Il Carroccio insorge contro la decisione del comune veneto di aprire la graduatorie alle coppie omosessuali. Stiffoni: "Siamo al degrado, ci penseremo noi a rimettere a posto le cose".
TREVISO - L'amministrazione comunale di Mogliano Veneto, guidata da Diego Bottaccin della Margherita, decide di far entrare anche le coppie gay nelle graduatorie per la assegnazione di alloggi. E scoppia un nuovo caso politico, con la Lega all'offensiva e pronta a dare battaglia. "L'amministrazione di Mogliano Veneto sta raggiungendo il degrado più assoluto" tuona il senatore della Lega Nord, Piergiorgio Stiffoni.
E minaccia: "Il sogno dell' Ulivo mondiale di globalizzazione di razza, cultura e religione e sradicamento della famiglia, finché ci sarà la Lega non si realizzerà".
Stiffoni chiede agli amministratori se "a Mogliano, non c'é emergenza abitativa per gli anziani, non c'é emergenza abitativa per le giovani coppie che attendono di sposarsi da anni proprio perché mancano alloggi, o neanche emergenza abitativa per gli sfrattati di Mogliano".
Ma ce n' anche per Riccardo Illy, fresco governatore del Friuli. Stiffoni ricorda come "questo tipo di nefandezze fanno il paio con quanto fatto da Illy, che propone addirittura un premio di natalità per gli extracomunitari che vivono nella regione da almeno un anno".
Dopo aver sottolineato come appena due giorni fa Ciampi ha ricordato che il testo della Costituzione deve essere sempre più diffuso e studiato nelle scuole, l'esponente del Carroccio consiglia al sindaco di Mogliano e alla sua giunta di "rileggere quei passi della Carta Costituzionale dove è confermata la sacralità della famiglia nata dall' unione matrimoniale".
"L'Italia - conclude attaccando - è agli ultimi posti come natalità nel mondo: a Mogliano vogliono incentivare la natalità agevolando le coppie gay ? Hanno sperimentato mutazioni genetiche tali per favorire la natalità tra gli omosessuali ? C'é soltanto una certezza - conclude - che questo sarà l'ultimo mandato di una amministrazione così degradata. La prossima volta rimetteremo le cose in ordine".
(18 SETTEMBRE 2003; ORE 165)