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  1. #31
    brescianofobo
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    Sulla fedeltà di Mustang alla causa pollista ho sempre messo la mano sul fuoco.

    Cambierà autore di riferimento, passerà a Paolo "Mitrokhin" Guzzanti.

    Almeno finquando anche questo non tornerà alle origini komuniste. Ma per ora non dà segni di cedimento, il Pablito, evidentemente non è ancora del tutto sicuro della fine del pollismo.

    Ma quando sarà il momento, non farà il fesso neanche lui.

  2. #32
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    Domani compriamo il Foglio......

  3. #33
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    In origine postato da brunik
    Sulla fedeltà di Mustang alla causa pollista ho sempre messo la mano sul fuoco.

    Cambierà autore di riferimento, passerà a Paolo "Mitrokhin" Guzzanti.

    Almeno finquando anche questo non tornerà alle origini komuniste. Ma per ora non dà segni di cedimento, il Pablito, evidentemente non è ancora del tutto sicuro della fine del pollismo.

    Ma quando sarà il momento, non farà il fesso neanche lui.
    Dici che avranno la faccia di RI RI RIciclarsi?
    E, meglio; qualcuno se li filerà ancora, nel caso?

  4. #34
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    In origine postato da brunik
    L'ELEFANTE TRADISCE VERONICA LARIO E DA DEL CIALTRONE A MUSTANG & C. !!

    Ragazzi, il fiuto del Brunik non perdona: l'elefante che ha già a suo tempo tradito prima il comunismo e poi il craxismo ora tradisce il pollismo: "destra cialtrona !!" : con diversi anni di ritardo scopre l'acqua calda e si unisce ai faziosi Brunik & compagnia bella nel coro delle offese che tanto amareggiano il nostro sfortunato Premier.

    Fonderà un altro giornale, dopo essersi arricchito alle spalle del premier. Bella riconoscenza.

    Comunque noi komunisti, gente che non guarda tanto al sottile ed ai pedigree, si dà un caloroso "benvenuto" al figliuol prodigo: BENTORNATO, KOMPAGNO FERRARA.

    UNISCITI ANCHE TU AI PREVEGGENTI KOMPAGNI SGARBI E CIRINO POMICINO.


    Mercoledì 17 Marzo 2004, 17:16

    FERRARA: ''DESTRA CIALTRONA, AMICIZIA CON BERLUSCONI SI E' CONSUMATA''

    Roma, 17 mar. (Adnkronos) - ''Una destra cialtrona'' e un premier che ha ''tradito la parola data''. E allora Giuliano Ferrara si dice pronto a farsi cacciare da Silvio Berlusconi e a fondare un altro giornale. La bocciatura della proposta Boato sul caso Sofri, da parte del centro-destra, potrebbe avere cosi' conseguenze anche nel mondo editoriale. Nel fondo che uscira' domani, infatti, il direttore Giuliano Ferrara afferma senza mezzi termini: "Questo giornale - così Ferrara - è nato da un patto d'amicizia non servile con Berlusconi, ora dovrebbe chiudere all'istante, insieme con un'amicizia consumata. Essendo un giornale minimamente utile, andiamo avanti nella più assoluta libertà, senza più illusioni e senza rancori, finché la proprietà editoriale non deciderà di cacciarci. Poi ne faremo un altro, se possibile ancora più bello."

    L'editoriale inizia così: "Il voto ad personam della destra parlamentare contro Adriano Sofri mostra chiaramente il carattere cialtrone della coalizione che governa questo paese. I suoi partiti, la maggioranza dei suoi deputati, il suo leader Silvio Berlusconi, uno che sa distrarsi come pochi altri quando non si tratti degli affari suoi, hanno dato una prova miserabile".

    "Berlusconi - continua il direttore del "Foglio" - aveva detto e scritto in coscienza, e si tratta della vita di un uomo e di un caso civile di evidente valore, che 'sono maturi i tempi per la grazia a Sofri'. Da un anno e mezzo si è fatto prendere in giro da un manipolo di vecchi missini riciclati e dal capociurma delle tifoserie varesotte della Lega...".
    Trovo incredibilmente spassoso che il panzer accampi queste scuse del menga per giustificare il suo voltagabbanismo...chissà chi se le beve...

    Ai ciccioni!
    "Che l'uomo si concepisca come una creatura di Dio oppure come una scimmia che ha fatto carriera comporta una netta differenza nell'atteggiamento da tenere verso la realtà; nei due casi si obbedirà a imperativi interiori diversissimi."

    Arnold Gehlen

  5. #35
    brescianofobo
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    IL VITELLO GRASSO



    Per la serie «Oggi le comiche», Giuliano Ferrara ha scoperto che Berlusconi non è di parola. Che prontezza di riflessi, che perspicacia. Prima di lui se n'erano accorti, nell'ordine: i pensionati («Pensioni più dignitose»), i contribuenti (»Meno tasse per tutti»), i disoccupati («Un milione di posti di lavoro, anzi due, mi voglio rovinare»), i sindacalisti Cisl e Uil («Patto per l'Italia»), la Confindustria («Riformeremo l'articolo 18»), i tifosi milanisti e laziali («Nesta non lo compriamo, costa troppo»), i boss mafiosi al 41-bis («Iddu pensa solo a Iddu»), il capo dello Stato (« Risolverò il conflitto d'interessi nei primi 100 giorni di governo»), Paolo Guzzanti («Ti faccio direttore del Giornale») e qualche altro milione di italiani presi variamente per i fondelli dal Cavalier Bugiardoni. Fino all'altroieri, a prenderlo sul serio, rimanevano soltanto Ferrara e Bruno Vespa, quello del contratto con l'inchiostro simpatico. Ora il Platinette Barbuto s'è sfilato. Rimane l'insetto di Porta a Porta.

    Ferrara non l'ha presa bene. «Berlusconi si occupa solo del Milan e delle sue tv. Ha tradito vergognosamente la parola data».

    Che il Cavalier Balla mentisse a milioni di elettori lo lasciava del tutto indifferente. Ma che menta anche a lui, che della balla è il principe indiscusso, è intollerabile. In realtà, se di menzogna s'è trattato, lo era soltanto a metà. Tutto era nato da un articolo uscito sul Foglio a firma Berlusconi, ma scritto in realtà da Ferrara, per la grazia a Sofri. Ora, che al Cavalier Frottola potesse importare qualcosa di Sofri, non ci avrebbe creduto nemmeno un bambino. Per Previti, ecco, se ne poteva parlare. Per Dell'Utri, pure. Al massimo per suo fratello Paolo, valà. Ma Sofri mica ha corrotto giudici per la ditta, né ha portato ad Arcore boss mafiosi travestiti da stallieri, né ha svaligiato le casse della Regione Lombardia per la discarica di Cerro. Il Platinette, come spesso fa, gli scrisse quell'articolo e lui, senza nemmeno leggerlo, lo firmò: un po' come ha fatto con il decreto salva-Rete 4. Ecco perché fu una mezza bugia: Ferrara se l'è raccontata da solo, e ci ha Fersino creduto. Poi, l'altro giorno, s'è svegliato. E non è stato un bel risveglio.

    «Governo cialtrone», «prova miserabile», «vecchi missini riciclati», «capociurma delle tifoserie varesotte della Lega, garantisti solo in casa propria e a proprio vantaggio», «idiosincrasia per gli intellettuali», «burocrati e mozzorecchi forcaioli», «voto gaglioffo», «Casa della libertà e della galera»: sono gli epiteti più gentili arabescati dallo stilnovista del Foglio. Il quale ora fa il martire preventivo, preconizzando la sua «cacciata» prossima ventura, con la stessa preveggenza con cui aveva preannunciato il suo imminente omicidio per «mandato linguistico di Colombo e Tabucchi».

    Il centrosinistra già prepara i tappeti rossi e il vitello grasso per il nuovo figliol prodigo (dopo Cirino Pomicino, non si butta via niente). Ma è difficile che il Cavalier Panzana lo cacci per così poco: una criticuzza per una faccenda privata estranea alla ditta.

    Se proprio il Platinette Barbuto vuol farsi cacciare, conosce la strada. Da Montanelli a Bìagì, da Santoro a Luttazzi, da Massimo Fini a Sabina Guzzanti, da Paolo Rossi a Ferruccio De Bortoli, non ha che l'imbarazzo della scelta sul da farsi. Pubblichi una storia a puntate dei rapporti fra Berlusco ni e la mafia. Una bella inchiesta sull provenienza delle sue prime e second fortune. Una ricostruzione complet dei bonifici bancari dai conti esteri del la Fininvest - via Previti e/o Pacifici e/o Acampora - a quelli di alcuni giudi ci romani. Un appello al Cavalier Fre scaccia perchè restituisca la Mondado ri al legittimo proprietario, con tutto maltolto. Un inserto speciale sui du decreti fabbricati da Craxi a gentile ri chiesta per salvare le trasmissioni illega li delle tre reti Fininvest minacciate dal la legge e dai pretori, per poi incassar qualche anno dopo 21 miliardi targai All Iberian estero su estero. E così vip Se ha bisogno di una mano, faccia un fischio. Poi vedrà che il Cavalier Bulga ria caccerà anche lui.

    Prendersela col cosiddetto Guarda sigilli, il presunto Castelli, è un po' tal divo e un po' maramaldo. È come pie chiare un bambi.io, sparare a un'ambra lanza. Molto più proficuo pregare tut i santi del cielo perché ci restituiscan al più presto Umberto Bossi, visto 1 spazio spropositato che l'ingegner m: nistro s'è preso negli ultimi giorni p< cause di forza maggiore.

    I giornali, ieri, riportavano sue d chiarazioni su tutto lo scibile umane dalla devolution alla legge Boato, dall riforma della giustizia agli attentati di Madrid. Essendo inesperto di tutto Castelli può pontificare su tutto co eguale competenza. Pare abbia addirii tura partecipato a una piazzata di gic vani leghistí strillando «chi non sali italiano è». Storace gli ha subito dat del pagliaccio. In realtà, per dimostra re di non essere italiano, Castelli no ha bisogno di saitare: basta che parli. Torna presto, Umberto

  6. #36
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    (by: M.T.)

  7. #37
    LA MAFIA FA SCHIFO!
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    In origine postato da brunik
    IL VITELLO GRASSO
    Prendersela col cosiddetto Guarda sigilli, il presunto Castelli, è un po' tal divo e un po' maramaldo. È come pie chiare un bambi.io, sparare a un'ambra lanza. Molto più proficuo pregare tut i santi del cielo perché ci restituiscan al più presto Umberto Bossi, visto 1 spazio spropositato che l'ingegner m: nistro s'è preso negli ultimi giorni p< cause di forza maggiore.

    I giornali, ieri, riportavano sue d chiarazioni su tutto lo scibile umane dalla devolution alla legge Boato, dall riforma della giustizia agli attentati di Madrid. Essendo inesperto di tutto Castelli può pontificare su tutto co eguale competenza. Pare abbia addirii tura partecipato a una piazzata di gic vani leghistí strillando «chi non sali italiano è». Storace gli ha subito dat del pagliaccio. In realtà, per dimostra re di non essere italiano, Castelli no ha bisogno di saitare: basta che parli. Torna presto, Umberto
    Ma gli ultimi due capoversi, frutto di una botta in testa o dell'ennesima canna?
    Morte all'Islam!
    Ora e sempre PORCO ALLAH!

  8. #38
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    In origine postato da Autarkico
    Ma gli ultimi due capoversi, frutto di una botta in testa o dell'ennesima canna?

  9. #39
    brescianofobo
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    Amici, ormai sul Foglio è una gara nel definirsi antiberlusconiani, nello sganciare l'agonizzante Berlusconi ai suoi ultimi mesi di oscuro declino, nel correre verso la vita.

    Anche il dipendente Mughini ostenta un finora sconosciuto antiberlusconismo.

    Notare le parole di disprezzo che il medesimo ostenta verso i berluschini tuttora a libro paga.

    Tutto questo scempio viene pagato da Veronica Lario.

    VERGOGNA, MUGHINI.

    Cari amici del Foglio, scioglietevi da un giuramento che non ha più ragion d’essere

    A partire dal titolo, “Una destra cialtrona”, ho letto con grande piacere l’editoriale del Foglio cui aveva dato spunto l’abietta e miserabile votazione parlamentare contro la libertà e la dignità di Adriano Sofri. L’urlo di dolore e di rabbia del direttore di questo giornale lo apparenterei a una vera e propria “passione” dell’intellettuale filoberlusconiano, come di chi non ne potesse più dal sentirsi trafiggere mani e caviglie dai chiodi della delusione politica e morale. Uso il termine “intellettuale filoberlusconiano” nell’accezione e nella modulazione che meritano Ferrara e questo giornale, un’accezione talmente diversa da quella che si attaglia ai devoti alla Baget Bozzo, a quei giornalisti che per 24 ore al giorno non la smettono di ripetere quanto sia fulgida la Casa delle libertà e quanto siano ignobili i “comunisti”, o magari quegli intellettuali che scoprono le loro pulsioni di indipendenza e di autonomia dal Polo quando vengono interrotte le loro carriere politiche o televisive. Uso questo termine con la freddezza e il rispetto di uno che non ha votato la coalizione attualmente al governo, ma che non era certo sdegnato dalla sua vittoria: l’importante era vederla al lavoro, valutare i risultati di quel lavoro. La votazione parlamentare contro Sofri, una votazione dov’erano compatti quelli di An e i leghisti, ma dov’era enorme l’apporto di voti forzaitalioti, segnala bene l’identità di questa maggioranza, il punto di nullismo morale e politico cui è arrivata. Mi auguro che per Ferrara e i suoi collaboratori tutto questo valga come una goccia che fa traboccare il vaso. Stavo per dire come la fine di un giuramento. E difatti Ferrara annuncia provocatoriamente che farà un altro giornale, non più legato da una lealtà di fondo a Silvio Berlusconi e alla coalizione da lui guidata. Un giornale del genere nascesse, accorreremmo in tanti a leggerlo e a collaborarvi. Accorrerebbero gli intellettuali cui stava così stretta l’adiacenza politica al Polo com’è e come lavora, e che in nome di quell’adiacenza hanno ingoiato rospi uno dopo l’altro e il naso se lo tengono turato ben bene; accorrerebbero quelli che venivano dalla sinistra e non ne potevano più della sua retorica e delle sue contraddizioni, ma che non vogliono invecchiare nella necessità di trattare con rispetto un personaggio come il Guardasigilli, l’uomo dal cui ricatto politicante nasce la storia da cui siamo partiti; accorrerebbero quelli di noi che avevano fatto a cazzotti con i nostri compagni di gioventù degli anni 60, cui non perdonavamo la bolsaggine e l’ovvietà intellettuale a cominciare dalla snervante retorica “antifascista”, ma che non vogliono cadere dalla padella nella brace; accorrebbero i tanti che il sistema bipartitico costringe a scegliere tra una Cgil che s’è messa a rappresentare quasi unicamente il non lavoro e una Lega che vuole disossare la compagine morale e istituzionale del paese, a scegliere se sì o no dalla parte delle microfazioni che si vantano dell’essere ancora “comuniste” oppure dalla parte dei valentuomini cui il colore nero della camicia così a lungo indossata s’è come stinto sulla pelle. E’ inaudito che in occasione della votazione contro Sofri, qualcuno abbia usato – a giustificare il voto – il nome di Cesare Battisti, uno di quei dementi che continuano a raccontare i nostri “anni di piombo” come anni in cui erano legittime le ragioni di chi sparava ai magistrati e ai giornalisti. Inaudito che si paragoni alla libertà arrogante e sinora indisturbata di questo cialtroncello – coccolato da una stampa e da una gauche francesi come al solito così paurosamente analfabete dell’Italia reale – la libertà che viene negata a un personaggio come Adriano Sofri, uno che non si è mai sottratto alla cella che gli era stata comminata da sentenze certo definitive ma contrastate e drammaticissime. Uno che non si rende accattivante conclamando la sua autocritica, ma uno che l’autocritica l’ha fatta e in profondità. Coraggio, amici carissimi del Foglio, scioglietevi da un giuramento che non ha più nessuna ragion d’essere.

    Giampiero Mughini

  10. #40
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    A giurare il falso, poi, si rischia la galera...

 

 
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