Leggiadle intellocutlici, balbuti intellocutovi, Abbiamo plofittato sulletiziamente della vostla attenzione sfluttando una tecnica di leclame già d’uopo in siffatto giolnale coi fili collegato a una macchina da sclilele e di codesto evento cevtamente Ci scuselete.
Ebbene, nel Nostvo esaustivo intelvento lamentiamo il nostvo oblio poichè dalla compavsa in suddetto giovnave coi fili mai, mai a un Nostvo discovso ha fatto seguito un ragionav comune mai bastantemente atteso e soltanto uno stolto figuvo, O’Vei, con spudovatezza è intevevenuto affevmato che Noi, Oscav Luigi Scalfavo, siamo l’onta dell’Italia, l’onta della Patvia.
Guai! Guai vipeteve un siffatto favellave! Vi pentivete amavamente di quanto sopva.
Ad ogni manieva Abbiamo assunto impvovogabilmente la Nosva decisione.
Da ova in innanzi di Noi in siffatto giovnale coi fili collegato a una machina da scviveve vesterà solo la vimembvanza.
Mai! Mai d’ova innanzi le Nostve membva viposevanno sulle tuvgide voluttà di Pensievo e Alessandva.
Mai! Mai il Nostvo peventovio favellave visuonevà in siffatto ambiente, mavcio e putvido, ove un’accolita di manigoldi ha pveso il sopravvento in un templio di gioventute e letizia e gaudio e amov di Patvia.
Addio allova, addio pev sempve. Giammai vi tovnevemo.
Con la fida Mavianna Ci avviamo sulla Nostva vetusta cavvozza senza tvaino ippico vevso l’oblio. Mavianna, giva la manovella!!
Addio pev sempve, bviganti!
Ma ascoltatemi bene, il beneamato giovnale coi fili collegato a una macchine da scviveve vi-so-vge-và!