User Tag List

Pagina 1 di 3 12 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 26
  1. #1
    Segafredo
    Ospite

    Predefinito Il problema energetico italiano (e europeo)

    Siete bravi a parole voi...ma di cultura tecnica quanta ne avete??
    Vi propongo un tema, che entro breve diventerà più importante dell'aria che respirate.
    Questo paese allo sbando è lanciato a folle velocità verso il disastro più totale. La peggior cosa che potrà capitarci non verrà nè dalla Goldman Sachs, nè da Prodi, nè da una guerra in medio oriente.
    Deriverà direttamente dalla follia masochista che l'Italia, dal 1987, persegue in campo energetico.
    L'abbandono del nucleare è l'errore più madornale del nostro popolo bue, e pesa come un macigno. Oggigiorno si sta disperatamente tentando di svincolarsi dalla dipendenza dal petrolio (col quale si produceva oltre il 60% della nostra energia elettrica...), ma si sta facendo una cazzata enorme: andare sempre più verso la dipendenza dal gas!!!
    Questi cazzo di rigassificatori sono l'ennesima balla che ci propinano, non servono a niente se non a far fare ancora più soldi all'ENI, a noi servono centrali nucleari, o saremo sempre dipendenti dagli altri.



    I dati più recenti confermano che il consumo del metano è in continua e forte crescita
    Energia e Europa, l’eccessiva dipendenza dal gas sta diventando un rischio reale


    prof. ing. Pierangelo Andreini

    Il metano è la fonte che registrala crescita più rapida nei consumi energetici mondiali. Lo dicono le ultime stime dell'Aie (Agenzia Internazionale Energia), secondo le quali l’ incidenza del gas naturale nella copertura della domanda mondiale d'energia, da trent’ anni in costante aumento, dovrebbe passare dal 21% del 2002 al 25% nel 2030, scalzando dal secondo posto il carbone entro 25 anni. In Europa, dove in termini di energia primaria il metano ha sorpassato il carbone per la prima volta nel 1999 e si prevede che lo supererà di oltre il 40% nel 2020, la quota del gas nel consumo totale d'energia dovrebbe passare dall’ attuale 23% (contro il 45% del petrolio), al 25% nel 2010, al 28% nel 2020 e al 32% nel 2030 (nel 1971 era solo dell'8%). L’ UE, già dipendente dalle importazioni estere di energia fossile per il 50% del proprio fabbisogno e con consumi in costante aumento, potrà raggiungere nel 2030 il valore del 70%. Ciò ovviamente comporterà maggiori rischi d’ approvvigionamento, poiché in gran parte l’ energia fossile proviene o attraversa Paesi che hanno economie ancora in fase di transizione, caratterizzati da condizioni di potenziale instabilità politica e sociale. Solo recentemente l’ UE si è resa pienamente conto di questa situazione critica, quando, a seguito dell’ improvviso rallentamento delle forniture dai gasdotti russi, ha scoperto di essere fortemente dipendente non solo del petrolio, ma anche dal metano.
    È stato un brusco risveglio che ha messo a nudo la pericolosa esposizione dell’ Unione, alla quale peraltro sono soggette tutte le economie dei Paesi industrializzati. Le riserve mondiali di gas conosciute sono infatti concentrate in poche nazioni e l’ Europa ne detiene solo circa il 4%, contro il 40% del Medio Oriente e il 32% dell'ex-Unione Sovietica. Nel 2005 l’UE ha consumato 413 miliardi di m3 di gas naturale proveniente per il 61% dall’Europa, per il 24% dalla Russia, per l’ 11% dall’Algeria e per il 4% altri Paesi. l’Europa occidentale riceve quindi circa un quarto del gas che consuma dalla Russia, e poichè il 90% di questo gas viene trasportato attraverso l’Ucraina, permane una condizione di rischio. Come detto, nel vecchio continente, con percentuali di copertura dei fabbisogni nazionali di energia molto diverse da un Paese all’altro, la domanda di gas segna un continuo incremento.
    L’anno scorso, secondo le statistiche di Eurogas, i consumi di metano sono aumentati dell’ 1,9% rispetto al 2004, complice un inverno più rigido della norma che ha accresciuto il fabbisogno, specie nel settore civile. La maggior parte del gas è stato consumato dal settore residenziale e commerciale (38,5%), seguito dal settore industriale (34,7%), dalla generazione elettrica (22,1%) e altro (4,7%) La crescita ha interessato comunque tutti i settori economici, specie quello termoelettrico, dove il metano tende a sostituire gli altri combustibili fossili, per ragioni di efficienza energetica, ambientali, e di minor impegno finanziario richiesto per la realizzazione delle centrali. Circa gli aumenti previsti per il medio periodo, le stime più recenti sono quelle di Cedigaz, il Centro internazionale d’Informazione sul gas naturale. I dati sono impressionanti. Nel 2020 il fabbisogno di gas dell’Unione europea potrà raggiungere i 900 miliardi di metri cubi, più del doppio rispetto al valore registrato nel 2000, e almeno il 65% di questo gas dovrà essere importato. Secondo Cedigaz, se il trend di progressivo aumento si confermerà negli anni, nel 2030 le importazioni di metano potrebbero crescere fino a costituire l’80% della domanda. Uno squilibrio che dovrà fare i conti anche con una progressiva riduzione dell’offerta interna.

  2. #2
    Segafredo
    Ospite

    Predefinito

    Il petrolio e il gas sono sempre dominanti
    L’energia e lo scenario dei prossimi vent’anni

    prof. ing. Pierangelo Andreini


    L’edizione 2005 del WEO (World Energy Outlook), il rapporto dell’Agenzia Internazionale della Energia (IEA – International Energy Agency) che analizza annualmente l’ evoluzione del mercato energetico mondiale, dedica una particolare attenzione al Medio Oriente e al Nord Africa, sottolineando l’ importanza strategica e il ruolo crescente che sarà ricoperto, nei prossimi 25 anni, dai Paesi del MENA (Middle East e North Africa) nei settori del gas e del petrolio. In oltre 600 pagine di statistiche dettagliate e analisi approfondite, il rapporto delinea la situazione in prospettiva di Medio Oriente e Nord Africa, con particolare riferimento agli sviluppi in Algeria, Egitto, Iran, Iraq, Kuwait, Libia, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, esaminandone i molteplici aspetti, quali la domanda interna, le risorse, le politiche, gli investimenti, la produzione, le esportazioni e perfino l'uso dell'energia durante il processo di desalinizzazione dell'acqua. Secondo il documento fra meno di trent'anni, dall'area MENA giungerà il 44% del greggio estratto a livello mondiale, contro l'attuale 35%. Oggi questi territori offrono grandi potenzialità per le nuove prospezioni, ma sono del tutto deficitari dal punto di vista delle infrastrutture energetiche. Perciò la collaborazione tra i Paesi detentori della tecnologia e quelli dotati delle risorse energetiche sarà un fattore critico di importanza fondamentale. In particolare serviranno investimenti pari ad almeno 56 miliardi di dollari all'anno in infrastrutture per la produzione e il trasporto di petrolio e gas. A questo proposito l’ IEA ritiene che proprio la mancanza di investimenti nell'upstream e nel downstream ha contribuito al recente irrigidimento del mercato petrolifero mondiale, mentre le importazioni di energia dal Medio Oriente e dal Nord Africa sono destinate ad aumentare, accrescendo inevitabilmente la dipendenza da queste zone dei Paesi occidentali e di altri grandi importatori quali Cina ed India. Il rapporto esamina tre scenari, uno di riferimento, nel quale si ipotizza che le politiche energetiche non subiscano grandi mutamenti e, semplificando, che i Paesi produttori siano in grado di produrre quanto i Paesi consumatori chiedono, anche se a prezzi crescenti. Tale scenario prevede che entro il 2030, in assenza di cambiamenti nelle politiche di governo, la domanda di energia aumenterà del 50% per effetto della forte crescita economica dei Paesi emergenti, quali India e Cina. Petrolio e gas rimarranno le fonti dominanti, anche se altre risorse vedranno crescere rapidamente la propria quota nel mix energetico. Il rapporto stima che il prezzo del greggio si abbasserà fino a circa 35 dollari nel 2010, grazie ad una maggiore capacità di produzione e raffinazione del greggio. In seguito, il prezzo del petrolio aumenterà gradualmente fino a raggiungere i 39 dollari nel 2030. Continueranno a permanere problemi di copertura del fabbisogno energetico su scala globale, ma le risorse energetiche del Pianeta saranno sufficienti per far fronte alla domanda prevista, anche se saranno necessari 17 trilioni di dollari per trasformare queste risorse in approvvigionamenti fruibili.

    In mancanza di investimenti adeguati, il rischio sarà un rialzo dei prezzi dell'energia e un indebolimento della crescita del Pil. Sul fronte ambientale, è stimato un incremento del 52% delle emissioni di biossido di carbonio, per effetto del maggiore consumo di combustibili fossili. Il secondo scenario, denominato Deferred investment, valuta la situazione che si determinerebbe nel caso in cui i Paesi produttori non intendano produrre quanto richiesto o non possano effettuare gli investimenti necessari per valorizzare le riserve. In questo caso il prezzo del petrolio raggiungerebbe i 52 dollari nel 2030. Infine il terzo scenario (Alternative) stima le ricadute di un netto cambiamento delle politiche energetiche dei Paesi consumatori con l’ adozione di misure stringenti per incoraggiare l’efficienza energetica, modificare il mix dei combustibili e accrescere il ricorso alle fonti rinnovabili. In questo caso entro il 2030 la domanda di energia globale potrebbe ridursi persino del 10%, anzichè aumentare del 50%. Il prezzo del petrolio scenderebbe del 15% e le emissioni di gas serra potrebbero abbassarsi, nel complesso, del 16% rispetto ai valori attuali. Il rapporto sembra dar torto ai “teorici del picco”, secondo cui l’ esaurimento delle riserve di greggio sarebbe ormai prossimo, dando invece ragione ai loro antagonisti, convinti che a frenare l’ offerta sia la carenza di investimenti. Anche se la storia dell’ energia è costellata di profezie rivelatesi sbagliate, non vi è dubbio che la causa prima dei rincari del prezzo del greggio verificatisi nel 2005 è stata la crescita poderosa della domanda della Cina e delle altre economie emergenti, ma la maggioranza degli osservatori è altrettanto convinta che le risorse di combustibili fossili sono destinate a calare nei prossimi decenni. Quel che è certo è che al momento il vincolo maggiore non è la disponibilità di greggio, ma l’ insufficienza degli investimenti nelle attività di esplorazione, estrazione e raffinazione e, soprattutto, il grave ritardo nell’ attuazione delle politiche di ricerca e innovazione per accrescere l’ efficienza dei processi di conversione energetica e ridurre i consumi negli usi finali.

  3. #3
    Segafredo
    Ospite

    Predefinito

    Un problema che sta coinvolgendo tutti i governi del Vecchio Continente
    Gas, l’Italia e l’Europa sono di fronte a una nuova crisi di non facile soluzione


    Davide Canevari


    Per anni l’Italia dell’energia ha fatto storia a parte, vincolando il suo sistema di generazione in maniera eccessiva – e non comparabile con quanto succedeva nel resto delle nazioni sviluppate – al petrolio. Poi, apparentemente ravveduta, ha scelto di chiudere i rubinetti… aprendo le manopole. È così iniziata la transizione verso il gas naturale. Una transizione che ormai, secondo la maggior parte degli osservatori, è diventata una quasi deriva. Negli anni ’70, alla faccia di qualsiasi politica di diversificazione il 75 per cento della domanda energetica nazionale era soddisfatto dal petrolio, il 10, 2 dal gas naturale. Oggi il peso del greggio si è sì ridotto - 44,7 per cento - ma nello stesso tempo l’apporto del gas è salito al 33,8. Quindi il ricorso a combustibili fossili di origine liquida e gassosa non è di fatto cambiato di molto (dall’85 al 78 per cento). Ciò che più conta è il fatto che il valore italiano - nel compless, come detto, il 78,5 per cento - è rimasto lontano anni luce dalle medie dei Paesi più sviluppati. In area Ocse, ad esempio, l’incidenza dell’oil&gas non supera il 62,7 per cento: il petrolio pesa per il 40,7 e il gas per il 22. Il gas naturale in Italia incide, quindi, per il 50 per cento in più rispetto alla media dei Paesi più evoluti. Con quali possibili conseguenze negative lo si è visto durante la recente crisi tra Russia e Ucraina. “Il caso scoppiato nelle scorse settimane – è il parere dell’onorevole Guido Possa, viceministro all’Istruzione - deve fare riflettere sulla vulnerabilità del nostro Paese. Purtroppo nell’immediato futuro le linee di tendenza sono queste: prezzi alti del greggio e tensioni sull’approvvigionamento del gas naturale.

    Il caso scoppiato nelle scorse settimane tra Russia e Ucraina e i recenti sviluppi di questi giorni devono farci riflettere

    L’Italia, dunque, è tutt’altro che esente da rischi, ed è esposta più di altri Paesi europei”. Sulla stessa lunghezza d’onda i commenti di Andrea Clavarino, presidente di Assocarboni: “Il nostro auspicio per il 2006 è quello di avere un Italia un po’ meno votata al gas naturale. Il vero problema del nostro Paese – tuttora irrisolto - è quello di essere alla mercé energetica di poche nazioni fornitrici, spesso politicamente a rischio; con l’aggravante di prendere coscienza della gravità della situazione solo quando scoppia qualche caso internazionale”. “Oggi si può davvero parlare di criticità sul lato offerta per il sistema gas in Italia e quindi di possibile mancanza di approvvigionamento per i prossimi anni”, l’ulteriore segnale d’allarme lanciato da Edgardo Curcio, presidente dell'Associazione italiana economisti dell'energia, in un intervento pubblicato dal periodico Nuova Energia. Fra i motivi della nostra debolezza vanno certamente citati i molti ostacoli che si stanno creando alla realizzazione di nuove infrastrutture di ricevimento di gas (è il caso del terminale di rigassificazione di Brindisi), la inattesa caduta della produzione nazionale di gas naturale e, infine, la forte crescita della domanda di gas in tutti i settori. “Lo scenario di previsione della domanda, basato sulla sostanziale continuazione delle tendenze recenti del sistema economico ed energetico italiano – rileva ancora Edgardo Curcio - vede una crescita complessiva di questa fonte piuttosto marcata, ad un ritmo medio annuo di circa il 2,5 per cento da qui al 2010. Incremento che proseguirà a tassi del 2 per cento fino al 2015 e di poco inferiori al 2 per cento fino al 2020. Considerata l’evoluzione attesa della produzione nazionale di gas naturale - prevista scendere dagli attuali 13 miliardi di metri cubi ai circa 5 miliardi al 2010 - e il forte aumento della domanda, si profila per il 2010 un quadro di offerta che, largamente dominato dalle importazioni, presenterà diversi elementi di criticità sia in relazione alla capacità delle infrastrutture di importare gas naturale sia per quanto riguarda il volume di gas complessivamente contrattato”. È infatti previsto che da qui al 2010 le importazioni di gas naturale in Italia possano passare dagli attuali 82 miliardi di metri cubi fino a circa 97 (per un incremento delle infrastrutture via tubo realizzate da Eni e per l’entrata in esercizio del solo terminale di rigassificazione della Edison/Exxon/Qatar a Rovigo). Per quella data la domanda totale di gas di importazione dovrebbe aver raggiunto i 90 miliardi di metri cubit. “Conseguentemente la capacità infrastrutturale di gas in Italia – si legge nello studio pubblicato su Nuova Energia - sarà appena sufficiente a coprire le importazioni previste con un margine di scarto inferiore al 9 per cento, il più basso nella storia delle importazioni di gas nel nostro Paese, mettendo così a serio rischio la sicurezza e soprattutto la flessibilità del mercato del gas in Italia”. “Se poi venissero realizzate tutte o anche molte delle infrastrutture di ricezione gas (gasdotti e terminali di GNL) previste in Italia – prosegue Curcio - e la capacità fosse superiore al fabbisogno interno, sarebbe opportuno valutare le convenienze che possono scaturire dalle dinamiche domanda-offerta di gas a livello europeo, che offrono spazi per trasformare il nostro Paese da un importatore netto di gas ad un Paese di transito e quindi riesportatore di gas verso l’Europa Continentale: Proprio nel Vecchio Continente si prospetta un deficit di offerta dell’ordine dei 50 miliardi al 2010 e di 125 miliardi di metri cubi al 2015”.

  4. #4
    Forumista esperto
    Data Registrazione
    26 Aug 2013
    Messaggi
    14,308
     Likes dati
    0
     Like avuti
    11
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Io sono straconvinto che l'Italia dipende dal petrolio e dal gas perche' a suo tempo QUALCUNO nell'ambiente politico italiano e' stato comperato dai petrolieri oppure riceveva un percentuale dai produttori di petrolio e gas.

    Chiusa una centrale nucleare perfettamente funzionante e che da solo assicurava energia elettrica alla Lombardia !

    Intanto osservate le nostre citta' ed i nostri paesi etc. : illuminazione notturna sgargiante neanche fossimo in Araba Saudita : nessuno che dica che prima di tutto non bisogna sprecare in illuminazione sfarzosa ed inutile.

    Consumate consumate che cosi' NOI guadagnamo cifre folli !

    Un autentica peste sono stati in Italia i Verdi ! Al servizio di chi ?

  5. #5
    Vittima del kali yuga
    Data Registrazione
    25 Feb 2006
    Località
    Il desiderio, è come un fuoco insaziabile. Grazie alla barca della conoscenza certamente varcherai tutto l'oceano del male (b. gità)
    Messaggi
    13,954
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    .

  6. #6
    Forumista
    Data Registrazione
    21 Jul 2006
    Messaggi
    641
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Mai sentito parlare di fotovoltaico, di incentivi ministeriali, di possibilità di azzeramento della bolletta enel, di produzione di energia pulita che viene pagata 0,45 centesimi a Kw ? Se la maggior parte degli italiani approfittasse di tutto ciò, non saremmo costretti ad importare dalla francia l'energia che ci costa 0,90 centesimi a kw....

  7. #7
    Segafredo
    Ospite

    Predefinito

    Sapevo che sarebbe finita così...mi sa che quando (se capiterà) arriveremo al potere, dureremo 2 giorni, il tempo di fare un po di casino, tanti paroloni, due mazzate in camicia nera e arrivederci...

    L'italia svenduta ai petrolieri è una cosa ben nota da tempo, come è molto probabile che siano stati loro i fomentatori del referendum antinucleare (voglio dire: la sorella di Moratti, petroliere, è candidata coi verdi...)

    Per quel che riguarda il fotovoltaico, è un'altro specchietto per le allodole.
    Vado a memoria: all'Italia servono circa 56mila MW di potenza, si calcola che a regime (ossia pompando a dismisura la diffusione di queste celle) si arriverà a circa 1000MW...ossia l'1,8% del fabbisogno nazionale.
    Va detto che per un'abitazione, 24 mq di celle, per 3.5 kWp sono ben 22000euro. E almeno 12 anni per tornare a coperto delle spese.
    Inoltre si stima che a regime, sempre con gli stessi criteri, si arriverà al 10% circa del fabbisogno con tutte le fonti alternative sviluppate. A ciò va aggiunto il 18% di idroelettrico (di più non si può fare, è dimostrato che stiamo usando tutta l'acqua che possiamo).
    Resta il 62% rimanente...


    Ebbene, a chi ancora ha dei dubbi, 2 terzi dell'energia vanno prodotti coi cosiddetti "sistemi di potenza", ossia impianti in grado di fornire migliaia di MW.
    Questi sono di 3 tipi: a vapore, a gas, a ciclo combinato.
    I combustibili impiegabili sono: gas, olio pesante (petrolio), carbone, uranio.
    Siccome l'uranio e il carbone sono più diffusi nel mondo, se non si vuol essere dipendenti non si può che puntare su essi, e svincolarsi da gas e petrolio.
    Con soli 5 impianti nucleari da 3000 MW (taglia possibile), otterremmo:

    10% rinnovabili
    18% idroelettrico
    26,8% nucleare

    Resta il 45.2% da reperire, che si può dividere così:

    10% petrolio,
    10% gas
    25.2% carbone


    Fatto ciò, saremmo una tale potenza energetica da pisciare in faccia agli arabi, ai russi, ai tunisini, agli americani, e a quei froci dei petrolieri nostrani.

  8. #8
    Registered User
    Data Registrazione
    26 Aug 2004
    Località
    " Fascisti si è o non si è con distintivo o senza "
    Messaggi
    1,746
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Segafredo Visualizza Messaggio
    Sapevo che sarebbe finita così...mi sa che quando (se capiterà) arriveremo al potere, dureremo 2 giorni, il tempo di fare un po di casino, tanti paroloni, due mazzate in camicia nera e arrivederci...



    Fatto ciò, saremmo una tale potenza energetica da pisciare in faccia agli arabi, ai russi, ai tunisini, agli americani, e a quei froci dei petrolieri nostrani.

    Le mazzate bisogna in ogni caso darle perche in parlamento siedono delle bestie disumane di ignoranza che non ne sanno assolutamente niente di produzione di energia elettrica , eppure sono votati .

    La materia è molto interessante ed io da perito industriale ne sono attratto ma sono contro però il nucleare , per vari motivi . Credo che il petrolio debba essere utilizzato solo per prodotti " nobili " es produzione di materie plastiche et similia .

    Lancio altri interrogativi ai forumisti :

    Avete mai sentito parlare di olio di colza ?

    Avete mai sentito parlare di un auto che va ad " Aria compressa " il cui pieno costa 1,5 euro ? Esiste e funziona!!

    avete mai sentito parlare di generatori elettrici ad aria compressa ?

    Avete mai chiesto o vi siete chiesti perche le case costruttrici di auto non utilizzano motori di piccola cilindrata es 600 cc 900 cc con il turbo per aumentare il rendimento ? è una tecnologia disponibile perche non si usa ?

    In italia si continua a bruciare gasolio per il riscaldamento ....
    MS FIAMMA TRICOLORE

  9. #9
    Niente Di Complicato
    Data Registrazione
    15 Jun 2006
    Località
    Quanto più ci innalziamo, tanto più piccoli sembriamo a quelli che non possono volare
    Messaggi
    301
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    concordo perfettamente sul fatto che oggi e specialmente tra quelche anno l'italia dovrà riprendere in seria considerazione l'energia nucleare.
    io appartengo a quella generazione nata e cresciuta sul disastro di chernobyl, eppure penso che serbbe meglio avere delle centrali nucleari nostre, sul nostro territorio e controllate da noi, piuttosto che importare energia dalla francia ecc sapendo che se scoppiasse una centrale lì cambierebbe davvero poco...avremmo cmq danni irreparabili. oltretutto la tecnologia odierna ci permetterebbe di costruire reattori sicuramente più sicuri e funzionali. la bella storiella raccontata dai verdi sull'energia solare è solo fumo negli occhi! non basterebbe mai... e nel frattempo il tempo passa e "io pago"...

    ho sentito però che in italia il rischio sismico comporta un grosso problema. e vero? e che mi dite di chi pensa all'idrogeno come fonte alternativa?

  10. #10
    Registered User
    Data Registrazione
    26 Aug 2004
    Località
    " Fascisti si è o non si è con distintivo o senza "
    Messaggi
    1,746
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Citazione Originariamente Scritto da Homo novus Visualizza Messaggio
    concordo perfettamente sul fatto che oggi e specialmente tra quelche anno l'italia dovrà riprendere in seria considerazione l'energia nucleare.
    io appartengo a quella generazione nata e cresciuta sul disastro di chernobyl, eppure penso che serbbe meglio avere delle centrali nucleari nostre, sul nostro territorio e controllate da noi, piuttosto che importare energia dalla francia ecc sapendo che se scoppiasse una centrale lì cambierebbe davvero poco...avremmo cmq danni irreparabili. oltretutto la tecnologia odierna ci permetterebbe di costruire reattori sicuramente più sicuri e funzionali. la bella storiella raccontata dai verdi sull'energia solare è solo fumo negli occhi! non basterebbe mai... e nel frattempo il tempo passa e "io pago"...

    ho sentito però che in italia il rischio sismico comporta un grosso problema. e vero? e che mi dite di chi pensa all'idrogeno come fonte alternativa?
    Le centrali nucleari sono costano costruirle hanno una durata limitata e costano poi smantellarle , per non parlare dei problemi dell ' inquinamento .

    L ' idrogeno è pulito ma costa molto produrlo e trasportarlo ..

    Ma quanto terreno incolto abbiamo in Italia ve lo siete mai chiesto e quanta gente potrebbe lavorare per la produzione di energia elettrica da fonti alternative quali prodotti derivati da coltivazioni agricole per generare alcool o olio di colza o di semi ... ma davvero abbiamo bisogno di questo cavolo di petrolio ?

    Autarchia Energetica ..prossimo slogan della Fiamma !
    MS FIAMMA TRICOLORE

 

 
Pagina 1 di 3 12 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. La soluzione al problema energetico
    Di Ludis nel forum Fondoscala
    Risposte: 33
    Ultimo Messaggio: 11-06-13, 13:14
  2. Frattini: «Immigrati, problema europeo»
    Di zwirner nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 21
    Ultimo Messaggio: 26-08-09, 05:49
  3. Il problema energetico
    Di Tambourine nel forum Energia, Ecologia e Ambiente
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 29-01-07, 13:14
  4. Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 21-08-05, 15:40

Chi Ha Letto Questa Discussione negli Ultimi 365 Giorni: 0

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito