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Discussione: Segreto di Stato...

  1. #21
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    In origine postato da yurj
    Ma pensa te, una bomba che esplode su un areo proprio mentre 3 veivoli si inseguono attorno all'aereo

    Eh, che tempismo
    ??????? O che hai capito stavolta?????

    Yury Yury tesoruccio suvvia, torna a proporci qualche bel copia incolla da Indymedia, ma lascia fare questi temi

  2. #22
    Hanno assassinato Calipari
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    I fatti sono semplici:

    a) la Nato, di cui teoricamente facciamo parte, sa tutto della vicenda

    b) Dai tracciati radar (quelli ripuliti dalle identificazioni) si evince che al momento dell'esplosione della bomba, se crediamo a questa ipotesi, c'erano dei caccia che gli giravano attorno.

    Notiamo il tempismo e la non correlazione tra i vari eventi, vero?

    Indymedia è un posto dove tutti possono postare, liberamente, senza caccia alle streghe e dove più volte sono stati pizzicati giornalisti di libero e vari giornalacci di destra a fare i provocatori e i finti filoterroristi...

  3. #23
    memoria storica di PoL
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    Predefinito ... ecco un bel campionario di stupidate...

    caro Yurj
    peronami se interrompo un attimo le tue quandanche semplici 'stupidate' per dare ai lettori che ci seguono un esempio del campionario delle sudette 'certe stupidate' che si può trovare sui media di sinistra intorno al caso di Ustica. Certo quanto raccontatoci dall'esimio candidato al Nobel costituisce una autentica 'perla', del tutto degna di andare ad arricchire lo stupidario suddetto. Le righe che seguono sono tratte da un thread da me scritto sulla 'vecchia PoL'...

    al solito... buona lettura!...


    ... L'ipotesi di 'attentato a Gheddafi' ha alimentato per anni la fantasia delle fazioni politiche creatrici del mito 'USA=tutto il male della terra'; ecco due recenti recensioni, tratte da una rivista di sinistra [lettera 22], che illustrano, se mai ce ne fosse bisogno, quanto certi miti siano da quelle parti duri a morire. Le lascierò volutamente senza note, dal momento che la ‘consistenza’ di certe affermazioni in esse contenute e' evidente per chiunque:

    ‘… il giudice Priore ha concluso che quella notte, oltre all'aereo dell'Itavia, nella zona si trovavano anche un Awac, l'aereo americano che serve a guidare altri apparecchi, caccia italiani, francesi e nordamericani, e anche una portaerei britannica. Secondo la ricostruzione del giudice, la battaglia e' incominciata quando l'aereo fantasma che volava sotto il Dc9, e' stato intercettato. Alle 20.59 del 27 giugno l'aereo dell'Itavia in volo verso Palermo e' caduto nel mare per la turbolenza provocata dai caccia che passavano velocemente al suo fianco. Una versione compatibile con l'esplosione, vicino all'apparecchio, di un missile. L'episodio coinvolge, direttamente o indirettamente, quattro dei più importanti alleati o soci commerciali dell'Italia: Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Libia. L'aereo fantasma che e' nascosto sotto il Dc9 potrebbe essere un F-111 nordamericano in volo verso l'Egitto, carico di armi nucleari. A tutt'oggi i colpevoli rimangono impuniti. Una conclusione che appare paradossale dal momento che nella sua monumentale sentenza-ordinanza il giudice istruttore ricostruisce i contorni dello 'scenario di guerra non dichiarata' e della operazione di 'polizia internazionale' a cui presero parte molti aerei, presumibilmente USA e fors'anche francesi, allo scopo, ormai anche questo sembra scontato, di eliminare il leader libico Gheddafi. Un'altra inquietante ipotesi sulla strage di Ustica e' stata raccontata dall'ex-ufficiale dell'aeronautica Mario Ciancarella. L'ufficiale afferma che furono due F-104 italiani ad abbattere l'aereo civile su ordine degli USA per far cadere la colpa sulla Libia. A quell'ora infatti era previsto che il Dc9 incrociasse un velivolo con a bordo il colonnello Gheddafi...Sulla scia del Dc9, nascosto ai radar, volava un MIG con le insegne libiche, partito però da Pratica di Mare. I nostri caccia decollati da Grosseto, avrebbero colpito l'aereo civile e subito dopo catturato il MiG in volo... al largo di Napoli la portaerei Saratoga era già pronta a puntare su Tripoli. Ma qualcosa andò storto, la corrente filoaraba dei servizi segreti avverti Gheddafi che puntò su Malta...’



    --------------

    Nobis ardua

    Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

  4. #24
    Hanno assassinato Calipari
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    Mancano i colpevoli. Chi decise?

    Chi sta insabbiando?

  5. #25
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    Predefinito ... brancolando al buio ...

    Lasciando perdere gli 'stupidari' e tornando alla cose 'serie' [per quanto possono essere tali le cose da noi...] ecco un articolo uscito oggi su il.nuovo che bene illustra la 'confusione' [chiamiamola così...] che ancora oggi esiste nella testa delle 'autorità' italiane...


    La verità di Gheddafi è la verita su Ustica?... Per il colonnello gli americani abbatterono l'aereo Itavia perché credevano ci fosse lui a bordo. E allora dica davvero tutto...



    Quasi avesse ascoltato gli appelli giuntigli dall'Italia, il colonnello Gheddafi ribadisce: il Dc9 Itavia che cadde a Ustica fu abbattuto da aerei Usa, perché gli americani credevano che a bordo ci fosse proprio lui, il leader libico Muammar Gheddafi, che volevano eliminare. È l'interpretazione che lo stesso Gheddafi ha dato - la sera del 31 agosto - dello 'incidente aereo' più misterioso della storia d'Italia, durante un lungo discorso al paese, durato due ore e mezzo, in occasione del 34° anniversario della rivoluzione libica. Gheddafi ha così ripetuto la sua versione sulla strage che il 27 giugno 1980 costò la vita a 81 persone. Con questo rispondendo – a distanza – alla polemica che con puntualità si ripresenta a ogni anniversario della tragedia. Da un lato i sostenitori [il ministro per il Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, tra i più attivi] dello 'incrocio' tra la tragedia di Ustica e la bomba di Bologna del 2 agosto dello stesso anno. Il Dc9 non fu colpito da nulla ma esplose a causa di una bomba a bordo, precisamente nella toilette ['L'ipotesi del missile è definitivamente tramontata', ha detto...]. Ordigno di 'matrice libica', una forma cruenta di ritorsione contro l'Italia, rea di essere intenzionata a sottoscrivere un accordo con Malta che in questo modo sarebbe uscita dalla sfera d'influenza di Gheddafi. Dal momento che questo 'avvertimento' non venne raccolto, il 2 agosto, alla stazione di Bologna, una bomba esplose proprio nello stesso momento in cui a Malta quell'accordo veniva firmato. Dall'altra, quanti ritengono che l'aereo dell'Itavia sia incappato in un'azione di guerra non dichiarata. Tra questi, Daria Bonfietti, parlamentare Ds e presidente dell'Associazione delle vittime di Ustica. La Bonfietti trova straordinario che un ministro della Repubblica si lanci in affermazioni avventate. Il suo parere è che tutto quanto sinora si sa della vicenda dimostra come le affermazioni di 'coloro che in questo ultimo periodo hanno vagheggiato di bombe a bordo il 27 giugno 1980 sul Dc9 cadano ancora di più nel ridicolo. Che la Libia sappia di più di quello che ha detto - afferma - mi pare chiaro. Non c'è dubbio che se per Ustica la comunità internazionale avesse fatto su Gheddafi le stesse pressioni esercitate per spingerlo ad ammettere la strage di Lockerbie, forse ora avremmo qualche chiarezza in più su cosa successe quella notte...'. Da entrambe le posizioni, comunque, il medesimo invito: Gheddafi ha 'confessato' la responsabilità libica per Lockerbie, ora dica quello che sa su Ustica. Ma anche sull'attentato del 21 dicembre 1988 [quando a bordo del Boeing 747 della Pan Am in volo tra Londra e New York esplose una bomba e l'aereo precipitò sulla cittadina scozzese di Lockerbie causando la morte di 259 persone a bordo e undici a terra] non tutti i veli sono stati tolti. Infatti, a una platea di centinaia e centinaia di funzionari dello stato, dirigenti e rappresentanti dei congressi e comitati popolari, la complessa struttura della 'democrazia' della Libia, 'dove non sono io al potere da 34 anni, ma il popolo libico' ha sottolineato il colonnello, Gheddafi ha parlato dei problemi più scottanti del suo paese. Gran parte delle due ore e mezzo del discorso - trasmesso in diretta alla tv libica con frequenti interruzioni dell'audio - è stata dedicata alla ricostruzione della storia delle ostilità con gli Stati Uniti e alle accuse di terrorismo, tra cui proprio quella per l'attentato nei cieli di Lockerbie, dei quali 'le inchieste non hanno mai identificato i veri responsabili e noi non abbiamo mai saputo chi sono'. Ma la Libia ha pagato gli indennizzi tanto per le 270 vittime di Lockerbie quanto per le 170 dell'esplosione del Dc10 Uta nei cieli del Niger [settembre '89] 'perché era necessario voltare pagina nei rapporti internazionali e perché dobbiamo cancellare il passato e andare avanti verso un futuro di pace, di sviluppo, un futuro migliore per tutta l'umanità'. Un obiettivo per raggiungere il quale, forse, il colonnello potrebbe anche rispondere ufficialmente - cosa mai avvenuta - alle rogatorie che il giudice Rosario Priore ha fatto alla Libia nel corso delle lunghissime indagini sulla vicenda Ustica.

    2 settembre 2003

    Ardito Consiglio



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    Nobis ardua

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  6. #26
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    Articolo che non dice nulla.

    Particolare assurdo, una bomba che esploderebbe esattamente pochi minuti dopo che si scatena una battaglia tra caccia attorno all'aereo..

    Eh, le coincidenze

  7. #27
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    Perchè non consultare........."Nostradamus"?

    Shalom!!!

  8. #28
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    In origine postato da Pieffebi
    Perchè non consultare........."Nostradamus"?

    Shalom!!!

  9. #29
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    Thumbs up ... una gran bella notizia!...

    Da Il Piccolo...

    Bologna, 21:12

    Strage Bologna, nulla la condanna per Ciavardini



    La Cassazione ha annullato senza rinvio la condanna a 30 anni di reclusione di Luigi Ciavardini, ex esponente dei Nar, per la strage di Bologna del 2 agosto 1980, comminata dalla corte di assise di appello di Bologna nel 2002. Così Ciavardini dopo la notizia: ‘E' come stare in coma, vedere la morte e poi, invece, risvegliarsi’. La sentenza annullata lo dichiarava responsabile di avere portato la valigia con l'esplosivo nella stazione di Bologna, su mandato di Francesca Mambro e Giusva Fioravanti. E' stata invece annullata con rinvio la condanna a banda armata ma è molto probabile che maturi la prescrizione.
    ’Crolla il teorema della strage fascista’, ha commentato il deputato di An, Enzo Fragalà. che ha auspicato la revisione del processo per Fioravanti e Mambro. Poco dopo Francesco Storace: ‘E ora giustizia per Francesca Mambro e Valerio Fioravanti’.
    Di diversa opinione i rappresentanti delle vittime [85 morti e 200 feriti]. ‘Valuteremo attentamente il dispositivo della sentenza della Cassazione, ma inviterei tutti alla massima calma in merito alla possibile riapertura del processo per Francesca Mambro e Valerio Fioravanti’. Così Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione familiari vittime della strage alla stazione. ‘Già in più occasioni era stato detto - ha aggiunto - che c'erano le prove per consentire la riapertura del processo nei confronti di Mambro e Fioravanti, ma la riapertura poi non è mai stata fatta. Se ora si ritiene che i termini ci siano, lo vedremo’.
    ’Siamo contenti, forse si sta aprendo uno squarcio su un buco nero italiano’, è la dichiarazione rilasciata da Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, condannati con sentenza passata in giudicato per la strage di Bologna, in relazione alla sentenza della Cassazione.


    Per chi non lo sapesse la storia di luigi Ciavardini ha veramente dell'incredibile e rivela molti sconcertanti aspetti della nostra 'giustizia alla Lenin'. L'identikit della persona che quella mattina depose alla stazione di Bologna la valigia contenente l'esplosivo della strage lo descriveva 'giovane di sesso maschile,alto, scuro di capelli, senza segni particolari'. Dal momento che questa descrizione non corrispondeva ai 'colpevoli designati', ossia Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, per anni si è sorvolato sull'identificazione del personaggio in questione, quasi fosse questione del tutto secondaria. Solo nel 1990 un 'pentito' fà per la prima volta il nome di Luigi Ciavardini. Il procuratore del tribunale dei minori [all'epoca dei fatti Ciavardini aveva 17 anni], di fronte alla inconsistenza degli indizi [tra l'altro Luigi ha una marcata cicatrice sul volto il che è incompatibile con la descrizione prima fatta di un individuo 'senza segni particolari'...] chiede da prima il non luogo a procedere. Con la tipica eleganza dei magistrati comunisti il caso viene allora affidato ad un altro procuratore, ovviamente favorevole al rinvio a giudizio. Il dibattimento si conclude il 30 gennaio 2000 con l'assoluzione. Due anni più tardi, siamo nel marzo 2002, alla Corte d'Appello sono sufficienti cinque udienze e mezz'ora di camera di consiglio per emettere una condanna a 30 anni di reclusione. Una formalità che serve a far quadrare un preciso teorema: se è vero, coma ha stabilito il giudice Salvini [vedi precedenti postati...] che Fioravanti e la Mambro quella mattina erano altrove, allora chiaramente sono stati i mandanti ed hanno affidato a lui il 'lavoro sporco'. Che la strage di Bologna sia stata 'fascista' del resto lo si era stabilito ben prima che i processi arrivassero alla conclusione, come dimostra la lapide infame posta sulla stazione. Ora dopo questa definitiva assoluzione chi è in condizione di riaprire il caso e giungere alla verità ha il dovere di farlo. Non ci sono più alibi da accampare...


    --------------

    Nobis ardua

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  10. #30
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    Question ... una strada ancora lunga... un incubo senza fine...




    La lunga strada della verita'

    La Corte ha deciso: Luigi Ciavardini non era a Bologna la mattina del 2 agosto del 1980. La verità pura e semplice è stata affermata, dopo molti anni di processi e di indagini. Noi, se non sapessimo, se non conoscessimo, ci sentiremmo di dire: ci voleva tanto?... Che Ciavardini non fosse a Bologna lo sapevamo tutti; così come sapevamo tutti che il castello indiziario, interamente basato sui 'si dice' di delatori semiprofessionali e su teoremi irrimediabilmente legati agli anni di piombo, come certi slogan scoloriti che sopravvivono sui muri delle nostre periferie, era un capolavoro di fantascienza bizantina. Eppure temevamo, proprio perchè sappiamo, perché conosciamo la pervicacia di certi magistrati nel perseguire la propria idea dominante, divenuta negli anni ragione e giustificazione della propria vita e della propria carriera. Eh sì, perché è difficile per un semidio ammettere che ci si sia grossolanamente sbagliati!... Tanto difficile da farli proseguire imperterriti per la propria strada, incuranti delle indicazioni, indifferenti alle regole anche solo dell’umanità, incarnazione della Lex, mai come in questi casi contrapposta allo Jus. La Corte ha deciso e Ciavardini è libero. Siamo naturalmente felicissimi per lui e per la sua famiglia, e a loro va il nostro pensiero, una volta tanto giubilante. Ma la libertà di Luigi Ciavardini significa molte altre cose, nel marasma giudiziario che avvolge la strage di Bologna. Dov’erano quel giorno Fioravanti e la Mambro?… E se neppure loro fossero stati a Bologna, come la metteremmo col teorema mafia-Magliana-eversione nera?… La Corte ha deciso ma noi che sappiamo, che conosciamo, abbiamo chiara la coscienza del fatto che il cammino per la verità è ancora molto lungo e irto di ostacoli. Come tutto quello che tocchi interessi molto loschi e legati a gente molto potente. Ma cadranno, vedrete che cadranno!

    Marco Cimmino


    Un discorso molto semplice quello di Cimmino e completamante condivisibile. Solo che la conclusione da lui e da tutti noi auspicata implica la soluzione di un enigma non di poco conto: chi ha messo la bomba alla stazione di Bologna?...


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    Nobis ardua

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