Troppe Stranezze Su Piazza Alimonda

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TROPPE STRANEZZE SU PIAZZA ALIMONDA.

La vicenda di Piazza Alimonda, costata la vita a Carlo Giuliani, è stata archiviata qualche mese fa sulla base della legittima difesa.
Placanica è stato riconosciuto come unico responsabile dell’omicidio, ma non punibile per aver sparato in condizioni di serio pericolo di vita. Senza voler prendere posizione su questa interpretazione, cioè sulle ragioni che indussero colui che sparò a Giuliani a compiere quel gesto, non si può tacere su una serie di accadimenti quanto meno strani che dovrebbero bastare da soli a far riaprire il procedimento sui fatti di quel 20 luglio del 2001.
In base a una sequenza di immagini fotografiche diffuse via internet, si nota per esempio, che la disposizione dei carabinieri nel Defender è incompatibile con le deposizioni rilasciate dagli stessi carabinieri in sede giudiziaria. E sembra confermare che a sparare non possa essere stato Placanica.
Di episodi equivoci ce ne sono troppi e, senza poterli approfondire più di tanto, vale la pena elencarli.

1) È assolutamente impossibile che un proiettile calibro 9 parabellum, esploso a una distanza di circa tre metri, produca un foro di uscita di sette millimetri. Se il proiettile che ha ucciso Giuliani non è un calibro 9, vuol dire che non è stata la pistola di Placanica a uccidere.
2) Dalle foto disponibili, sembra evidente che non poteva essere Placanica il carabiniere che ha la pistola puntata verso l’esterno attraverso il finestrino. Egli è infatti riconoscibile in una posizione incompatibile con quella di chi ha in mano l’arma: si sta tenendo la testa, dopo essere stato colpito con una tavola di legno da Massimiliano Monai, il quale conferma che quel carabiniere da lui ferito non poteva assolutamente essere colui che aveva sparato.
3) Le dichiarazioni di Placanica nel tempo si sono rivelate alquanto contraddittorie. All’inizio si è assunto tutte le responsabilità dell’accaduto, sostenendo di aver agito in condizioni di grave malessere fisico e psicologico. Poi, ha cominciato a fare strane ammissioni: in un’intervista alla Repubblica, per esempio, aveva espresso alcuni dubbi con una frase sibillina: “Non vorrei che abbia sparato anche qualcun altro”. Al Tg1, invece, dichiarò di essere “stato usato per coprire la responsabilità di altri”. Avvertiva qualcuno?
4) La versione ufficiale parla di tre persone all’interno del Defender nel momento della morte di Carlo Giuliani: l’autista Filippo Cavataio e i carabinieri Placanica e Dario Raffone (quest’ultimo - secondo Placanica - era steso a vomitare sul pavimento della jeep). Se Placanica si sta tenendo la testa e se Raffone sta vomitando, a bordo della jeep deve necessariamente esserci un “quarto uomo”. Ed è lui a sparare.
5) Lo strano comportamento dei magistrati nei confronti di altri due importanti testimoni: il tenente colonnello Giovanni Truglio e il capitano Claudio Cappello. Sono loro i responsabili dei due Defender e, fino a pochi istanti prima degli spari, sono a bordo o nelle vicinanze dei due automezzi. Truglio afferma fin dall’inizio di trovarsi a pochi metri dall’accaduto. Viene ritratto lì accanto pochi secondi dopo gli spari. Nonostante tutto ciò, il PM Silvio Franz non lo ha mai ascoltato. Il capitano Cappello, apparentemente sceso dal Defender da cui partirono i colpi e di cui era responsabile, rilascia dichiarazioni quanto meno superficiali. Nei primi interrogatori, tra l’altro, a Placanica nessuno ha chiesto l’identità dei “due ufficiali” che comandavano i gipponi. La sensazione è che i due ufficiali, espertissimi parà del ‘Tuscania’, siano stati volutamente tenuti fuori dall’inchiesta.
6) Per lunghe settimane dopo i fatti di Genova, Placanica è stato tenuto in totale isolamento, al riparo non solo della stampa, ma persino dei genitori. Né lo shock, né il bisogno di protezione da eventuali rappresaglie no global giustificano una misura così assoluta. Forse il carabiniere andava tenuto sotto controllo per consentire che fosse predisposta una versione ufficiale? Appena ricoverato in ospedale (lui e Raffone verranno dichiarati guaribili in una settimana), Placanica verrà sentito dire: “Dov’è finita la mia pistola?”.

Allora, potrebbe non essere stato un caso l’incidente calabrese occorso a Placanica. Forse qualcuno ha interesse a chiudere la bocca a questo ragazzo, imbarcato in una storia più grande di lui e di cui probabilmente è stato vittima e non carnefice. O più che altro complice. Volente o nolente.

www.misteriditalia.com

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Mi sono ricordato dove si trova la foto di truglio:
http://www.piazzacarlogiuliani.org/p...rder=0&thold=0

Sul tipo che si tiene la testa e su quello che spara c'e' anche da dire un'altra cosa. Alcune testimonianze affermano che dentro la jeep c'era qualcuno con qualcosa di strano in testa. Alcuni dicono che aveva un passamontagna, altri (ad esempio l'anonimo francese usato dalla dalioso per l'archiviazione) addirittura il casco.
Siccome e' evidente che quello che si tiene la testa non ce l'ha.... rimarrebbe per escusione lo sparatore.
Ma non esistono immagini chiare di questo.

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I legali della famiglia giuliani hanno preparato un ricorso europeo sui fatti che hanno portato all'archiviazione.
In questo ricorso sono elencate tutte le *scorrettezze* dei giudici e dei carabinieri.
Ce ne sono alcune macroscopiche.
La piu' grossa e' che le indagini sui carabinieri sono state fatte dai carabinieri stessi, e questo sarebbe espressamente vietato in europa.
Ce n'e' una pero' che e' ugualmente indicativa e riguarda i video.
Come molti ormai sapranno alcuni carabinieri avevano una microcamera incorporata nel casco e hanno ripreso i fatti di pzza alimonda.
Queste immagini esistono e il pm franz le ha potute visionare.
La parte civile (la famiglia di carlo) no.
In pratica Franz dice che non si vede nulla e sono mosse, la famiglia ha chiesto 3 volte di vederle (com'e' suo diritto) e per 3 volte il procuratore capo ha detto no.
No e basta, non importa che la legge lo permetta, no e basta.

Cosi' va il mondo.

F.

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http://italy.indymedia.org/news/2003/09/374282.php

[agaragar]

dovevi postarlo nell'altro thread