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  1. #1
    suum cuique
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    Predefinito Introduzione al Catarismo

    I seguenti passi che leggerete sono tratti da questo lavoro:

    I Catari
    I BUONI UOMINI
    TRA INQUISIZIONE E VANGELO:
    LA CHIESA CATARA
    DI BAGNOLO SAN VITO
    di Vittorio Sabbadini


    raggiungibile al seguente indirizzo:
    http://governolo.interfree.it/sabbase/icatari.htm

    Rappresenta senza dubbio una buona introduzione alla realtà storica del Catarismo.

  2. #2
    suum cuique
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    Predefinito

    L’ERESIA CATARA

    All’alba dell’anno mille le eresie che erano nate in X secoli di Cristianesimo furono moltissime. L’eresia che si diffuse in Europa dall’XI al XIV secolo e che ebbe un grande seguito di fedeli, fu quella Catara. Il catarismo fu " una eresia che nei suoi molteplici volti, ha tentato di offrire alle nuove masse dell’Europa dopo il Mille, una fede di consolazione esistenziale".

    Nel Medioevo anche il territorio mantovano fu partecipe dei fenomeni ereticali. Bagnolo San Vito, in provincia di Mantova, fu una sede vescovile catara ad iniziare dall’anno 1180. Questa sètta era detta " Bagnolense. " I fenomeni ereticali non sono atteggiamenti aberranti di sconsiderati oribelli ma espressione essi pure di una fede vissuta con intensità profonda ed intima".



    LE ORIGINI

    La religione dei Catari o dei Puri proveniva dall’Oriente. Erano detti Manichei, ma tutte le eresie dell’XI secolo comparse in Europa Occidentale sono state dette manichee; era un modo di dire " eretico ". Ma quale è la definizione di eresia?

    "Uno dei più grandi maestri della filosofia e teologia scolastica, Pietro Lombardo, morto nel 1160, suggerisce alcuni pensieri che possono essere così tradotti in contenuti moderni: Eresia è una ostinata capacità di pensare e di agire in modo diverso dagli altri normali cittadini. Essa non consiste in testi sacri, ma nel senso che la mente dà a quanto legge. E’ trionfo di una mentalità indipendente, esaltazione di una intellettualità individuale che sa opporsi alla fede comune, alla ideologìa dominante, ai valori etici della prassi generale. Eresia, che è azione di libera scelta, viene da parole concatenate non nell’ordine voluto da chi controlla la società, è disordine rispetto all’ordine costituito". Eresia è quindi sovversione, eversione e allora l’eretico è sottoposto dalle autorità alla morte civile, al bando dalla società, alla privazione di tutti i beni, alla distruzione della propria casa, ad essere bruciato vivo. Il papa si arroga il diritto di essere il guardiano della salute morale pubblica in tutta l’Europa cristiana e si considera Signore che non solo ha il potere di aprire o chiudere le porte del cielo a chiunque, ma ha anche la facoltà, almeno in teoria, di destituire imperatori, re, principi nel caso che disubbidiscano, sempre secondo il suo parere, alla legge di Cristo. Ora questa immensa potenza ha paura della libera parola amministrata dai predicatori eretici, della lettura nelle famiglie di testi della Sacra Srittura, tradotti nella lingua parlata del popolo."



    IL BOGOMILISMO

    La Grande Bulgaria, negli anni tra il 927 e il 969, era governata dallo zar Pietro. Il popolo era grandemente oppresso e ci furono rivolte di contadini. Erano masse affamate, costrette a vivere in condizioni di grande sofferenza. Portavoce di questa protesta fu un prete, Bogomil. "Bog" in slavo vuol dire "Dio" e "Mil" equivale ad "amato", perciò "Amato da Dio". Il prete Cosma scrisse tra il 969 e il 972 un "Trattato contro i Bogomili". La loro zona di predicazione fu la Bulgaria Orientale e la Macedonia. Bogomil elaborò una nuova dottrina secondo la quale Dio era signore del solo mondo spirituale e invisibile, mentre tutto il mondo materiale, con la sua cattiveria e malvagità, era il dominio di Satana, Principe del Male. Secondo l’antico testo bogomilo " Le argomentazioni di Giovanni", Satana era stato in principio, un Angelo.



    "Egli stava nelle virtù dei cieli

    e presso il trono del Padre

    invisibile ordinatore di tutte le cose.

    Discendeva dai cieli fino all’Inferno

    ed ascendeva fino al trono di Dio,

    invisibile Padre,

    e custodiva quelle glorie

    che erano sopra tutti i cieli.

    E pensò di voler porre il suo trono

    al di sopra delle nubi e

    di essere simile all’Altissimo".


    Satana corruppe gli Angeli che erano a guardia delle realtà materiali, l’aria, l’acqua, la terra e il fuoco. Dio, adirato, lo punì. Gli sottrasse l’amministrazione dei cieli. Satana chiese a Dio ed ottenne per sette giorni di fare quello che volesse. Satana mise in ordine il mondo materiale e poi creò l’uomo.



    "Da ultimo Satana pensò di far l’uomo

    per averlo suo servo,

    e prese del limo della terra

    e fece l’uomo simile a sè

    ed ordinò all’Angelo del secondo cielo

    di entrare nel corpo di fango.

    Poi prese il fango

    e fece un altro corpo,

    in forma di donna

    ed ordinò all’Angelo del primo cielo

    di entrarvi.

    E gli Angeli piansero molto

    vedendosi imprigionati

    dentro una forma mortale,

    nella diversità dei loro sessi."



    Adamo ed Eva imparano l’atto sessuale per mezzo del Serpente e così generarono altri uomini " figli del Serpente e del Diavolo", perpetuando così di secolo in secolo, il regno di Satana. L’uomo era frutto di un disegno diabolico e non divino. Allora Dio mandò in questo mondo diabolico un Angelo, che aveva aspetto umano, Maria. Costei accolse in sè il Cristo, dando l’impressione di una nascita reale. Cristo sulla terra insegnò il suo Battesimo nello Spirito Santo. Quello del Battista era diabolico, perchè si serviva dell’acqua, elemento materiale. I miracoli erano apparenze e la croce era odiata e disprezzata e non da adorare, perchè lì, gli Ebrei, avevano ucciso il figlio di Dio. I Bogomili nelle loro case dovevano recitare il Pater Noster quattro volte al dì e quattro volte la notte; era l’unica preghiera ammessa perchè insegnata da Cristo stesso. I fedeli dovevano confessare pubblicamente i loro peccati e veniva loro posto sul capo il Vangelo, mentre i presenti invocavano lo Spirito Santo e recitavano il Pater. I fedeli destinati al sacerdozio venivano addottrinati e sottoposti ad ulteriori prove di vera fede. Poi durante l’ordinazione, i presenti sputavano sul neofita a simboleggiare il disprezzo per il vecchio uomo e l’odio per il demone che ci dimorava. Tutti poi mettevano la mano sul suo capo, attuando così il Battesimo spirituale. Disprezzavano gli altri cristiani, il cui clero teneva una cattiva condotta. Sul piano sociale erano dei ribelli all’ordine costituito. "Insegnano ai loro aderenti a non sottomettersi alle autorità, oltraggiano i ricchi, odiano gli imperatori, insultano i signori, ritengono che Dio rifiuti coloro che lavorano per l’imperatore e raccomandano ad ogni servo di non lavorare per il suo padrone".

    Nel 1199 il Bogomilismo divenne religione di Stato in Serbia, Bosnia e Dalmazia, per scomparire verso la fine del XV secolo, in seguito alla conquista turca. Ci fu allora un passaggio in massa della nobiltà bosniaca alla fede musulmana. I Bogomili erano chiamati anche Fundaiti, cioè " portatori di bisaccia", vagabondi. Questi vagabondi, e anche le loro idee, verso l’XI secolo arrivarono in Europa Occidentale, contribuendo in modo determinante alla nascita del Catarismo.



    BOGOMILI

    Eretici che principiarono verso la fine del sec. XI e nel principio del XII e seguitavano gli errori di un certo medico, il quale copertosi con un abito da monaco girava il mondo per insegnare li suoi errori. Dopo aver fatto questo mestiere per più di 50 anni fu preso finalmente in Costantinopoli dove l’imperatore Alessio Comneno il Vecchio lo fece bruciare verso il 1118. Cesario di Heisterbach nel suo quinto libro cap. 2 dice che i Bogomili, discepoli di questo Basilio ammettevano i due principi, tutte l’altre bestemmie dei manichei e che bestemmiavano il corpo e il sangue di Nostro Signor Gesù Cristo, che dice di sapere benissimo, non già per averla udita dire ma per aver conversato sovente con loro nella cattedrale di Metz. Avaria Comnena nel suo primo libro racconta che i Bogomili riducevano il mistero dell’incarnazione di Cristo ad un fantasma, che insegnavano delle impurità che il rossore non le permetteva di raccontare.....



    DIFFUSIONE DEL CATARISMO

    IN FRANCIA: "..Queste eresie non hanno un contenuto teologico, ma morale, prendono le mosse non dalla filosofia speculativa, ma dal Vangelo; sono formulate non da teologi o filosofi, ma da laici, di poche lettere o analfabeti ( idiotae et sine litteris )".

    Leotardo, contadino analfabeta, nell’anno 1004, abitante nel villaggio di Vertus, nella Champagne, fu punto da uno sciame d’api quando era nei campi. Fuori di sé per il dolore si precipitò a casa e prese la moglie a pugni e calci e la scacciò; corse in chiesa e spezzò l’immagine del Cristo e il crocifisso. Tutti lo consideravano pazzo per il dolore. Invece Leotardo si mise a dire che le api lo avevano illuminato, le api nel medioevo erano il simbolo della sapienza, e che le sue azioni corrispondevano alla norma evangelica. Leotardo fu presto seguito da numerosi seguaci, lieti di seguire il Cristo nello spirito del Vangelo. Ma il vescovo della diocesi lo chiamò e il contadino non fu in grado di giustificarsi. Fu dichiarato pazzo e fu abbandonato dai suoi seguaci. Leotardo, trovatosi solo, si gettò in un pozzo.

    Questa è la prima apparizione in occidente di una setta eretica. C’è un improvviso entusiasmo che scatena comportamenti insensati, fa presa sulle anime semplici che cercano un modello vivente a cui ispirarsi. Poi tutto svanisce appena viene contrapposto un esempio convincente, fondato su argomentazioni razionali.

    Sorsero eresie anche di tipo diverso, ad opera di chierici e nobili. Essi conducevano vita in comune in piccoli gruppi e facevano proselitismo con molta prudenza. Restavano per decenni indisturbati, ma quando venivano scoperti affrontavano la morte con letizia.

    A Orleans nel 1022 avvenne un processo per crimine di eresia. Furono condannati due preti e undici partigiani al rogo, con l’accusa di manicheismo. La regina Costanza, moglie di Roberto di Francia e figlia del conte di Tolosa, Guillaume Taillefer III, confessò di essere una credente di quell’eresia .


    IN ITALIA

    Gerardo di Monforte ( Piemonte )

    Nell’anno 1028 venne scoperto un gruppo di eretici a Monforte. L’arcivescovo di Milano, Ariberto, fece condurre da Monforte, l’eretico Gerardo, per essere interrogato sui contenuti dell’eresia in cui tanto credeva :

    Gerardo : "...Rendo immense grazie a Dio Padre Onnipotente, al Figlio e allo Spirito Santo, perché voi tanto diligentemente procurate d’interrogarmi, e colui che dall’inizio vi conobbe nei lombi di Adamo, conceda che per lui viviate e per lui moriate, e che regnando con lui nei secoli dei secoli siate nella gloria. Vi farò sapere, qualunque sia l’animo con cui me lo chiediate, la mia vita e la fede dei miei fratelli. Lodiamo soprattutto la verginità; chi, invece, l’ha persa, può osservare la castità perpetua, col permesso del nostro superiore. Nessuno di noi ha rapporti intimi con la propria moglie, ma se la tiene amorosamente come madre o sorella.

    Non ci nutriamo mai di carne; preghiamo senza interruzione e digiuniamo continuamente; i nostri superiori, a turno, pregano sempre, giorno e notte, affinché non passi ora senza orazioni. Abbiamo ogni nostra proprietà in comune. Nessuno di noi finisce la vita senza tormenti, onde possiamo sfuggire i tormenti eterni. Crediamo e confessiamo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Crediamo di poter essere legati o sciolti da coloro che hanno la potestà di legare e di sciogliere. Ci atteniamo al Vecchio Testamento e al Nuovo e ai Sacri Canoni, che leggiamo ogni giorno..."

    Tutte queste cose diceva Gerardo, che a tutti i presenti apparivano grandi e terribili...

    Ariberto: "Perché vi sposate se poi non procreate figli?"

    Gerardo: "Se tutto il genere umano si congiungesse in modo da non sentire la corruzione, esso si riprodurrebbe senza coito, come le api."

    Ariberto: "A chi spetta l’assoluzione dei vostri peccati? Agli apostoli, al vescovo o al sacerdote?"

    Gerardo: "Abbiamo un papa, non quello romano, che ogni giorno visita i nostri fratelli dispersi per il mondo, e quando Dio ce lo concede, allora con somma devozione ci è donata l’assoluzione dei nostri peccati."

    Ariberto: "La vostra vita in che modo finisce nei tormenti?"

    Gerardo: "Se noi moriamo per le torture inflitte da uomini malvagi, siamo felici; se poi talvolta la morte viene secondo natura, chi ci è vicino, prima di esalare l’anima, in qualche modo ci uccide..."

    Ed il vescovo Ariberto mandò moltissimi soldati a Monforte e li catturò tutti, prese anche la contessa di quel castello, che credeva in questa eresia. Condotti a Milano, per molti giorni per mezzo dei suoi sacerdoti, Ariberto si adoperò per reintegrarli nella fede cattolica. Si doleva moltissimo, temendo che le genti d’Italia fossero contaminate da questa eresia. Fu acceso un rogo straordinario e di fronte agli eretici fu alzata la croce del Signore. Ariberto fece questa legge: che fossero salvi tutti quegli eretici che, deposta ogni perfidia, avessero adorato la croce e confessata la fede che professa tutto il mondo, altrimenti fossero bruciati vivi dalle fiamme. E ciò fu fatto. Alcuni eretici venuti alla croce del Signore e confessata la fede cattolica, furono salvati; e gli altri, con le mani messe davanti al volto, si gettarono nelle fiamme e miseramente morirono ridotti in misere ceneri.


    IN GERMANIA

    Colonia, anno 1143.

    Nell’anno 1143, Evervino di Steinfeld, premonstratense, scrive a Bernardo di Chiaravalle per informarlo di fatti eccezionali accaduti nella città di Colonia e gli chiede consiglio su come comportarsi nei riguardi degli eretici scoperti.

    Questa è la loro eresia. Essi dicono che la chiesa è soltanto presso loro, al punto che essi seguono con coerenza le orme del Cristo e rimangono i veri imitatori della vita apostolica, perché non cercano le cose che sono del mondo, non possedendo case, ne’ campi, nè proprietà: così come Cristo non fu padrone di niente, neanche ai suoi discepoli è concesso di averne. "Voi invece - ci dicono - aggiungete casa a casa e campo a campo e cercate le cose che sono di questo mondo, così che anche coloro che sono ritenuti tra voi i più perfetti, come i monaci e i canonici regolari, benché non posseggano queste cose in proprio ma in comune, tuttavia possiedono tutte queste cose". Di se stessi dicono "noi poveri del Cristo, senza una sede stabile, fuggenti di città in città, come agnelli in mezzo ai lupi, sopportiamo la persecuzione come gli apostoli e i martiri: conducendo una vita santa e durissima nel digiuno e nella astinenza, perseverando giorno e notte in preghiera e lavori, e da questi ricerchiamo unicamente il necessario per vivere. Noi sopportiamo ciò poiché non siamo del mondo: voi invece che amate il mondo, avete pace con il mondo, perché siete del mondo. Pseudo apostoli, adulteratori della parola di Cristo, che hanno ricercato i propri interessi, hanno fatto uscire dalla retta via voi e i vostri padri. Noi e i nostri padri, generati apostoli, siamo rimasti nella grazia del Cristo e vi resteremo fino alla fine dei secoli. Per fare una distinzione tra noi e voi, il Cristo disse: "Dai loro frutti li riconoscerete". I nostri frutti consistono nel seguire le vestigia del Cristo". Nei loro cibi vietano ogni genere di latte... e di tutto ciò che è generato dal coito... Non si curano del nostro battesimo, condannano le nozze... Negano che sull’altare ci sia il corpo di Cristo, non hanno fede nel battesimo dei bambini... non confidano nei suffragi dei santi: aggiungono che i digiuni e le altre penitenze che sono fatte in remissione dei peccati non siano necessarie ai giusti e neanche ai peccatori "perché in qualunque momento il peccatore si pentirà, gli saranno rimessi tutti i peccati"... Non credono nel purgatorio dopo la morte... E pure disprezzano le preghiere dei fedeli o i sacrifici per i defunti. Conoscerai anche, o mio signore, che quelli che sono tornati alla chiesa, ci dissero che gli eretici sono una grandissima moltitudine sparsa in quasi ogni parte della terra e che tra loro vi sono parecchi dei nostri chierici e monaci... Sta bene in Dio.


    Colonia, anno 1163.

    Nell’anno 1163 gli eretici furono condotti fuori della città di Colonia e posti insieme sul rogo, accanto al cimitero degli ebrei... vi era tra loro una fanciulla, bella di aspetto, ma eretica, sottratta al rogo grazie all’intercessione di alcuni uomini i quali promisero che o sarebbe stata riconsegnata al marito, oppure, se questa eventualità fosse sembrata più opportuna, sarebbe stata collocata in un monastero. Ella si disse d’accordo, ma solo a parole: infatti, ...sfuggì dalle loro mani e coperto il volto con la veste, si gettò nelle fiamme.

  3. #3
    suum cuique
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    I CATARI

    La parola "cataro" appare per la prima volta tra il 1152 e il 1156 nei "Sermones contra Catharos" ( Sermoni contro i Catari ) di Ecberto di Schonau. Egli dice : Cathari, id est puri ( I Catari, cioè i Puri ). Alano di Lilla dà una etimologìa denigratoria :" Catharus da Catus, gatto, perchè nei loro riti segreti baciano il sedere di un gatto". I Catari invece erano soliti chiamarsi Christiani o Boni Christiani o anche Buoni Uomini. Due scritti eresiologici del XIII secolo ci parlano delle origini del movimento cataro in Italia, l’Anonimo "De heresi Catharorum" ( Sull’eresia dei Catari), scritto verso il 1210 e il "Tractatus de hereticis" ( Trattato sugli eretici) di Anselmo d’Alessandria, scritto verso il 1270.

    Anselmo dice che alcuni Francesi giunti a Costantinopoli per conquistarla, verso il 1147, al tempo della seconda crociata, si sarebbero convertiti ad una eresia, formando una comunità con a capo un " vescovo dei Latini". Era un ramo del Bogomilismo importato a Costantinopoli dell’ordine di Bulgaria. I Francesi tornati a casa, si misero a predicare e a moltiplicarsi; fu nominato il vescovo di Francia e, poichè erano stati convertiti a Costantinopoli dai Bulgari, in tutta la Francia gli eretici furono detti "Bulgari". " I Catari hanno avuto origine in Bulgaria, che prima si chiamava Mesia. Pertanto Bulgari o Burgari e in gallico Boulgres, sordido e disonesto nome che ancora persevera in Francia". L’eresia si diffuse tra gli Occitani. Furono creati quattro vescovi, di Carcassonne, di Albi, di Tolosa e di Agen.



    IL DOGMA

    I Catari erano dualisti. Sostenevano che il Dio buono non è onnipotente, il Male conduce una grande guerra per contendergli la vittoria. Il mondo materiale non è stato creato da Dio, è interamente opera di Satana. Il mondo è diabolico, manifestazione del Male. L’uomo era considerato pure lui di origine diabolica, in quanto creatura di carne. Il Diavolo era però incapace di creare la vita. Chiese a Dio di aiutarlo e di infondere un’anima nel corpo umano fatto di creta. Dio, per bontà, immise una particella di Spirito nel corpo umano. Con vari inganni Satana riuscì a tenerla prigioniera. Adamo ed Eva furono spinti dal Demonio a quell’unione carnale che avrebbe sancito la loro immersione nella materia. Lo Spirito soffiato da Dio nel corpo, con la procreazione, si moltiplica e si suddivide all’infinito. Il mondo materiale, per i Catari, è il livello più basso della realtà, più irrimediabilmente lontano da Dio. Il Demonio è il Dio dell’Antico Testamento, Sabaoth, rozzo imitatore del Dio Buono, incapace di creare ma grande seduttore di anime, che porta prigioniere sulla Terra. Le introduce nella Materia che è loro estranea, e vivono in un’immensa sofferenza perchè separate dal Dio Buono col quale vivevano in beatitudine e a cui anelano di ritornare.

    C’erano delle sètte catare che credevano nella trasmigrazione di queste anime da un corpo all’altro, in continue successioni di nascite e di morte. Ciò si ricollegava alla dottrina induista del Karma o reincarnazione. Altre sètte credevano che ogni nuova nascita facesse scendere dal cielo uno di quegli Angeli sedotti da Sabaoth, per entrare nel carcere del corpo; di qui l’orrore dei Catari per la procreazione. Ammettevano la ricompensa postuma per chi avesse condotto una vita onesta. Costui si sarebbe reincarnato in un corpo più favorevole al suo progresso spirituale. Chi trascorreva la sua vita nel crimine, si sarebbe reincarnato in un animale. Nessuna anima comunque avrebbe potuto ritornare al Dio Buono senza la discesa sulla Terra del Messia. Il Dio Buono è gioia e purezza. Egli sa che delle anime celesti si sono separate da lui e vorrebbe ricondurle in cielo. Ma Dio non può avere nessun contatto con la Materia creata dal Principe del Male. A Dio serviva un Messia, un Mediatore, ed inviò Gesù, che secondo i Catari, fu il più perfetto degli Angeli o il secondo figlio, essendo Satana il primo. Gesù scese nel mondo impuro della Materia, per pietà, verso quelle anime cui doveva insegnare il cammino del ritorno in cielo. Ma Gesù non aveva corpo, ma solo l’apparenza, non si incarnò ma si velò, egli fu una visione. I nemici di Dio credettero che Gesù avesse sofferto e fosse morto sulla croce, ma il suo corpo non era fatto di materia e dunque non poteva soffrire nè morire nè risuscitare. Aveva insegnato agli Apostoli la via della salvezza ed era risalito in cielo. La Chiesa che aveva lasciato in Terra possedeva lo Spirito Santo consolatore delle anime esiliate. Ma il Demonio era riuscito a distruggere e sostituire la chiesa di Cristo con un’altra falsa chiesa che aveva preso il nome di "cristiana". La autentica chiesa cristiana , quella che possedeva lo Spirito Santo, era quella catara. La chiesa di Roma era la Bestia, la prostituta di Babilonia e chiunque le obbedisse non era salvo. La chiesa di Satana faceva credere agli uomini che dei gesti meccanici potessero condurre alla salvezza. L’acqua del battesimo e il pane dell’ostia fatti di materia impura non potevano possedere lo Spirito Santo. La Croce non poteva essere venerata ma anzi odiata, perchè strumento di umiliazione del Cristo. Inoltre la Chiesa cattolica considerava sacre le immagini e le reliquie, frammenti d’ossa in decomposizione o pezzi di legno o di stoffa che abili truffatori facevano passare per resti di corpi di santi uomini. Chi si inchinava di fronte a tali oggetti per adorarli, diventava un idolatra. La Vergine non fu la madre di Gesù perchè non avendo mai avuto un corpo non poteva nascere; ella fu un Angelo che aveva assunto le fattezze di una donna. La Vergine era un simbolo e cioè la Chiesa che accoglie la parola di Dio. Il dualismo cataro aveva due modi di interpretare la creazione del mondo e il peccato originale : c’era un dualismo assoluto e un dualismo mitigato.

    DUALISMO ASSOLUTO: il Dio buono ha creato solo esseri spirituali, invisibili e puri, mentre il Dio malvagio ha creato la materia e il mondo visibile, causa del male fisico e morale. Il Dio malvagio si è introdotto nel mondo celeste e ha sedotto queste anime e le ha portate con sè sulla terra. Per trattenerle si è stabilito nei corpi e le ha incatenate alla sensualità. Il Dio buono ha acconsentito a ciò, alla carcerazione, perchè le anime colpevoli fossero punite del loro errore. La terra è dunque un luogo di penitenza. Le anime, in virtù della loro originale natura, devono tornare al cielo, ma esse si attardano nei loro peccati e anche nel periodo di purificazione che devono subire. E’ per abbreviare questo periodo che il Dio buono inviò sulla terra suo figlio Gesù, la sua creatura più perfetta. La forma corporea sotto la quale apparve agli uomini non fu reale, perchè lui non voleva aver nulla in comune con l’opera del principe malvagio. Anche gli atti compiuti non furono che apparenze, solo la rappresentazione simbolica della realtà. Per ottenere la liberazione dell’ anima occorreva affiliarsi alla chiesa dei Catari cioè dei puri o purificatori. Alla morte le anime non purificate entravano in altri corpi e continuavano questa migrazione prolungata fino a che non fossero entrate nella comunione dei puri. Era un dualismo radicale che non ammetteva nessun incontro tra il Dio del Bene e il Dio del Male.



    DUALISMO MITIGATO: riportava la totalità degli esseri a un solo Dio loro creatore unico, spiegava in maniera mitologica la coesistenza del Bene e del Male. Originariamente Dio aveva due figli, Satanael e Gesù; il primo, che era il primogenito, era stato investito del governo del cielo e del potere creatore. L’orgoglio lo rovinò, aspirava a detronizzare il padre e associò altri Spiriti alla rivolta. Satanael fu cacciato dal cielo, egli creò l’uomo e la donna, la sedusse e diventò padre di Caino e Abele. Dio, per pietà, aveva dato un’anima alla creatura umana e non permise che il potere di Satanael restasse illimitato. Gli tolse la facoltà creatrice ma gli lasciò il governo della Terra, con la speranza che gli uomini, grazie al principio divino costitutivo delle loro anime, sarebbero sfuggite al potere satanico. E poichè ciò tardava troppo, inviò il suo secondo figlio, Gesù, sotto l’apparenza d’un corpo umano. E’ sotto questa forma che risuscitò subito la persona di Maria, dopo essere penetrato nel suo orecchio sotto forma di un raggio di luce, fatto tollerato dalla Chiesa romana e frequente nelle antiche pitture, in quanto la luce rappresentava la Concezione. Compì la sua opera redentrice trionfando su Satanael, che perse il governo del mondo, ma conservò il potere di nuocere. Secondo questo sistema, si ammette che c’è sempre qualche relazione tra Satanael e Dio; questo punto di vista mitigato si apriva alla speranza del ritorno di tutti gli esseri spirituali, di Satanael stesso, nel vasto seno del padre di tutti. I due sistemi rifiutavano l’Antico Testamento, che cosideravano dettato dal genio del Male, Jehovah non era che una finzione di questo Dio malvagio, e la legge ebraica era il mezzo fallace di eternare il suo potere. Credevano di trovare nei profeti e nei salmi delle ispirazioni del Dio di bontà che voleva preparare la redenzione. Riconoscevano l’autorità del Nuovo Testamento, ma il libro preferito è il quarto Vangelo. Onoravano un vangelo apocrifo attribuito all’apostolo Giovanni e che doveva essere venuto dall’Oriente, come pure una Apocalisse, anch’essa orientale, intitolata "Visione d’Isaia".

    Il peccato consisteva prima di tutto nell’amore delle creature materiali; la creazione visibile era opera del principe del male. Dunque tutta inclinazione sensuale, tutta bramosia di beni materiali; era condannato il possesso della ricchezza, la menzogna interessata, a meno che non si trattasse di sfuggire alla persecuzione, ingannando il grande ingannatore infernale, la guerra; era proibita l’uccisione degli animali eccetto i rettili, il consumo di latte e carne erano interdetti. Gli animali erano o potevano essere delle persone un tempo umane che non avevano finito la loro metempsicosi; era lecito nutrirsi di pesce. Tutti gli esseri nati da copulazione carnale avevano una origine impura. Anche il matrimonio era considerato illecito. Serviva solo ad aumentare il numero degli schiavi di Satana. La santità catara era possibile solo col celibato e si vedevano degli sposi separarsi di comune accordo per votarsi interamente alla purificazione delle loro anime.



    GLI ORDINI CATARI

    Presso i Catari quattro erano gli Ordini o gradi. Il primo si chiamava Vescovo, il secondo Figlio maggiore, il terzo Figlio minore, il quarto Diacono e poi c’erano i credenti. Si sostituivano in caso di morte o assenza. "Alla morte del vescovo, il figlio minore ordinava vescovo il figlio maggiore il quale ordinava il figlio minore in maggiore." Importante era l’imposizione delle mani che dava l’investitura o il consolamentum ai moribondi; con questo atto il vescovo conferiva la grazia e infondeva lo Spirito Santo, che però perdeva se avesse peccato con una donna. Quest’accusa fu usata spesso dai rappresentanti ufficiali delle diverse dottrine catare per annullare l’autorità spirituale di un vescovo.



    FESTIVITA’ CATARE

    I Catari non avevano nessuna festività. Anselmo d’Alessandria dice che i Bagnolesi non riconoscevano alcuna domenica nè celebravano ricorrenze di nessun santo. Durante l’anno avevano tre quaresime: dalla festa di San Brizio, 13 novembre, fino a Natale; dalla prima domenica di quadragesima fino alla Pasqua; dalla festa di Pentecoste fino alla ricorrenza degli Apostoli Pietro e Paolo, quest’ultima detta settimana santa.



    CERIMONIA DEL CONSOLAMENTUM

    E’ battesimo, cresima, sacerdozio ed estrema unzione. Il fedele doveva fare un lungo periodo di iniziazione. Restava uno o due anni in una casa di Perfetti e doveva dare prova della vocazione. Se giudicato degno, veniva presentato alla comunità. Si preparava alla consacrazione con digiuni, veglie e tante preghiere. Il giorno della cerimonia veniva introdotto nella sala comune. Poteva essere una casa privata ; in città c’erano molte case consacrate al culto, all’insegnamento e alla cura dei malati, perchè i Perfetti lasciavano tutto alla chiesa. Le pareti erano dipinte a calce, spoglie, qualche banco, un tavolo con tovaglia bianca e sopra il Vangelo. Su un altro tavolo, una brocca e una bacinella per la lavanda delle mani. Molti i ceri accesi, perchè rappresentavano le fiamme dello Spirito Santo, disceso sugli Apostoli nella Pentecoste. Il fedele era condotto ai ministri del culto, vestito con una lunga tonaca nera, simbolo del distacco dal mondo. Il Perfetto e due assistenti si lavavano le mani per poter toccare il testo sacro. Iniziava la cerimonia. L’officiante spiegava al neofita i doni della religione e gli obblighi ai quali si sottometteva. Poi recitava il Pater commentandone ogni frase, e si ripeteva insieme, " Padre Santo, Dio giusto dei buoni spiriti, tu che mai ti inganni, nè menti o dubiti, nel timore di provare la morte nel mondo del dio straniero, poichè noi non siamo del mondo nè il mondo è nostro, donaci di conoscere quel che tu conosci e di amare quel che tu ami..." futuro Perfetto doveva abiurare la fede cattolica, e prosternandosi tre volte chiedeva di essere accolto nella nuova chiesa. Doveva darsi a Dio e al Vangelo. Prometteva di non mangiare carne, uova e altri alimenti di origine animale, di astenersi da ogni commercio carnale, di non mentire nè giurare, di non rinunciare alla fede per paura della morte. Confessava pubblicamente i suoi peccati e ne chiedeva perdono. Ricevuta l’assoluzione, rinnovava l’impegno ed era pronto a ricevere lo Spirito. Il Perfetto poneva sul capo il Vangelo e insieme ai suoi assistenti imponeva le mani su di lui pregando Dio di inviargli lo Spirito Santo. In quel momento il neofita si trasformava in una creatura nuova, egli nasceva" allo Spirito". I presenti recitavano il Pater noster ad alta voce, l’officiante leggeva i primi 17 versetti del Vangelo di Giovanni : "In pricipio era il Verbo...", poi recitava ancora il Pater. Il nuovo eletto riceveva il bacio della pace dall’officiante e poi dai suoi assistenti. Egli a sua volta dava il bacio al più vicino dei fedeli che assistevano alla cerimonia e questo bacio si trasmetteva tra tutti i presenti, se era una donna, l’officiante toccava una spalla della nuova Perfetta con il Vangelo e il gomito con il gomito. D’ora in avanti il nuovo"consolato" avrebbe portato l’abito nero dei fratelli che non avrebbe più dismesso. Poi con le persecuzioni, gli uomini tenevano intorno al collo un cordone, le donne lo tenevano alla cintola, sotto gli abiti. Petrus Vallecernensis nella sua Historia Albigensium ( Storia degli Albigesi) ci tramanda il rito dei Catari di Gallia. Così lo descrive. " Nella cerimonia sacrilega il vescovo diceva: Amico, se vuoi essere dei nostri, è necessario che tu rinunci a tutta la fede che tieni nella chiesa di Roma". Rispondeva : " Rinuncio". " Dunque ricevi lo Spirito Santo dai buoni uomini". Allora gli soffiava sette volte in bocca, poi gli diceva: " Rinunci alla Croce che il sacerdote ti fece sul petto, nel battesimo, sulle spalle, sulla testa con l’olio?". Rispondeva:" Rinuncio". " Credi che quell’acqua sia stata necessaria alla tua salvezza?". " Non credo!". " Rinunci allora a quello che il sacerdote ti ha dato con il Battesimo?". Rispondeva:" Rinuncio". Allora tutti imponevano le mani, lo abbracciavano, gli mettevano addosso una veste nera e da quel momento era uno di loro. Il nuovo consolato lasciava tutti i suoi beni alla comunità e si dava alla vita errante, alla preghiera, alla predicazione, alle opere di carità. Il vescovo locale assegnava al nuovo Perfetto un compagno, scelto tra gli altri Perfetti, il socius o socia se donna. Vestiti di nero, coi capelli lunghi, con la carnagione pallida, pieni di austerità dei costumi, andavano nel mondo pronti a morire con gioia per la loro fede, e si guadagnarono una diffusa fama di bontà.



    COMPOSIZIONE SOCIALE DEGLI AMBIENTI CATARI

    Tra i credenti e i perfetti non si trova nessun contadino. Tra i lavoratori della città si trovano sarti, fabbri, conciatori, fabbricanti di borse, mugnai, tavernieri, osti, conciatori, pellicciai, carrettieri, venditori ambulanti. Sono in genere artigiani che hanno una bottega, pochi i lavoratori salariati. Numerosi sono i Catari che appartengono all’alta borghesia cittadina: propietari di beni immobili in campagna, di terreni e immobili in città, mercanti, imprenditori e banchieri. Molte erano le accuse agli Inquisitori di perseguire gli eretici al fine di confiscarne i beni, di cui 2/3 andavano alla Chiesa e 1/3 al Comune. Spesso le case e i castelli dove si rifugiavano i Catari appartenevano ai patrizi e al ceto gentilizio feudale della città.



    IL PERFETTO

    "..Andavano i Perfetti per villaggi e campagne nelle città e nei mercati fra accattoni, mercanti, operai e contadini, si insinuavano nelle case, senza che da nessun segno esteriore trasparisse esser essi agnelli e colombe nell’aspetto, nel tono della voce, nelle parole, ma volpi nel cuore a detta dei cattolici. Attaccavano discorso con uomini semplici e con donne; e dapprima parlavano loro di Dio, delle virtù, della vita e della salvazione dell’anima; poi si indugiavano molto sui vizi del clero, sulle loro ricchezze, sul giogo che facevan pesare sul popolo. Toccavano di qualche parte del culto che ingenerava abusi, come la venerazione delle immagini, o che ripugnava al senso comune, come la transustanziazione. Infine entravan di proposito nella parte metafisica e teologica della religione, demolendo i dogmi cattolici e insinuando credenze proprie; dimostrando che la loro chiesa era la vera, non quella di Roma. Se un cataro parlava con un povero diavolo maledicente la sua povertà, cominciava a compassionarlo e incolpava poi i cristiani ricchi, i prelati, i chierici che avrebbero dovuto seguir vita apostolica e sollevare gli umili, perchè nessuno fosse nella miseria, come nessuno vi era nella chiesa primitiva.....Aggiungeva che i prelati e i chierici erano fuori della fede e perseguitavano i giusti, come i sacerdoti giudei, gli Apostoli".

    Il cataro rilevava la corruttela ecclesiatica, il ricordo di una chiesa migliore, la scostumatezza dei chierici, l’opulenza del clero, la negazione della chiesa cattolica e dei dogmi. I Catari trascinavano così verso la loro dottrina quanti già fermentavano di mali umori contro i chierici, e " si mettevano senza condizioni dalla parte del bene ultramondano cercando di allontanarsi il più possibile dalle cose terrene. Efficace fu l’esempio fornito dalla condotta di vita ascetica praticata dai suoi perfetti e grazie alla quale venivano guadagnati sempre nuovi seguaci".

    Il Perfetto era l’anima vivente della Chiesa catara. Erano puri di costumi e obbligarono la Chiesa

    cattolica a combatterli con le loro stesse armi, a predicare a piedi nudi e a vivere di elemosine. Il popolo li soprannominava " Buoni uomini", si trattava proprio di uomini buoni. Andavano a due a due a visitare castelli e villaggi in umiltà ed austerità e suscitavano ovunque venerazione. Erano ascoltati per la dolcezza e serietà dei loro discorsi, pregavano e parlavano sempre di Dio. Il prete Cosma, nel suo Trattato, dice :" Non alzano mai la voce, non dicono mai cose sconvenienti, aprono la bocca solo per pronunciare parole pie e sempre pregano pubblicamente..". I Perfetti erano stimati per le loro opere di carità. Vivevano in povertà, ma usavano le elemosine dei fedeli per darle ai bisognosi. E il popolo che ama la bontà e la compassione sincera, correva da loro che con l’esempio conquistavano i cuori. Osservavano tre Quaresime all’anno, durante le quali digiunavano tre giorni la settimana a pane e acqua, erano emaciati, pallidi, segnati dalle privazioni.



    MODALITA’ DI DIFFUSIONE DEL CATARISMO

    Raniero Sacconi, che fu per diciassette anni vescovo cataro e poi abiurò, così descrive la modalità di diffusione del catarismo tra la gente ad opera degli eretici: "Gli eretici accortamente si studiano come potersi introdurre nella familiarità dei nobili e gran signori, e il tentano in questo modo: offrono ai signori e alle signore da comperare gradite merci, quali sono anelli e cose simili. Smerciatene alcune, se il compratore al venditore domanda : ne avete altre, questi risponde : ne ho di più preziose di queste, pur queste vi venderei se mi faceste sicuro di non palesarmi ai chierici. Datagli sicurezza, soggiunge : ho una gemma così lucente che per essa l’uomo conosce Iddio, ne tengo un’altra che così arde che accende l’amor divino nel cuor di quello che la possiede, e così delle altre gemme segue a parlar in metafora. Dopo recita qualche verso tratto dal Vangelo, il primo di San Luca, il XIII di San Giovanni. Se si avvede che il compratore lo ascolta senza disgusto, passa a recitargli il capitolo XXIII di San Matteo :" Super cathedram Moysi sederunt Scribae et Pharisei " ( Sopra la cattedra di Mosè sedettero gli scribi e i Farisei), e il X di San Marco, nei quali è, appunto, dipinto il carattere degli Scribi e dei Farisei. Interrogato di cui parlino quelle scritture, risponde che parlano dei chierici e dei religiosi. Quindi si apre la strada a far il parallelo tra lo stato della chiesa romana e lo stato delle lor sètte così proseguendo :" I dottori della romana chiesa sono pieni di fasto nel costume e nel vestito, amano i primi posti e d’esser degli uomini chiamati maestri, noi non cerchiamo tali dottori e maestri; di più sono essi incontinenti, ciascun di noi ha la sua moglie e vive con essa castamente; sono essi ricchi ed avari ai quali vien detto:" Guai a voi o ricchi, che qui avete la vostra consolazione, noi quando abbiamo di che vivere e di che coprirci, siamo di ciò contenti", sono essi voluttuosi ai quali vien detto:" Guai a voi che divorate le case delle vedove, noi al contrario in qualunque modo campiamo la vita". Essi fan guerra, conducono armate, comandano che si uccidano i poveri, ai quali vien detto:" Chiunque prenderà in mano il ferro, perirà pel ferro"; noi, al contrario, sosteniamo da loro persecuzione per amore della giustizia; essi mangiano un pane ozioso, niente non operando; noi lavoriamo colle nostre mani, essi vogliono essere i nostri maestri e i soli sapienti; al contrario presso di noi così le donne come gli uomini insegnano, e uno scolaro di sette giorni insegna agli altri.... noi ci adoperiamo perchè sia osservata la dottrina tutta di Gesù Cristo e degli Apostoli, noi dietro all’esempio di Gesù Cristo diciamo al peccatore:" Vattene e non voler più peccare, e con l’imposizione delle mani gli rimettiamo tutti i peccati".

 

 

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