Interviste-scandalo: i parà francesi addestravano, i preti benedicevano Impuniti Gli ex generali Diaz Bessone e Bignone parlano, senza problemi e senza rimorsi, a Pagina 12 e Canal Plus
attendeva per ieri sera la liberazione della quarantina di killer e torturatori del regime militare per cui il giudice spagnolo Baltasar Garzon aveva chiesto l'estradizione (per genocidio e reati contro l'umanità), dopo che il governo conservatore di Aznar si è rifiutato di inoltrare la richiesta. Sulla base dell'argomentazione che dopo l'annullamento delle due oscene leggi della obbedienza dovuta e del punto finale ora i processi possono essere riaperti in Argentina. Intanto però il giudice argentino pare non abbia altra via se non di lasciare un'altra volta in libertà i responsabili dei 30 mila desaparecidos. Ma a parte questo il paese è di nuovo sotto choc per le spudorate dichiarazioni, in sequenza, di due di quei macellai rese in interviste alla giornalista Marie-Monique Robin (anche la Francia reclama vari di loro, a cominciare dall'ex tenente di vascello Alfredo Astiz, condannato all'ergastolo a Parigi in contumacia per l'assassinio di due suore francesi) per un programma - chiamato «Squadroni della morte: la scuola francese» che doveva andare in onda ieri da Canal Plus. Domenica sul quotidiano Pagina 12 a firma del solito implacabile Horacio Verbistky, è apparso un articolo in cui l'ex generale Ramon Diaz Bessone ammetteva che almeno 7000 argentini furono torturati e fatti sparire durante gli 8 anni `76-'83 («non si poteva fucilare 7000 persone», immaginarsi quale sarebbe stata la reazione internazionale dopo il golpe di Pinochet in Cile). Ieri sempre su Pagina 12 e sempre a firma di Verbitsky, un'altra botta: il resoconto dell'intervista della Robin al generale Benito Bignone, l'ultimo presidente militare della dittatura, in cui rivendica 8000 desaparecidos («l'unico modo per evitare che qualcuno metta una bomba e ammazzarlo prima») rivelando che «istruttori francesi», reduci dalla guerra d'Algeria, «insegnarono ai militari argentini i metodi del sequestro, della tortura e dell'eliminazione clandestina» e aggiungendo come ciliegina sulla torta (non meno scandalosa ancorché risaputa) che «l'episcopato argentino» (anche il nunzio vaticano Pio Laghi?) «approvò questa pratica». Sarà che è venuta, finalmente, la resa dei conti per questi criminali impuniti?