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  1. #1
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    Predefinito Prime notizie sulle motivazioni della sentenza Imi-Sir

    La condanna a Previti per la Sir:
    «Corruzione gigantesca, giustizia ad uso privato»
    di red.

    La causa Imi/Sir fu «fu frutto di gigantesca corruzione» e ha rappresentato «un degrado della giustizia che da cieca fu trasformata ad uso privato». Sono durissimi i giudici del processo Imi/Sir che il 30 aprile condannarono a undici anni di reclusione Cesare Previti, parlamentare di Forza Italia ed ex avvocato di Silvio Berlusconi, e a pene altrettanto pesanti alcuni giudici per corruzione in atti giudiziari. Nelle mille pagine di motivazione della sentenza sono descritti i meccanismi corrutivi che hanno portato ad uno dei processi più difficili degli ultimi anni, sia per la pesantezza delle accuse, che per le persone coinvolte, in primis l'attuale presidente del Consiglio.

    Le motivazioni della sentenza aprono uno squarcio su un mondo incredibile di corruzione e di uso disinvolto della giustizia da parte di un pezzo rilevante della nomeklatura che si trova oggi a guidare il governo.

    Nel processo Previti e gli altri furono condannati per aver pagato tangenti ad giudici romani perché addomesticassero delle sentenze per favorire la famiglia Rovelli, che ottenne un risarcimento di 670 miliardi dall'Imi per la vendita della società Sir, e la Fininvest di Silvio Berlusconi che riuscì a conquistare il controllo della Mondadori sottraendola così alla Cir di Carlo De Benedetti. Berlusconi, anche lui imputato nel medesimo processo, riuscì ad evitare il giudizio perché il suo reato fu derubricato da corruzione in atti giudiziari a corruzione semplice, potendo così usufruire della prescrizione.

    Oltre a Previti, il 30 aprile scorso il tribunale aveva condannato gli avvocati Attilio Pacifico (11 anni) e Giovanni Acampora (5 anni e sei mesi), gli ex giudici Vittorio Metta (13 anni) e Renato Squillante (8 anni e sei mesi), Felice Rovelli (6 anni) e Primarosa Battistella (4 anni e sei mesi), rispettivamente figlio e moglie dello scomparso finanziere Nino Rovelli, proprietario della Sir, entrambi imputati solo per questo filone. I giudici hanno inoltre stabilito a carico dei condannati a vario titolo, e in relazione al filone per cui sono stati riconosciuti colpevoli, un risarcimento di 516 milioni di euro a favore dell'Imi, 380 milioni di euro alla Cir, un milione di euro alla presidenza del Consiglio, 129.000 euro al ministero della Giustizia, tutti costituitisi parti civili.


    Si resta in attesa delle "interpretazioni" da parte dei numerosi "House organ" e degli ormai pochi "defensor dei" del Banana.

    Monito preventivo:

    «Non avete un’idea di quale disponibilità al servilismo dimostrino gli estimatori di Berlusconi. Neppure ai tempi di Starace c’erano così clamorose e pubbliche dichiarazioni di devozione».

    Enzo Biagi, Il Corriere della Sera, 3 agosto

  2. #2
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    Siete in attesa delle "interpretazioni" degli house organ bananas o siete stati intimiditi dal monito dell'epurato Biagi???


  3. #3
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    Motivazioni Imi-Sir: «Corruzione devastante»
    Rese note le oltre 1.000 pagine della sentenza di condanna di Previti e degli ex giudici Metta e Squillante
    MILANO - Motivazioni durissime. I giudici della quarta sezione penale, nelle oltre 1000 pagine delle motivazioni sulla sentenza Imi-Sir-Lodo Mondadori, depositate in cancelleria e rese note oggi, parlano di «impressionanti analogie» tra la vicenda Imi-Sir e quella Lodo Mondadori, usando termini come «caso di corruzione devastante» e «degrado della giustizia che da cieca fu trasformata in giustizia ad uso privato».
    LA SENTENZA - Nelle motivazioni i giudici milanesi hanno spiegato perchè il deputato di Forza Italia Cesare Previti è stato condannato a undici anni per corruzione in atti giudiziari, mentre a Vittorio Metta furono inflitti 13 anni.


    L'ex ministro della Difesa Cesare Previti (Ansa)
    E hanno spiegato perchè, invece, è stato assolto il magistrato romano Filippo Verde, che nel periodo contestato della causa Imi-Sir era capo di gabinetto del ministro Vassalli. Hanno illustrato anche le ragioni della condanna dell'ex capo dei gip di Roma, Renato Squillante, a 8 anni e 6 mesi, di quella dell'avvocato Giovanni Acampora a 5 anni e 6 mesi e di quelle della vedova di Nino Rovelli, Primarosa Battistella, e di suo figlio, Felice, rispettivamente a 4 anni e mezzo e a 6 anni.
    VERSIONE DI PREVITI INATTENDIBILE - «La versione di Cesare Previti, in sè e per sè considerata è inattendibile, illogica e contraddittoria oltre che totalmente priva di agganci probatori esterni». Particolarmente duri i giudici sulle versioni fornite da Cesare Previti sulla vicenda Imi-Sir. «Volendo trarre alcune conclusioni in ordine alla valutazione intrinseca delle dichiarazioni di Cesare Previti - si legge a pagina 255 delle motivazioni - non si può fare a meno di evidenziare, anche per quanto lo riguarda, tratti di marcata inverosimiglianza e di assoluto contrasto con le regole della logica e di buon senso che normalmente presiedono ai comportamenti umani».
    Sulla posizione del parlamentare di Forza Italia «pesa a suo sfavore l'iniziale menzogna relativa alla destinazione dell'ingente somma ricevuta nel 1994, a causa finita, dagli eredi Rovelli, inserita in un quadro di generale presa di distanze da tutti i soggetti in quel momento protagonisti della indagine. Una menzogna - scrivono i giudici - che pesa ancora di più quando si vanno a valutare le giustificazioni addotte dall'imputato allorquando, nel corso dell'esame dibattimentale, ha rappresentato uan diversa verità dei fatti, sempre e comunque lontana dall'accusa di corruzione». «Orbene - continua la motivazione - secondo l'imputato, il Tribunale dovrebbe pensare che, di fronte ad una gravissima accusa di corruzione in atti giudiziari un Parlamentare della Repubblica, ex ministro sul cui capo pende una richiesta di autorizzazione alla esecuzione della custodia cautelare in carcere, si preoccupi solo ed esclusivamente di «coprire» in tal modo compensi leciti (sia pur percepiti con elusione fiscale) e la preoccupazione sia così forte da spingerlo a mentire (rendendo dichiarazioni palesemente inverosimili) sull'essere stato l'effettivo destinario di quelle somme. È lecito nutrire su tale giustificazione, ed il Tribunale ne nutre molti, anche sulla base della versione dibattimentale, non certo migliore - anzi forse più problematica, quanto a verosimiglianza e rispondenza a criteri di logica - rispetto alla prima».
    LA QUESTIONE DEL BONIFICO - Affrontando il caso Lodo Mondadori, i giudici della quarta sezione del Tribunale di Milano argomentano in vari modi, nelle motivazioni, come la causale di un versamento effettuato nel 1991 dal conto All Iberian della Fininvest al conto Mercier riconducibile a Cesare Previti «non può che rinvenirsi nel contributo fornito da Previti all'esito favorevole» della vicenda che vedeva contrapposti Carlo De Benedetti e la stessa Fininvest. La somma, secondo i giudici, non può essere qualificata come «normale parcella in nero» per le prestazioni professionali di Previti, «anche al di fuori di un regolare mandato», ma si deve ritenere una «provvista pagata dalla Fininvest di Silvio Berlusconi per regolare rapporti di natura illecita - corruzione del giudice Metta - strettamente connessi alla causa Mondadori».
    ACCUSE INFAMANTI - «Questo Tribunale - scrivono i giudici nella sentenza - è stato oggetto, negli ultimi due anni in particolare, delle critiche più aspre e delle accuse più gravi - perchè di questo si è trattato - dentro e, soprattutto, fuori dall'aula, fino a quella più infamante per un giudice: quella non poche volta propalata, di essere non al servizio della legge ma al soldo di una parte politica».
    6 agosto 2003 -

  4. #4
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    Citato sei volte il convitato di pietra
    di ma.mo.

    Nel processo Lodo Mondadori, Silvio Berlusconi non era tra gli imputati. Il suo nome però appare più volte nelle motivazioni scritte dai giudici alla sentenza.
    «Il giudice Metta - viene sottolineato - ha venduto alla parte Sir-Rovelli prima e a quella Fininvest-Silvio Berlusconi dopo, dietro pagamento di denaro, entrambe le cause che erano a lui state contemporaneamente assegnate nel solo anno 1990».
    E ancora, i giudici aggiungono di ritenere «provato l'incasso di sostanziose tangenti» da parte dello stesso Metta, il «ruolo di intermediari nella corruzione svolto dagli avvocati Previti, Pacifico Acampora» tra cui lo stesso Metta, Squillante («ancora più organico») e «quelle imprese e quegli imprenditori (nella specie la Sir della famiglia Rovelli in un caso e la Fininvest di Silvio Berlusconi nell'altro), che avessero la necessità di avvalersi dei loro "servigi" e che «nel concreto se ne sono avvalsi, profumatamente pagandoli ma ottenendone enormi vantaggi».
    Del Presidente del Consiglio si parla anche a proposito delle deposizioni di Stefania Ariosto e Vittorio Dotti. Una prima volta quando vengono sottolineati i rapporti della teste "Omega" con l'entourage Fininvest, ben prima dell'inizio della sua relazione con Dotti. Sono numerosissimi i richiami (sulle sue agende) a Confalonieri, Dell'Utri, Silvio e Paolo Berlusconi, Galliani e Veronica Berlusconi; sono annotati i numeri privati di Berlusconi in Milano, Roma, St.Moritz, Sardegna. Risultano inviti a cene Fininvest e alla villa di Arcore per le feste di Natale.

    Nelle motivazioni si dà risalto però soprattutto a un altro episodio risalente all'agosto del 1995, «quando la teste aveva da poco inziato a rendere dichiarazioni al pm».
    «Dotti - scrivono i giudici - era appena partito per una vacanza in barca con la fidanzata, quando la propria segretaria lo aveva avvisato di una chiamata da parte di Gianni Letta, il quale lo informava a sua volta che Silvio Berlusconi aveva necessità di parlargli».
    Richiamato Berlusconi, in partenza per le Bermuda, Dotti si sarebbe sentito chiedere se fosse vero che «Stefania aveva la scorta». Alla risposta affermativa, spiegata con minacce ricevute dall'Ariosto da ambienti di «cambisti con i quali, a causa del vizio del gioco al casinò si sarebbe fortemente indebitata», Berlusconi gli aveva domandato: «Ma non è che Stefania sta dicendo cose sul gruppo?». La domanda avrebbe stupito Dotti che per abitudine evitava di parlare del proprio lavoro, tanto più con la fidanzata della quale non si fidava granchè, ritenendola una che «parlava troppo». Aveva allora rassicurato Berlusconi.

  5. #5
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    In origine postato da MrBojangles
    Siete in attesa delle "interpretazioni" degli house organ bananas o siete stati intimiditi dal monito dell'epurato Biagi???

    Tu invece hai già letto il dispositivo della sentenza, te ne sei già fatta un'idea precisa e scrivi commenti tuoi dall'alto della tua cultura giuridica e non solo?
    Io non so se Berlusconi e Previti siano colpevoli o no. Ma so di sicuro che tu sei uno dei due o tre forumisti più disprezzati di Pol, per i vostri commenti fatti di stupidità rischiarata di tanto in tanto da lampi di autentica imbecillità. Tu, rispetto ad altri ci metti una volgarità ridanciana e garrula tipica dei sinistri come te, fottuti dalla vita fatta di nulla.
    Nessuno andrà in galera, quindi rilassati e mettiti tranquillo. Non c'é nessuna fretta. E' solo una prima sentenza. Il Pool da anni lo prende in quel posto e sarà così anche stavolta. Ti piaccia o no. Poi ti spieghiamo il perché.
    So long.



  6. #6
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    Il signor Bojangles è un pubblico calunniatore che disprezza le regole ......e anche quelle del forum.
    Questo 3d è necessariamente chiuso per motivi .....d'igiene pubblica.

    Saluti liberali

 

 

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