane ...

    (hehehe...piu' i soliti "non ci sono piu' i valori di una volta" e l'immancabile "ai miei tempi...")

  5. #5
    Orazio Coclite
    Ospite

    Predefinito

    Caro Tomás, sarà che mi è rimasta un'idea da cartolina del meridione italiano, e magari non concorderei nemmeno io su tutto questo presunto 'ottimismo' (?) manifestato dal sopra riportato scritto. Fatto sta però che nonostante lo sfacelo e il malcostume che vessa molte zone del sud Italia, ritengo che arrivati al limite estremo proprio dal meridione potrebbe partire una riscossa nazionale che magari risveglierebbe dal sopore mortale il resto della nazione. Ho questa idea e non so nemmeno io esattamente perché. Però ricordo della rivolta di Reggio Calabria, ricordo di quanto la Sicilia sia stata generosa in campo tradizionalista tra autori, pubblicazioni e semplici avventori alle fonti della Tradizione.

    Saluti.

  6. #6
    El Venexian
    Ospite

    Predefinito

    In origine postato da Orazio Coclite
    Caro Tomás, sarà che mi è rimasta un'idea da cartolina del meridione italiano, e magari non concorderei nemmeno io su questo presunto 'ottimismo' (?) manifestato dal sopra riportato scritto. Fatto sta però che nonostante lo sfacelo e il malcostume che vessa molte zone del sud Italia, ritengo che arrivati al limite estremo proprio dal meridione potrebbe partire una riscossa nazionale che magari risveglierebbe dal sopore mortale il resto della nazione. Ho questa idea e non so nemmeno io esattamente perché. Però ricordo della rivolta di Reggio Calabria, ricordo di quanto la Sicilia sia stata generosa in campo tradizionalista tra autori, pubblicazioni e semplici avventori alle fonti della Tradizione.

    Saluti.
    appunto !

    dove sono finiti i Masaniello e gli indipendentisti siculi ?

    Borbonia LIBERA e Indipendente !

  7. #7
    El Venexian
    Ospite

    Predefinito

    Morte a saBOIA !

  8. #8
    Affus
    Ospite

    Predefinito

    In origine postato da Tomás de Torquemada
    Mah... Io nel Meridione vivo da quando sono nato, e non riesco a condividere l'ottimismo di Nisticò-Buttafuoco... Mi sembra che, anche qui, il modernume globalizzante made in USA galoppi senza ostacoli... Qualcosa resiste tra le vecchie generazioni, ma non è il caso di illudersi troppo...
    nel meridione , bene o male , resiste ancora la familgia , quella che non esiste piu in europa e fra poco anche al nord italia .
    Ecco perchè credo che il ritorno alla tradizione partira dal sud italia .

  9. #9
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    In origine postato da Orazio Coclite
    Caro Tomás, sarà che mi è rimasta un'idea da cartolina del meridione italiano, e magari non concorderei nemmeno io su tutto questo presunto 'ottimismo' (?) manifestato dal sopra riportato scritto. Fatto sta però che nonostante lo sfacelo e il malcostume che vessa molte zone del sud Italia, ritengo che arrivati al limite estremo proprio dal meridione potrebbe partire una riscossa nazionale che magari risveglierebbe dal sopore mortale il resto della nazione. Ho questa idea e non so nemmeno io esattamente perché. Però ricordo della rivolta di Reggio Calabria, ricordo di quanto la Sicilia sia stata generosa in campo tradizionalista tra autori, pubblicazioni e semplici avventori alle fonti della Tradizione.

    Saluti.
    E' stato più di trent'anni fa, caro Orazio... E i decenni trascorsi nel frattempo hanno uno peso maggiore di quello semplicemente cronologico... La Calabria era una terra interessantissima e suggestiva, dalle spiccate influenze greche sotto il profilo religioso e linguistico (ambito di studi, quest'ultimo, in cui il mio amico Ichthys è un'autorità...)... Adesso qualcosa resta fra le vecchie generazioni, mentre le nuove (senza fare di tutta l'erba un fascio, ma questo vale per ogni altro luogo d'Italia...) sembrano uscite - per modi e costumi... - da una programma della De Filippi, come nel resto della penisola...

  10. #10
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    Predefinito

    In origine postato da Affus
    nel meridione , bene o male , resiste ancora la familgia , quella che non esiste piu in europa e fra poco anche al nord italia .
    Ecco perchè credo che il ritorno alla tradizione partira dal sud italia .
    La famiglia? In effetti, caro Affus, forse c'è ancora qualcosina più che al Nord, ma è un dato che non ha troppo rilievo e destinato ad attenuarsi ulteriormente... Anche qui, ormai, i divorzisti si arricchiscono, i matrimoni crollano e le coppie di fatto crescono... Insomma, nella retrograda Sicilia il "progresso" avanza...

 

 
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