Risultati da 1 a 4 di 4
  1. #1
    Affus
    Ospite

    Predefinito Magistratura e politica

    Magistratura e politica
    Note per una corretta impostazione del rapporto
    in generale

    Per una effettiva, sana, separazione dei poteri occorre evitare da un lato interferenze della politica sulla magistratura, e dall’altro interferenze della magistratura sulla politica.

    Nel primo caso avremmo che i giudici, intimiditi dalla possibilità di trasferimenti o addirittura di licenziamento, e comunque di “insabbiamento” delle indagini, avrebbero verso i potenti della politica un atteggiamento di servile soggezione, chiudendo gli occhi sui loro reati. E ciò sarebbe un grave male per una corretta vita civile.

    Ma non meno grave sarebbe il secondo caso, allorché i magistrati pretendessero di fare politica, venendo meno al loro dovere di imparzialità, perseguitando personaggi di una sola area politica e lasciando indisturbati quelli di altre aree. Sarebbe grave perché appunto verrebbero meno al loro dovere essenziale di imparzialità e userebbero la loro sostanziale impunità per condizionare, se non sovvertire la volontà degli elettori.

    Se dunque è giusto che un giudice non guardi in faccia a nessuno (libero da interferenze della politica), allora non deve guardare proprio in faccia a nessuno, fino in fondo, senza farsi guidare da passioni politiche (senza pretendere di interferire nella politica).


    nell'Italia degli ultimi decenni
    In Italia le cose non sono andate così. Se per una prima parte della storia repubblicana la magistratura ha forse mostrato un eccesso di soggezione al potere politico, dagli anni '80, per poi trionfare negli anni '90, con Mani Pulit(ich)e, si è fatta strada una concezione di interferenza pesante di certa magistratura nella vita politica.

    Vediamo quali sono le cause di questa deviazione.

    la via italiana (gramsciana) alla rivoluzione
    1. il gramscismo, e la sua idea di prendere il potere con una egemonia culturale, piuttosto che con una rivoluzione violenta (tipo quella russa). La parola d’ordine, per 50 anni è stata: penetrare capillarmente nei gangli della società, soprattutto dove si può influenzare l’opinione pubblica: cinema, teatro, stampa, scuola, e, perché no?, magistratura. Fin dagli anni ’70 è iniziata una sistematica e capillare opera di penetrazione nella magistratura, a partire ad esempio dai "pretori d'assalto".

    la sete di potere
    2. E' però un fatto che i magistrati che oggi condividono un'idea giustizialista e che avversano in modo acre una precisa parte politica, privilegiando di fatto l'altra, sono ben di più di coloro che sono visceralmente di sinistra, e concepiscono in modo militantemente politico la loro funzione. Questi ultimi secondo stime verosimili non dovrebbero superare la metà dei magistrati, mentre recenti sondaggi dicono che nella magistratura l'odio contro la maggioranza di centro-destra arriva ben oltre l'80/90%. Che cosa allora spiega questo scarto? Il fatto che il giustizialismo garantisce ai giudici un maggior potere, che è sicuramente qualcosa di appetibile.

    il primato delle regole
    3. Inoltre tra una mentalità giuridica e il (post)leninismo esiste una importante affinità: il primato delle regole sull'uomo, il primato della legge sulla creatività, e dunque, facilmente, l'odio per chi ha successo. Perché il successo, con i suoi slanci imprevedibili, è uno sberleffo per chi è seduto sul piano del puro legalismo: non nel senso che vada (necessariamente, almeno) contro delle leggi (positive o naturali), ma nel senso che va (necessariamente) oltre delle leggi, rischiando. Invece chi non risica, non rosicando, si rode d'invidia, e macchina vendetta.

    l'immanentizzazione della giustizia
    4. C'è inoltre una ulteriore matrice culturale. Anche perché non vogliamo pensare che le tre cause sopra riportate siano (sempre) coestensive all'intera parte della magistratura "resistente!, resistente!, resistente!". Ed è la totale immanentizzazione della giustizia: la magistratura insomma deve sostituire Dio, su cui non si può (più) far conto. La flessione giustizialista è diretta conseguenza dell'ateismo, teorico o pratico, che la vede di fatto come l'ultima istanza, e perciò la sovraccarica di una valenza assoluta, sacrale, totalizzante, paragonabile solo a ciò che per i monoteismi è il Giudizio Universale.

    Quanti non hanno vissuto Mani Pulite come una palingenesi morale?

    Qui si colloca un punto che dovrebbe essere riconosciuto come insidioso dai credenti: tutti nasciamo col male dentro, col peccato originale, e chi ci può liberare dal male è solo Gesù Cristo, la sua grazia. Credere invece che ci siano alcuni esseri umani totalmente buoni e altri totalmente cattivi, per cui ai primi tocca eliminare (non necessariamente in senso fisico) i secondi, è la grave stortura delle ideologie totalitarie, che hanno prodotto centinaia di milioni di morti. Credere al potere sacramentalmente rigeneratore della giustizia umana è, prima ancora che un errore politico, una vera e propria eresia.



    """""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""" "

  2. #2
    God, Gold & Guns
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    Predefinito Re: Magistratura e politica

    In Origine Postato da Affus

    la via italiana (gramsciana) alla rivoluzione
    1. il gramscismo, e la sua idea di prendere il potere con una egemonia culturale, piuttosto che con una rivoluzione violenta (tipo quella russa). La parola d’ordine, per 50 anni è stata: penetrare capillarmente nei gangli della società, soprattutto dove si può influenzare l’opinione pubblica: cinema, teatro, stampa, scuola, e, perché no?, magistratura. Fin dagli anni ’70 è iniziata una sistematica e capillare opera di penetrazione nella magistratura, a partire ad esempio dai "pretori d'assalto".

    la sete di potere
    2. E' però un fatto che i magistrati che oggi condividono un'idea giustizialista e che avversano in modo acre una precisa parte politica, privilegiando di fatto l'altra, sono ben di più di coloro che sono visceralmente di sinistra, e concepiscono in modo militantemente politico la loro funzione. Questi ultimi secondo stime verosimili non dovrebbero superare la metà dei magistrati, mentre recenti sondaggi dicono che nella magistratura l'odio contro la maggioranza di centro-destra arriva ben oltre l'80/90%. Che cosa allora spiega questo scarto? Il fatto che il giustizialismo garantisce ai giudici un maggior potere, che è sicuramente qualcosa di appetibile.
    Mi sembra un processo molto simile al processo di crescita delle cellule tumorali

    E anche la sua pericolosita' per la societa' civile non e' inferiore a quella di un cancro per un organismo vivente

    Direi che e' tempo di passare al bisturi... anche se per sradicare la parte malata, come in ogni operazione chirurgica, ci saranno molte vittime anche nella parte sana

  3. #3
    Affus
    Ospite

    Predefinito Re: Re: Magistratura e politica

    In Origine Postato da Il Condor
    Mi sembra un processo molto simile al processo di crescita delle cellule tumorali

    E anche la sua pericolosita' per la societa' civile non e' inferiore a quella di un cancro per un organismo vivente

    Direi che e' tempo di passare al bisturi... anche se per sradicare la parte malata, come in ogni operazione chirurgica, ci saranno molte vittime anche nella parte sana

    sono operazioni impensabili in democrazia

  4. #4
    God, Gold & Guns
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    Predefinito Re: Re: Re: Magistratura e politica

    In Origine Postato da Affus
    sono operazioni impensabili in democrazia
    Chiaro. Ma la democrazia non e' eterna...

    Ormai e' questione di pochi anni (5 o 6, non di piu'), poi il sistema salta

 

 

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