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    Predefinito Se la sinistra cerca di nascondere Dio dietro a una lettera minuscola

    Se la sinistra cerca di nascondere Dio dietro a una lettera minuscola

    di Antonio Socci

    "Si può rimpiangere un regime che scriveva dio con la minuscola e Kgb
    maiuscolo?", si è domandato Solzenicyn. È una frase impressionante se solo
    si pensa che per secoli "Dio" è stato un sinonimo della parola felicità ("il
    senso ultimo della vita è la felicità", scriveva san Tommaso).

    Felicità, parola a lungo proibita come Dio. Proibita da un onnipotente e
    feroce apparato poliziesco.

    Oggi sono sempre meno a rimpiangere quei regimi comunisti orribili e
    assurdi. Ma quanto a "dio" c'è un fatto curioso. Sembra tornare in auge,
    sulla stampa di sinistra, anche quella borghese, mai stata marxista, proprio
    la deliberazione di scrivere "dio" con la minuscola. Perché? E cosa
    significa?

    L'esempio più significativo - anche per l'autorevolezza della firma - risale
    a Natale. Eugenio Scalfari, intellettuale di cultura illuminista, firmando
    uno spericolato "saggio" teologico cui fu dedicata la copertina dell'
    Espresso, scriveva varie volte "dio" con la minuscola. È vero che Scalfari è
    talora "creativo" nell'uso delle parole: scrive per esempio di un certo
    Paal (forse era Baal, il dio cananeo consorte di Astarte) e sull'ultimo
    Espresso definisce il Giobbe biblico un "edonita" (sarà stato, casomai,
    edomita?). Però è difficile pensare che tutte le volte in cui scrive "il dio
    di Israele", "il dio dei cristiani", "il dio di papa Wojtyla", quella "d"
    minuscola sia solo una distrazione. Del resto anche altri usano la "d"
    minuscola. Di recente in un commento sull'Unità si poteva leggere: "dio, l'
    arte, Marx e la poesia". Non solo. Pochi giorni fa, Adriana Zarri, che pur
    essendo assolutamente di sinistra è anche credente, ha scritto protestando,
    al manifesto, quotidiano su cui tiene una rubrica: "la settimana scorsa il
    manifesto mi ha fatto scrivere Dio con la minuscola, come fanno molti (non
    tutti) i giornalisti del nostro quotidiano... la loro minuscola è una sorta
    di professione di ateismo, direi (domando scusa) una sorta di civetteria
    laicista".

    Proprio "laicista" no. Credo che il laicissimo Mazzini - per esempio - non
    abbia mai scritto "dio" con la minuscola. Ovviamente si può scrivere "dio"
    con la minuscola quando è un nome comune (se, ad esempio, parliamo della
    mitologia greca, che ha molti dèi), ma quando si parla del Dio degli ebrei e
    dei cristiani, come pure dei musulmani o dei teisti, è un nome proprio e
    scriverlo con la minuscola è semplicemente sbagliato.

    Non c'entra niente l'essere non credenti. Tutti ritengono che Giove e Apollo
    non esistano, ma scrivono il loro nome con la maiuscola. Come quello dei
    personaggi letterari, da Madame Bovary a Pinocchio, da Karamazov a Holden:
    il nome proprio si scrive con l'iniziale maiuscola. Non è opinabile, come
    non è opinabile usare la maiuscola dopo il punto. É una regola, che vale
    perfino per Topolino e per il nome del cagnolino di casa vostra.

    Ma il manifesto non ha perdonato a Dio di essersi fatto evocare - durante la
    recente guerra in Irak - da George Bush, oltreché da Saddam Hussein. Un
    articolo di Filippo Gentiloni il 30 marzo iniziava più o meno così: "dio (la
    minuscola è d'obbligo) non è mai stato così nominato. Invocato.
    Bestemmiato". Si dirà che Gentiloni insorgeva contro la strumentalizzazione
    di Dio fatta in funzione politico-militare. Ma in realtà se la prendeva pure
    con Il "dio di pace" invocato - secondo lui vanamente - dai cattolici: anche
    quello era scritto con la minuscola. Il titolo dell'articolo, "Un dio di
    pace e di guerra", non faceva distinzioni. Per "dio", secondo Gentiloni, "la
    minuscola è d'obbligo".

    Deve essere per questo "obbligo" che pure l'articolo della Zarri è caduto
    sotto la "censura" delle maiuscole. La Zarri è insorta chiedendo almeno
    tolleranza: "scrivete Dio come volete, ma consentite anche a me di scriverlo
    come voglio". Sembra una questione da poco, un problema nominale, ma non è
    così. L'ateismo militante è stato un fatto politico, non filosofico o
    teologico: il diffondersi del Pci in Italia, nel dopoguerra, comportò un
    enorme fenomeno di abbandono della Chiesa, nelle campagne e nelle élite
    culturali (che in parte erano già lontane dalla fede). A garantire la
    Felicità pensava il Partito. Cinquant'anni dopo, una volta crollati
    nell'ignominia l'Urss e gli altri regimi comunisti, chiuso il Pci per
    fallimento, abbandonata (a quanto pare da tutti) l'ideologia marxista.
    sarebbe stato giusto attendersi che tornasse ad avere cittadinanza "il
    problema di Dio", che era stato espulso (o deportato in Siberia) per motivi
    politici.

    Bastava dire: "Compagni ci siamo sbagliati, è stato assurdo e orribile che
    un partito abbia decretato lo sfratto di Dio". Ma non è accaduto. Fra gli
    intellettuali ex-marxisti solo qualcuno è stato incuriosito dall'immenso e
    bimillenario pensiero cristiano. Cacciari ha preso a discettare di "angeli",
    ma salendo subito in cattedra e pretendendo di insegnare teologia alla
    Chiesa senza fare i conti personali con la domanda su Dio (che non è una
    questione intellettuale).

    Qualcuno però il problema a sinistra l'ha posto. Per esempio Gianni Vattimo.
    Scrive in "Dopo la cristianità", uscito nel 2002, che il crollo dei sistemi
    comunisti e di quell'ideologia (come pure dell'ideologia positivista) ha
    comportato anche "la caduta delle ragioni filosofiche dell'ateismo". Ma la
    cultura italiana - per decenni vissuta alla corte del Principe gramsciano -
    non se n'è mai accorta e oggi naviga a vista sulle banalità. "Il silenzio
    della filosofia su Dio sembra oggi privo di ragioni fìlosoficamente
    rilevanti. Nella massima parte", aggiunge Vattimo, "i filosofi non parlano
    di Dio o anzi si considerano esplicitamente atei o irreligiosi, per pura
    abitudine, quasi per una sorta di inerzia". Aggiungerei: per superficialità
    umana. Al contempo - osserva ancora Vattimo - "dobbiamo prendere atto della
    rinascita della religione nella coscienza comune... è proprio questo che
    succede in tanti aspetti della reviviscenza della cosiddetta "cultura" di
    destra in alcuni Paesi occidentali come l'Italia. Qui la sinistra non è più
    cultura egemone" e "la rinnovata popolarità della religione" va di pari
    passo "con la ripresa politica dei partiti di destra". Questo dunque è il
    problema. In particolare il fenomeno si manifesta negli Stati Uniti con l'
    arrivo di Gerge W. Bush alla Casa Bianca. La stampa internazionale, durante
    le settimane della guerra, ha individuato proprio nella cultura
    cristiana-americana il connotato ideale di questa Amministrazione.

    Che Dio ritorni in Europa dal Paese della modernità e del liberalismo è una
    bella sfida intellettuale per chi credeva che la "religione" fosse un
    ferrovecchio incompatibile con la modernità. Da qui forse la ripresa dl
    ostilità ideologica - a sinistra - nei confronti di Dio e di tutto ciò che
    la Chiesa va dicendo. Proprio mentre si torna a ipotizzare dl nuovo la
    leadership del "cattolico Prodi", che infatti si è trovato a opporre un
    silenzio imbarazzante alle parole del Papa sulla menzione di Dio nella
    Costituzione europea.

    Sembra incredibile ma nell'area di centrosinistra nessun cattolico pone il
    problema. Nessuno chiede alla sinistra erede delle ideologie di disfarsi di
    quei pregiudizi. Eppure Dio non è né di sinistra, né dì destra. E attorno a
    Dio che ruotano le domande sul senso della vita, sulla felicità, sul dolore,
    sull'amore, sulla morte, sul male e sulla bellezza del mondo. Una cultura
    incapace di porsi queste domande può mai essere una cultura umana, capace di
    affrontare i problemi di un popolo?

    (c) Il Giornale - 15 agosto 2003

  2. #2
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    invece i padroni di socci lo scrivono "D-O" opppure "G-D"

  3. #3
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    Predefinito

    Originally posted by shambler
    invece i padroni di socci lo scrivono "D-O" opppure "G-D"
    Ti rendi conto che questa gentaglia spaccia il liquame di Socci per verità assoluta?

 

 

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