Alla sinistra la piazza, alla destra le urne(l'opinione)
Mandato da Il Legno Storto Sabato, 20 Settembre 2003, 04:42 uur.
l'opinione
di Biagio Marzo
Senza alcuna ombra di dubbio, la proposta di Fausto Bertinotti di indire una manifestazione “enorme per cacciare il governo Berlusconi”, sarà un regalo fatto dall’opposizione alla maggioranza. Come si dice a Roma, un regalo “a gratis” e, nello stesso tempo, inaspettato.
La sinistra antagonista sposa il sorellismo riveduto e corretto, pertanto, pensa che con una manifestazione “enorme” si possa abbattere il governo di centrodestra.
D’altro canto, George Sorel, il teorico francese del sindacalismo rivoluzionario, lanciò l’idea che lo sciopero generale fosse il mezzo di lotta più efficace per sconfiggere il capitale finanziario. Che, a dire il vero, è ancora più vivo e vegeto di prima al di là dalle idee di Sorel. E Bertinotti, formatosi nel mondo sindacale, vorrebbe mettere in pratica alcune nozioni del sorellismo in chiave politica. Lotta dura senza paura.
Tutti allegramente a manifestare contro Berlusconi. Di certo, la manifestazione proposta da Bertinotti porterà a Roma una massa “enorme” di gente e, per di più, sarà un successo senza precedenti.
E poi? Nel senso, che cosa farà l’opposizione dopo aver riempito la piazza? Farà una nuova manifestazione, eppoi un’altra, e un’altra ancora. Ora come allora, come dire, non un Vietnam, ma cento, mille. In tal modo, l’opposizione non costruisce una politica di governo alternativa a quella della maggioranza, bensì una politica che porta pari pari al suicidio.
Il ceto medio non conservatore il cui voto va a destra, resterà laddove sta di fronte a forme estremiste di lotta, e il ceto medio moderato che, viceversa, vota a sinistra, non troverà congeniale quel tipo di manifestazione contro il governo. Il ceto medio in generale ha bisogno di tranquillità e non di estremismi i cui effetti sono deleteri per il paese – Italia. E comunque, con l’overdose di antiberlusconismo non si costruisce una politica credibile e vincente.
Il richiamo della foresta massimalista è sempre molto forte. A ogni buon conto, la sinistra antagonista propone e la sinistra di governo dispone. Il che mostra quanto deficit di riformismo esiste all’interno della sinistra di governo. Eppure, il dibattito in corso, oltre alla lista unica alle europee, è incentrato sulla costituzione del partito riformista di rango europeo. Nonostante questo, il massimalismo nelle sue forme più disparate prende il sopravvento sulla sinistra riformista, e non solo. Alla fine potrebbe pur nascere il nuovo soggetto, ma il rischio che corre è quello di essere un guscio vuoto di cultura di governo.
Strano a dirsi, è vero che la sinistra antagonista spara a zero, ma è pure vero che il centro del centrosinistra fa altrettanto. E i riformisti, il vaso di coccio tra i vasi di ferro, si trovano nella morsa della sinistra antagonista e dall’estremismo di centro. A conti fatti, l’estremismo centrista è pari al massimalismo della sinistra. Stavolta, la Margherita scavalca a sinistra la Quercia. Detto per inciso, Fassino è meno spinto alla manifestazione di Castagnetti e della Bindi. Oltretutto, l’estremismo di centro è il risultato del bipolarismo all’italiana e del sistema elettorale maggioritario vigente.
Tanto per la cronaca, la scomposizione del vecchio sistema partitico ha prodotto un’anomalia grande come una casa. Schematizzando, ci si trova davanti a un centro piccolo e una sinistra grande, ossia una coalizione di sinistra-centro, la cui forza progressista è portata a essere moderata, il cui centro, viceversa, forza moderata per antonomasia, è portato a estremizzare la propria iniziativa politica. Tuttavia, è l’incontrario della natura politica italiana.
Il che è un elemento preoccupante, perché significa che non si è costruita una normale coalizione politica, ma una specie di macchina da guerra al solo scopo di combattere il berlusconismo. Sennonché, è pronta per entrare in azione nelle piazze ma non efficace sul piano elettorale. L’esperienza negativa di Occhetto non è servita granché a ben vedere. Per l’esattezza, la macchina da guerra altro non è che il partito antiberlusconiano. Un brutto segno, la conferma che la coalizione ulivista è in mano a forze irrazionali ed estremiste che, oltre a far diventare vittima Berlusconi, faranno vincere il centrodestra alla grande.
Alla sinistra la piazza piena, alla destra le urne stracolme.