Manchester, domani si apre Congresso del Partito Conservatore
Un congresso con la concreta prospettiva di una vittoria alla elezioni politiche: al Partito Conservatore non capitava ormai dai tempi di Margaret Thatcher, ma l'ottimismo che regnerà domani tra i delegati riuniti a Manchester dovrà essere temperato dalla pesante eredità che il prossimo esecutivo, qualunque sia, si troverà ad affrontare. Dopo gli scandali dei rimborsi illegali ai parlamentari la fiducia dell'elettorato britannico nella politica e nelle istituzioni è al minimo storico: la crisi economica e la sua gestione da parte del governo laburista potranno dare una mano ai Tories, che dovranno un eventuale successo nel 2010 più all'impopolarità del premier Gordon Brown che ai meriti effettivi di David Cameron. Questi ha dalla sua parte un'immagine di gioventù e dinamismo non dissimile da quella di Tony Blair all'inizio del suo mandato: dovrà anche trovare una politica in grado di risolvere o lenire problemi quali la disoccupazione in aumento, il debito pubblico salito a mille miliardi di sterline, il tutto alla guida percepito da sempre come quello dei più ricchi e privilegiati. Partito che potrebbe trovarsi a vivere anche una pericolosa tensione interna: il "sì" irlandese al Trattato di Lisbona spiana la strada alle ultime ratifiche ancora in sospeso (Polonia e Repubblica Ceca) e rende difficile per Cameron rispettare l'impegno a tenere un referendum una volta l'accordo sia già stato adottato da tutta l'Ue; è probabile però che una parte dei Tories insisterà comunque sulla consultazione, rischiando di mettere il leader conservatore in rotta di collisione con il resto dell'Unione. Cameron da parte sua, in un editoriale pubblicato dal Sunday Telegraph, si è impegnato a smantellare "il labirinto governativo" messo in piedi dai laburisti, colpevole a suo dire di aver "soffocato l'innovazione le imprese, i veri motori della crescita e dell'occupazione".
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