Malacatan, 213
Guatemala, uccisa in sparatoria diciassettenne di Venezia

Un commando ha fatto irruzione ieri in un ristorante di Malacatan, in Guatemala, sparando colpi di arma da fuoco. E' rimasta uccisa Serena Panciera, diciassettenne di Venezia.
La ragazza, che era nel Paese per un programma di interscambio, era insieme ai guatemaltechi Rosney Arcangel Villagran, 21 anni, e la sua guardia del corpo, Perez Ortiz, 24 anni, anche loro deceduti nella sparatoria.

Il capo della polizia Juan Josè Estrada ha detto che un mese fa la moglie di Villagran era stata uccisa. (Red)

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GUATEMALA:
MEMORIA DEL SILENZIO

Probabilmente 200.000 tra morti e desaparecidos ... questi sono i dati di un massacro iniziato negli anni Ottanta in Guatemala e che ha visto come vittime sacrificali la popolazione maya (quichè).

Il 25 Febbraio 1999 la Commissione di Chiarimento Storico, ( formata da guatemaltechi e specialisti di varie nazionalità ) istituita dopo gli accordi di pace del 29 dicembre 1996, ha presentato pubblicamente i dati, le relazioni, della sua inchiesta "Memoria del silenzio".

Che cos’è "Memoria del silenzio" ? E’ il rapporto finale di studio che tale commissione ha redatto sul genocidio di civili guatemaltechi, soprattutto di origine maya, perpetrato dalle dittature militari del paese centro-americano.

Facciamo un passo indietro.

Dal 1954 al 1985 il Guatemala, composto quasi al settanta per cento da popolazione autoctona maya ( come quella del Chiapas ) subisce la violenza dei militari al potere.

Nascono movimenti rivoluzionari come il MR 13 e il FAR ( che si riuniranno insieme nell’URNG, Unione Rivoluzionaria Nazionale Guatemalteca ) che per 36 anni combatteranno per la democrazia.

Negli anni Settanta e Ottanta il potere militare, appoggiato dai latifondisti, industriali e dalla borghesia in genere e legittimato a livello internazionale dagli USA, si scatena violentemente contro le popolazioni in-dios accusate di collaborare con i movimenti rivoluzionari. La Commissione di Chiarimento Storico, che non ha un ca-rattere giuridico-giudiziario, ma solo di studio ( come quella voluta da Mandela in SudAfrica ), ha scoperto il programma metodico di repressione delle forze militari del governo, vagliando migliaia di testimonianze. E siamo nell’orrore... bambini uccisi scaraventadoli contro i muri, o gettandoli vivi nelle fosse comuni dove venivano ammucchiate le vittime dei massacri. Torture, mutilazioni, stragi, nel nome di un comprovato razzismo di Stato. Il sistema doveva incutere terrore; questa era la parola d’ordine. Le Unità Speciali Controinsurrezionali dell’ Esercito, denominate "Kabiles" venivano preparate ad un livello etico infimo: tra le prove di addestramento dovevano uccidere degli animali e mangiarli crudi. La Commissione ha in mano le prove, non ancora rese pubbliche, di cannibalismo con esseri viventi...

Gianni Beretta giornalista de "Il Manifesto" e di Radio popolare definisce questo genocidio, unitamente all’ Olocausto degli ebrei e lo sterminio in Cambogia ai tempi di Pol Pot, -la mattanza istituzionalmente pianificata più terrificante di questo secolo. Quanto i mass media internazionali sono stati partecipi a denunciare questi crimini contro l’umanità ? Quanti governi hanno messo in discussione i rapporti economici e politici ? Possiamo immaginarci la risposta...

Una delle poche eccezioni ( a parte la solita e inascoltata minoranza di democratici, di oppositori ai regimi dittatoriali ) è stata Rigoberta Menchù, fondatrice dell’ Alleanza contro le impunità.

Dal 1985 il Guatemala viene definito "repubblica presidenziale".

Nel 1987 ci fu il primo tentativo ( presidente Vinicio Cerezo, a Madrid ) di "riconciliazione", ufficializzato da una Commissione Nazionale di Riconciliazione, che nel marzo del 1990 incontrò esponenti dell’ URNG a Oslo. Dopo alternanaza di contatti, sotto l’egida dell’ONU, il 10 gennaio 1994 a Città del Messico venne firmato un accordo, che definirà il Guatemala un paese "multietnico e multilingue".

In pratica in un territorio abitato storicamente dalla maggioranza maya, con ben 23 lingue indios, solo nel 1995 viene riconosciuta tale situazione. Agli inizi del 1996 viene eletto Alvaro Arzù Irigoyen ( discendente da una famiglia di conquistadores ) propugnatore di una "pace duratura". E’ sotto questa presidenza che nasce la Commissione di Chiarimento Storico. Arzù cita anche il Papa, per il concetto di "perdono" al posto della vendetta.

Tutto risolto? Non proprio.

Con l’accordo di pace stipulato il 29 dicembre 1996 è stata proclamata un’amnistia generale, che comprende tutti, ovviamente anche i militari responsabili del 97 per cento delle vittime. I militari, la cui persenza è ancora determinante nella vita del paese, si rifiutano di aprire i loro archivi alla CNR. Sino ai nostri giorni Amnesty International li accusa di omicidi. Il vescovo Juan Gerardi, l’anno scorso, dopo aver presentato un rapporto su 55 mila casi di violazione dei diritti umani, viene ucciso, quaranta ore dopo, a colpi di pietra. L’Alleanza contro l’Impunità e 200 associazioni maya si oppongono all’accordo della URNG con il governo. Gli ex oppositori al regime, per legittimare la propria esistenza "politica", hanno accettato un’amnistia che risulta improponibile per chi sinora ha subito il genocidio.

Le vittime della persecuzione vedono i loro carnefici detenere potere e controllo dello stato...

Gli attivisti dei diritti umani. la Chiesa Cattolica guatemalteca, il Consiglio delle Chiese Evangeliche, l’associazione delle vedove di guerra (ovvero l’Alleanza contro le impunità ) ha dichiarato che la legge di riconciliazione nazionale: -passerà alla storia come uno dei peggiori insulti allo stato di diritto, alla democrazia e ai diritti umani-.

Argentina, Cile, Brasile, Uruguay, Paraguay, Nicaragua, Salvador, ecco gli esempi delle politiche di "riconciliazione".

Il caso Pinochet è emblematico. Significativo è il commento di Yazmin Ross del settimanale messicano "Proceso" ( rivista indipendente, di sinistra): - L’impunità è diventata un’amnesia regolamentata da governi che difendono l’autorità delle legge... vi è una nuova formula di assoluzione, che socializza la colpa e mette da parte il dolore -. E’ "quel" dolore che le dinamiche della storia del potere ci hanno insegnato, scuotendo brutalmente le nostre sensibilità.

Il sistema borghese/militare in tutto il pianeta segue lo stesso binario: sfruttamento, arricchimento dei poteri forti e del loro aiutantato, uno pseudo diritto che legittima la violenza del regime, il terrore, tutto questo supportato dai poliziotti/militari e dalla gretta, egoista borghesia.

A questo punto riprendiamo i dati della Commissione di Chiarimento Storico : il 93 per cento delle violazioni fu commesso dall’esercito, i corpi di sicurezza e i gruppi paramilitari ( come quelli operanti in Chiapas ).

Le vittime sono state per l’83 per cento indigeni maya di cui il 25 per cento donne e il 18 per cento bambini. Il 90 per cento dei crimini è avvenuto nelle zone rurali. 626 sono stati i massacri collettivi comprovati.

Il Guatemala è un paese povero. Quasi il 40 per cento della popolazione è analfabeta. Il sessanta per cento della popolazione vive al di fuori delle città, con una produzione agricola di puro sostentamento. Il caffè è l’unica "voce" attiva dell’esportazione, sebbene attualmente in crisi. Il governo attua ovviamente un’economia "liberista", con la classe borghese in crescita di ricchezza, mentre manca un miglioramento generalizzato. Sono stati aperti canali di commercio privilegiati con EL Salvador e l’Honduras. Accordi di tipo politico sono stati avviati con il Messico, anche per la presenza di rifugiati zapatisti nella zona di frontiera. Il rapporto commerciale prioritario è con gli USA : è superiore al cinquanta per cento degli scambi.

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