Soltanto lo 0,9% del pil nazionale è destinato a politiche di sostegno per i nuclei familiari. L’Ugl chiede maggiori risorse con la prossima legge di bilancio

L’Italia è agli ultimi posti per risorse destinate alle politiche di sostegno per la famiglia. Una maglia nera che trova adesso autorevole conferma in uno studio condotto dall’Eurispes. Secondo l’istituto di ricerca, il nostro Paese dedica appena lo 0,9% della ricchezza nazionale alle politiche familiari, contro una media europea del 2,3%. All’Italia il penultimo posto, seguita solo dalla Spagna con lo 0,4%. Una famiglia poco sostenuta dal punto di vista economico è anche una famiglia poco prolifica: l’Eurispes conferma infatti che le donne italiane hanno il tasso di fecondità più basso d’Europa, pari a l’1,2. Cifre che sono così commentate da Renata Polverini, vice segretario generale dell’Ugl: «nella prossima legge finanziaria, occorrerà reperire maggiori risorse per le politiche di sostegno alla famiglia, visto che siamo il fanalino di coda europeo». Proprio in queste settimane è in corso di definizione, presso il Ministero del Lavoro, il cosiddetto piano di azione nazionale contro la povertà, che prevede – tra l’altro – il reddito di ultima istanza. Una buona idea che deve comunque essere concretizzata: «le politiche del welfare – afferma ancora Polverini - devono trovare adeguata copertura finanziaria con la prossima legge di bilancio. Occorre necessariamente aumentare i sussidi per la famiglia e migliorare i servizi, perché le attuali agevolazioni di natura fiscale sono assolutamente inadeguate». La maglia nera europea, diciamocelo francamente, ci risulta stretta.

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