Ho visto ieri sera su Iride TV l'intervista di Giannini a D'Alema al festival dell'Unità.
A un certo punto siamo arrivati al discorso che ci interessa.
Alla domanda se Prodi darà le dimissioni anticipate, D'Alema ha detto: "Prodi deve concludere il suo mandato, anche perchè per correttezza non puo' certo annunciare che non rispetterà la sua scadenza, ma sa, il mandato scade a ottobre e le elezioni sono a giugno..." e gli è scappata una faccia come a dire, "ovvio, se da le dimissioni qualche mese prima non casca mica il mondo, anche se di certo non puo' mica dirlo ora".
Ora leggo sul Corriere questa intervista a Letta, e il concetto mi pare lo stesso (anche se il titolista non ha capito un cazzo e scrive il contrario, d'altronde è ovvio che per ora nessuno puo' chiedere in pubblico al Presidente Prodi di dare le dimissioni anticipate): non esclude che se per maggio il lavoro della Commissione sarà portato a compimento diventi capolista.
Comunque il nome di Prodi e il riferimento all'Ulivo sul simbolo ci sarà.
Corriere, 10.9.03
L’INTERVISTA / «Ora un’assemblea per la federazione di partiti, aver parlato subito di una sola formazione ha fatto vacillare l’obiettivo. Il congresso? Non possiamo trascinarci fino a primavera»
«Prodi è il leader morale, ma non può guidare la lista unica»
ROMA - «Ormai siamo in ballo e dobbiamo ballare fino in fondo». Ma non fino al partito unico del centrosinistra avverte Enrico Letta, responsabile Economia della Margherita. Veltroni ha detto che lavorerà per il «partito di tutti» .
« Il barometro è girato al bello, ma l’aver detto nei giorni scorsi "partito unico subito" ha fatto vacillare l’obiettivo primario. Una formazione unica non è all’ordine del giorno».
La lista unitaria dei riformisti si farà?
«Arrivare alle europee col vecchio sistema sarebbe già di per sé una sconfitta. Come dicono Parisi e Pistelli non è in discussione il se, ma il come ».
Slogan e simbolo sono pronti?
«Le parole Prodi ed Europa ci saranno e per il simbolo sarebbe importante usare l’Ulivo. Serve al più presto un’assemblea di tutti coloro che vogliono partecipare alla l ista per definire programma, immagine e messaggi chiave. E per dare il via a una federazione dei partiti».
Si riferisce al progetto di Fassino?
«Penso piuttosto a un processo parallelo alla nascita della lista, non successivo. Un luogo dove di argomenti delicati come questo si discuta in modo democratico. La federazione potrebbe giocare un ruolo importante in Parlamento».
Può fare un esempio?
«Il ddl Gasparri. Se non fosse stato per noi sarebbe già legge. Ecco, se vogliamo che il governo cada stringiamo un patto per i prossimi mesi».
I Ds dicono che faranno di tutto per arrivare alla lista unica, e voi?
«Martedì c’è la direzione nazionale, poi l’assemblea federale che ha tutti i poteri per decidere in tempi brevi».
E il congresso chiesto da Marini e De Mita?
«É già convocato, ma non possiamo trascinarci fino a primavera. La decisione ormai è assunta, dobbiamo stabilirne i contorni e rilanciare che stiamo parlando di Europa».
E di Romano Prodi, o no?
« Prodi è il capolista morale dell’operazione e lo rimarrà comunque. Anche a me piacerebbe molto se Prodi fosse capolista in tutte le circoscrizioni. Ma poiché la lista è per le europee non possiamo sottovalutare gli aspetti istituzionali del suo ruolo in Europa. Non sappiamo se a maggio tutte le cose su cui la Commissione si è impegnata saranno arrivate a compimento ».
Non sarà un alibi?
«No, perché la nostra lista vuole contrapporsi alla visione minima dell’Europa che hanno Tremonti e la Lega. Sarebbe contraddittorio se Prodi mettesse il problema italiano davanti all’allargamento».
Se non Prodi, chi guiderà la lista un itaria?
«I leader li abbiamo, ma sarebbe importante che la lista mettesse insieme anche grandi personalit à della società civile».
Se si arriverà a un nuovo soggetto politico, federato o no, Prodi sarà il presidente?
«Sarebbe la naturale condizione per la candidatura di Prodi alle politiche, ma il processo è appena cominciato».
La Margherita arriverà unit a al traguardo?
«Dobbiamo recuperare Marini, convincere tutti gli scettici e fare ancora uno sforzo per includere Mastella e Di Pietro. Il nostro compito è rivolgerci agli elettori moderati delusi dal centrodestra e dialogare con quelle anime che stanno dall’altra parte e non vog liono una guerra continua. Compito che la Margherita non ha ancora completato».
Avete ancora il sospetto che i Ds rilancino per non fare né la lista né il partito?
«Gli interventi di Fassino e D’Alema a Lerici e di Veltroni sul Corriere hanno fugato tutti gli equivoci. Se ci cementiamo creiamo il panico a destra, doppiare Forza Italia alle Europee avrebbe conseguenze pesanti sull’azione di governo».
A Strasbur go in un gruppo unico, o no?
«Il Ppe è una casa in fiamme, ma anche il Pse è pieno di crepe. Ma il problema di un soggetto europeo riformista è il vero problema che Prodi pone» .
Si arriverà a una confederazione di tutti i partiti del centrosinistra?
«Che dobbiamo fare un accordo con Rifondazione lo dimostra la vittoria di Illy in Friuli . Ma la differenza rimane».
Monica Guerzoni