Domani sul lago di Garda inizia il controvertice che contesterà
la riunione dei ministri degli Esteri dell'Unione Europea
Il 4 ottobre a Roma manifestazione europea in occasione
dell'apertura della Conferenza intergovernativa
di ANDREA DI NICOLA
Vittorio Agnoletto
ROMA - "A Riva del Garda non potremo limitarci ad una protesta retorica, non vogliamo un confronto fisico ma certo non bastano i dibattiti, che pure ci saranno, per esprimere la nostra contestazione radicale". Dario Casagranda di Attac riassume così il programma del controvertice "Per un'Europa sociale" che apre domani, alla Baltera di Riva del Garda. Quello che, un po' pomposamente, i portavoce della contestazione chiamano "l'inizio dell'autunno sociale dei movimenti" avrà come obiettivo la riunione informale dei ministri degli Esteri dell'Unione che si vedranno, appunto a Riva, per discutere di sicurezza, problematiche legate al Wto.
Per questo nel mirino della protesta ci saranno il Round Wto di Cancun dove comunque il movimento sarà presente in forze ("dobbiamo farlo fallire miseramente"), l'Europa e la sua Convenzione, la "guerra infinita". Riva segna dunque l'inizio di un percorso definito che avrà il suo momento di maggiore impatto il 4 ottobre quando a Roma, oltre ai capi di Stato e di governo dell'Unione, confluiranno migliaia e migliaia di attivisti da tutta Europa e che probabilmente si concluderà, se passa una proposta partita dalla Spagna, con un referendum autogestito sulla convenzione europea.
Europa e Wto, dunque. "L'Europa che derubrica a bisogni i diritti sociali, dall'istruzione alla salute che poi vengono garantiti dal mercato - spiega Casagranda - non è l'Europa che noi vogliamo". E per questo, da Riva fino a Roma, tutte le componenti del movimento, non solo i Disobbedienti dunque che già ieri hanno compiuto un blitz alla mostra del cinema di Venezia, sono pronti ad esprimere le loro proposte ma anche "proteste radicali". "Oltre al corteo del 6 - dicono al Tavolo trentino per un'Europa sociale - ci saranno anche nei giorni precedenti azioni simboliche, blocchi per far capire che la loro idea di Europa non è la nostra".
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La mobilitazione segna un po' il passo ("periodo infelice" spiegano al Tavolo) però le idee sono chiare. All'Europa che va a Cancun al vertice del Wto chiedono di non proteggere l'esportazione delle industrie dell'agricoltura. "Con prodotti a basso costo invadono i mercati del terzo mondo e impoveriscono quei Paesi", dice Marco Bersani di Attac. Ai ministri degli Esteri della Ue vogliono chiedere di "rinunciare alle richieste di liberalizzazione dei servizi presentata a 109 Paesi in via di sviluppo fra cui i 30 Paesi più poveri del mondo". "Questo diremo a Riva - aggiunge Bersani - così come, per quanto riguarda il Vecchio Continente, diremo con forza che beni comuni e servizi pubblici non sono negoziabili e quelle spese vanno tenute fuori dal patto di stabilità che va finanziato con la riduzione delle spese militari, la Tobin tax e le tasse sulle multinazionali. Ormai non sono in discussione solo i diritti dei cittadini dei Paesi in via di sviluppo ma anche quelli dei cittadini europei".
Riva dunque, nelle intenzioni dei New Global, non è un evento a sé ma sarà l'inizio di una stagione di proteste. Vittorio Agnoletto lo ricorda. "Dal Trentino chiederemo il ritiro dei soldati italiani dall'Iraq e l'inserimento nel primo articolo della Convenzione il no alla guerra senza se e senza ma. Tutto questo lo ribadiremo a Roma il 4 ottobre con un corteo europeo durante la 'giornata contro la Convenzione europea per la difesa dei diritti e per un'Europa fuori dalla guerra', dove arriveremo dopo la marcia per la pace da Perugia ad Assisi e che continueremo con lo sciopero della Fiom per i diritti".
(2 settembre 2003)