Ieri 54.000 italiani hanno realizzato il sogno della loro vita: un bel tredicissimo al totocalcio.

E' ora di piantarla con la favola del Berlusca porta-sfiga.

Con il Toto-caos vincono in 54 mila

Solo 2 euro a chi ha indovinato il «14». Pescante spiega: «Lo spettacolo deve continuare»



ROMA - Il calcio vi sembra impazzito? Cosa ne dite, allora, di una schedina Totocalcio così: chi fa «0» vince per sorteggio 4.000 euro (a Taranto), chi fa «9» ne porta a casa 5, chi fa «14» soltanto 2 e il vecchio sogno del «13» si restringe a un misero e solitario euro. A metà strada tra scandalo e commedia all’italiana i Monopoli di Stato, da quest’anno gestori dei concorsi pronostici, hanno vissuto una giornata indimenticabile. Sono stati infatti 54.648 i vincitori con il massimo risultato possibile, il famoso «tredicissimo» che da questa stagione deve rilanciare la schedina in crisi. Un diluvio di vincitori nato da tre circostanze: 1) la «serrata» di tutte le squadre di serie B, appoggiate anche da alcune di serie A, che ha mandato in campo su 14 partite solo Fiorentina-Prato; 2) la novità regolamentare di dare sempre e comunque un segno valido in schedina, anche in caso di partita non disputata. In questo caso, il segno più pronosticato dagli scommettitori. Una buona idea in caso di gara sospesa per nebbia o pioggia, visto che garantisce comunque il «14» e il «13», ma che in questo caso è diventata un boomerang; 3) l’innovazione, sul sito Internet dei Monopoli di rendere pubblici - e in tempo reale - i dati percentuali sull’andamento del gioco, scorporati in giocate sul segno 1, X e 2, per rendere un ulteriore servizio al giocatore: e cioè permettere fino all’ultimo minuto al giocatore che vuole «rischiare» di giocare una schedina con i segni meno pronosticati. E con possibilità di vincita più alta.
Questo cocktail di coincidenze ha provocato la vincita di massa e un notevole disorientamento ai Monopoli. È così che la colonna vincente è stata «congelata» domenica notte: quando gli operatori si sono accorti che i vincitori erano oltre 30 mila si è sparso il panico. La domanda era: è possibile che la vincita sia inferiore alla giocata minima, cioè un euro per due colonne «fisse»? In quel caso, più che sorridere, ci sarebbe stato da piangere. Soprattutto per la pubblicità negativa. Ai Monopoli smentiscono che il blocco fosse dovuto a un controllo un po’ capzioso del regolamento: vedere se fosse possibile assegnare il segno «1» o «2» alle gare dove almeno una delle due squadre si era presentata in campo. Ma la vittoria a tavolino non viene ratificata dall’arbitro ma dal giudice sportivo (che deciderà oggi). L’articolo 23 del regolamento Totocalcio è chiaro: il risultato è quello conseguito sul campo e ogni mutamento, deciso in seguito dalle autorità sportive competenti, non influisce sul concorso.
Ancor peggio è andata con il Totogol. La colonna vincente è stata infatti decisa anch’essa da un’unica partita: quel Benevento-Palmese, prima gara «valida» tra tante gare «fantasma». La partita è finita 7-0 e ha influenzato, per regolamento, tutte le gare non disputate. La Palmese, per problemi societari, ha schierato la squadra Berretti, che è stata travolta. E nel Totogol conta appunto il totale dei gol segnati dalle due squadre. Chi ha fatto «8 più» ha guadagnato 12 euro. Una buona quota visto che, in tantissimi, hanno giocato il minimo: un euro, magari con due colonne uguali.
Ai Monopoli, però, c’è anche chi ha reagito. È stato fatto notare che la scelta delle gare è fatta dal Coni (e la situazione della Palmese era chiara anche 15 giorni fa) e al calcio dei rissosi è stato ricordato che, per regolamento, la schedina si può fare anche con le partite di basket o volley. Di sicuro, la schedina più pazza del mondo ha avuto tanta pubblicità, mentre sono state sospese per un paio d’ore, ieri mattina, le giocate della schedina di domenica prossima. Si voleva capire che cosa avrebbero fatto Ancona e Lecce, i due club di A che avevano aderito alla serrata. Poi tutto è tornato normale. Come ha detto il sottosegretario ai Beni Culturali, Pescante, «lo spettacolo deve continuare». Fino a quando?

L.V.