Non essendo un pilota o un tecnico, sicuramente commetterò molti errori nel descrivere quanto successo. Inoltre è passato un bel po di tempo, quindi la memoria….
Allora, premetto che l’equipaggio (non conosco i motivi) era doppio. Quindi in tutto 4+1. Uno di essi, quello che ci avrebbe portati all’atterraggio, aveva appena fatto la transizione da altra macchina; da MD80 (credo) a MD-11.
Io ero seduto nel sedile centrale, veramente a mio agio con gli altri componenti in piedi a spiegarmi tutte le fasi del volo.
Bene, cominciamo l’avvicinamento per Pechino. Siamo autorizzati a scendere e l’equipaggio di condotta, prepara tutti gli strumenti ed esegue le check list del caso. Il primo, diciamo così, problema, è il settaggio dell’altimetro. Da quanto ricordo, il comandante lo tara in un certo modo ed il copilota in un altro. Qualcuno se ne accorge e lo fa presente, francamente con poco imbarazzo.
Ad un certo punto, il controllo ci dice di scendere ad una certa quota (non ricordo quale) e i commenti sono del tipo, wow, bella discesa, ce la facciamo? Il secondo problema, insorge quando il comandante, inserisce i dati per l’ILS (credo). A quel punto qualcuno fa notare che c’è un’incongruenza (??????) non so bene di che tipo. Mentre scendiamo, veniamo istruiti ad un nuovo livello e a quel punto ( scrivendo mi batte a manetta il cuore) ci troviamo esattamente davanti a noi un 767 (quasi certamente) SAS !! Era esattamente al nostro livello ed esattamente davanti a noi. Non vi dico che commenti e che agitazione (mai vista in un cockpit) ha scatenato l’evento. A quel punto, il comandante comunica un missed approach, subito risposto da un “negative, continue your approach”. A quel punto si scatena un vero e proprio battibecco tra piloti e controllo mentre anche l’altro aereo (SAS) comunica un missed approach. Le comunicazioni sono a dir poco concitate, aggravate dal fatto che i cinesi erano quasi incomprensibili, quindi con continue richieste di ripetere la comunicazione. E qui viene il bello. A causa di tutto questo, diciamo, casino, continuiamo a scendere molto velocemente, e a quel punto, cominciano i problemi. Posso dire tranquillamente, che a forza di parlare per radio, di controllare dov’era finito l’altro aereo, i continui cambi di quota ecc ecc, l’aereo praticamente non era più controllato (si credetemi è vero). Il copilota comincia a tormentare il volantino ed improvvisamente ( mi sono scordato di dire che c’era una nebbia tremenda) l’avviso PULL UP! PULL UP! PULL UP!. Inutile dire che il mio cuore ha cominciato a dare segni di cedimento, aggravati dalle frasi successive e dagli altri avvisatori. Gli altri piloti in piedi, cominciano a gridare “tiralo su tiralo su “ “manetta ,manetta,manetta” a quel punto il copilota era praticamente immobile (almeno a me è sembrato) ed il comandante prende i comandi, brutale accelerazione dei motori e virate di qua e di la con l’avvisatore “bank angle” continuamente in funzione. Durante tutto questo periodo che francamente non so quantificare, la radio non ha mai smesso di chiamare ……….. il nostro volo.
Da quel che ricordo, abbiamo continuato a girare nella nebbia, siamo saliti e i commenti dell’equipaggio erano “dove ca..o è dove ca..o è” (l’aeroporto).
Ricordo perfettamente la totale mancanza di visibilità. Improvvisamente, si vede la pista di traverso e qualcuno grida “vai giu vai giu” virata con sempre il “bank angle” a farci compagnia e a quel punto, sopra la pista ma decisamente alti, il comandante dice “lo tiro giù” e così è. Tocchiamo molto oltre la soglia, con un impatto tremendo, di traverso e con un rimbalzo notevole, frenata pazzesca (ricordo le cinture che mi tenevano al sedile) e dopo qualche istante siamo fermi.
Equipaggio muto, richiesta per parcheggio e spegnimento motori.
A quel punto, io ero completamente paralizzato, tanto da essere liberato dalle cinghie da un pilota, il quale molto imbarazzato mi dice “bella esperienza, eh?”
Esco dal cockpit e stranamente non si assiste alla fuga generale dopo lo spegnimento.
Tutti i passeggeri (almeno quelli in Business) erano seduti ed intenti a guardarmi con un’espressione interrogativa. Il mio amico che volava con me, mi dice solo “che cavolo è successo?” Io ero totalmente incapace di parlare. Scendendo, uno dell’equipaggio, mi dice “quello penso che non volerà più”
Entro nel terminal in attesa del volo successivo, e dico al mio amico che per quel giorno non avrei più volato. Prontamente dopo un paio di doppi whisky, mi convince e riparto per la mia destinazione finale.
Per eventuali domande, chiedete pure.
Ciao.
Daniele.