Vi giro una edificante riflessione letta altrove:
Uno dei tratti caratterizzanti dell'anticristo (o, se si preferisce, degli
anticristi), consiste nella sua capacità di elevare l'abuso a diritto e di
trasformare il diritto in abuso. L'anticristo è un appassionato
rivoluzionario del diritto: lo sovverte. Le regole scolpite nel cuore
degli uomini vengono sforzate con violenza oppure sommerse da "strutture
culturali" che sono fatte apposta per mutarle nel loro contrario.
L'Europarlamento, che da anni è a maggioranza composto da atei,
anticristiani e "cattolici" di sinistra, si distingue da tempo per la sua
tendenza ad atti "anticristiani". Valgano per tutti le deliberazioni a
favore della introduzione nelle legislazioni nazionali di norme atte a
consentire le unioni legali fra omosessuali.
Di oggi è un altro esempio: l'Europarlamento invita, con una risoluzione,
i paesi della Unione a verificare la legittimità della detenzione di
persone che, dopo aver compiuto delitti, abbiano "ben meritato" col loro
comportamento. A prima vista non sembrerebbe nulla di nuovo. Ai detenuti
viene sempre riconosciuto qualche beneficio, talvolta anche
l'abbreviazione della pena, in caso di "buona condotta". Tuttavia, la
"buona condotta" del detenuto, intesa in senso proprio, è quel
comportamento per il quale esso si assoggetta con umità alla pena,
subendone i rigori con controllo di sé, disciplina, spirito di
collaborazione. Per il Parlamento Europeo, invece, la "buona condotta" è
il merito di natura "sociale". E' buona condotta non più quella tenuta
dietro le sbarre, bensì quella che, dopo il delitto, si è avuto modo di
dimostrare in libertà. Ed infatti, il Parlamento indica in Adriano Sofri
il "modello" paradigmatico di ciò che viene inteso, sovvertendo il diritto
naturale e, quindi, anti-cristicamente, per buona condotta: essersi
impegnati nel "sociale", essersi battuti per "la pace", etc.
Ovviamente, rispetto alla "buona condotta" di romana concezione, quella
che l'Europarlamento dipinge ha tratti assolutamente soggettivi e
discrezionali. E' quintessenza di abuso. Mentre, infatti, la buona
condotta in carcere è oggettivamente determinabile (il detenuto è stato
riottoso ? violento ? sobillava i compagni ? rifiutava il lavoro
impostogli ? etc.), parametri quali l'impegno sociale per i "deboli", le
"minoranze", la "pace" etc. dipendono, in definitiva, da giudizi di
valore. Chiediamoci, ad esempio, chi siano i deboli. I feti umani
rientrano o no in tale categoria ? E sono più gravi le misure legali
contro i feti umani o le ritenute INPS sulle pensioni dei meno abbienti ?
Chi è più meritorio, il prete che si appella alla pietà per i feti, o il
volontario dei centri sociali che porta al cinema il pensionato che non
arriva con quanto passa lo stato a farsi un pò di sano divertimento ?
Altro esempio è quello della "pace". E' operatore di pace chi marcia con
gli striscioni con scritto "mai più" ? Oppure è operatore di pace anche il
militare che si addestra per impedire che un nemico intravveda nella sua
impreparazione l'opportunità per scatenare una guerra ?
Se il giudizio sull'impegno sociale dipende, come gli esempi ricordati
dimostrano (ma se ne possono fare di più e di migliori), da giudizi di
valore, allora risulta evidente che esso non può costituire un parametro
corretto di riferimento per valutare la buona condotta di chicchessia. Si
tratta, quindi, di un criterio abusivo, che si traduce, molto
semplicemente, nel concetto che le pene irrogate a persone schierate
politicamente o culturalmente in un modo o in un altro, devono essere
differenti. Devono dipendere dalle opinioni e dai giudizi di valore e non
dal basilare concetto dell'eguaglianza difronte al diritto.
E cosa vi è di anti-cristico più dell'arbitrio giudiziario?