La Svezia dice "no" alla moneta unica
Vincono i contrari all'euro. L'emozione e lo choc per la morte del ministro Anna Lindh non hanno spostato l'ago della bilancia.
STOCCOLMA - L’uccisione del ministro Anna Lindh non ha modificato lo scetticismo della Svezia nei confronti dell’euro: il Paese ha detto “no” alla moneta unica e, insieme a Danimarca e Gran Bretagna resterà fuori da Eurolandia. Secondo i risulttai dell'81% delle schede scrutinate, i contrari all’euro hanno raggiunto quota 56,8% , mentre i favorevoli si sono fermati al 41,2%.
Duro colpo a Bruxelles. Nemmeno l’emozione e lo choc provocati dall’assassinio del ministro degli Esteri Anna Lindh, fervente sostenitrice della moneta unica, uccisa mercoledì all’interno di un grande magazzino, sono riusciti a spostare l’ago della bilancia. Per evitare che l’opinione pubblica venisse influenzata dalla morte del ministro, dopo la tragedia, la campagna referendaria era stata sospesa e tutti i cartelloni con il volto della Lindh spariti dai muri del Paese. Il voto di domenica ricalca l’esperienza già vissuta in Danimarca, quando nel settembre del 2000 il Paese tramite referendum aveva deciso di rimanere fuori dall’euro. Un duro colpo per le istituzioni europee e un chiaro segnale della diffidenza dell’opinione pubblica svedese, che ha temuto che l’abbandono della corona, la moneta nazionale, potesse dare il via ad un aumento dei prezzi e alla diminuzione delle spese sociali.
Risultato incerto sino alla vigilia. Profonda era stata l’incertezza alla vigilia del voto. I sondaggi davano il fronte del “sì” in rimonta. Il “no” all’euro, invece, secondo la rilevazione dell’istituto Temo era ancora in testa mentre per un altro istituto di sondaggi, Gallup, era addirittura sceso rispetto alla percentuale dei favorevoli alla moneta unica. Dati, insomma, che non hanno permesso agli esperti e ai politici direttamente coinvolti nella campagna di poter azzardare risultati certi.