Chiunque abbia letto le lettere di Tolkein, già lo sapeva. Più che di mistificazione parlerei di appropriazione e relativizzazione. D'altra parte una opera così profonda e complessa si presta ad innumerevoli letture, non per niente si parla di un capolavoro.
Cordiali Saluti
E voi tutti, o Celesti, ah! concedete,
Che di me degno un dì questo mio figlio
Sia spendor della patria, e de Troiani
Forte e possente regnator. Deh! fate
Che il veggendo tornar dalla battaglia
Dell'armi onusto de' nemici uccisi,
Dica talun: NON FU SI' FORTE IL PADRE:
E il cor materno nell'udirlo esulti.
Tolkien era, come Guareschi, un convinto cattolico. Che il cattolicesimo post-conciliare si tolse davanti i piedi per l'imbarazzo indotto da certe idee.
Tolkien non è di destra, certo, ma quale grande artista è mai stato di destra o di sinistra, riformatore o rivoluzionario, o reazionario o conservatore? Tuttavia, tutto si può dire, tranne che fosse di sinistra...... questo è certo!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Attenzione.
Cattolico si ma non guelfo né inquisitore né plantigrado, nè retrogrado, nè spiriticida.
Tolkien fu infatti un grandissimo conoscitore delle tradizioni nordceltiche ed anche nordiche e non solo delle saghe ma anche della semantica, della numerologia ecc.
Fu Cattolico nel senso di Sacralità RIVELATA il che è tutt'altra cosa - spesso addirittura l'opposto - delle inquisizioni ideologiche di stampo teocratico.
Concordo col fatto che un capolavoro si presta a molte interpretazioni ed a categorizzazioni diverse e tutte insufficienti. Dunque non può definirsi di destra come di sinistra.
Come ogni capolavoro.
A buon intenditore...
Per tornare all'articolo, vi si dice che le tradizione è una invenzione arbiraria senza un significato preciso e che proprio per questo è stato possibile farci rientrare Tolkien.
Che dire? che non sono punto d'accordo.
Tradizione ha un significato ben preciso, ed anzi è a tal punto una categoria ben delimitata, che tanti se ne vorrebbero disfare per quanto ha di rigido e scomodo.
La Tradizione è concepita come primordiale e quindi ha un valore universale; insomma la Tradizione è una.
Ma allora Tolkien è o non è un tradizionalista?
Io la risposta non ce l'ho, anche se propenderei per il no; tuttavia so che alcuni critici esperti delle scienze sacre, hanno cercato di scoprire nell'opera di Tolkien alcune applicazioni della scienza dei numeri e delle lettere corrispondenti a numeri e hanno ottenuto risultati iteressanti. Uno di questi sudi è comparso in Orion ed ho l'impressione che metapolis ne sappia qualcosa.
Saluti
Secondo me, si è perso il filo delle argomentazioni. Sarebbe bello trovare una lettera, o un passo del Lord of the Rings , o qualsiasi altro documento, in cui Tolkien prenda le distanze da qualche Dogma o faccia il massimalista, come si evince da alcune dichiarazioni.In origine postato da metapolis
Attenzione.
Cattolico si ma non guelfo né inquisitore né plantigrado, nè retrogrado, nè spiriticida.
Tolkien fu infatti un grandissimo conoscitore delle tradizioni nordceltiche ed anche nordiche e non solo delle saghe ma anche della semantica, della numerologia ecc.
Fu Cattolico nel senso di Sacralità RIVELATA il che è tutt'altra cosa - spesso addirittura l'opposto - delle inquisizioni ideologiche di stampo teocratico.
Concordo col fatto che un capolavoro si presta a molte interpretazioni ed a categorizzazioni diverse e tutte insufficienti. Dunque non può definirsi di destra come di sinistra.
Come ogni capolavoro.
A buon intenditore...
Il fatto che poi conoscesse la leggende e le tradizioni nordiche non è un difetto, ma anzi un pregio: fatti non fummo per vivere come bruti.... come evidentemente qualcuno pensa siano i cattolici. Che conoscono, sin dai Padri, il mondo circostante, perché siamo in questo mondo, pur non essendo di questo mondo.
Tolkien lo ha dichiarato sempre: ha scritto un romanzo di profonda ispirazione cattolica, quando non ne aveva alcuna intenzione. Il più genuino caso di parzialità, dovuto alla propria anima.... vogliamo cambiargli anche quella? ... solo per arruolarlo nell'ambito del nostro campanile?
Quello che Tolkien ha detto, ha detto. Punto.
Che poi ognuno legga i suoi lavori dalla proprio ottica, non toglie nulla all'identità dell'autore. Che essendo un essere umano, e non Dio, difficilmente avrà avuto l'onnicomprensività delle vedute.
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La Via prosegue senza fine
Lungi dall' uscio dal quale parte.
Ora la Via è fuggita avanti,
Devo inseguirla ad ogni costo
Rincorrendola con piedi alati
Sin all' incrocio con una più larga
Dove si uniscono piste e sentieri.
E poi dove andrò? nessuno lo sa
( poesia tratta da "Il Signore degli Anelli" )
La pietà fermò la mano di Bilbo e non uccise smeagol, e la provvidenza fece trovare l'anello a bilbo e passare a frodo.
Pietà e Provvidenza più cattolico di così è difficile
Cordiali Saluti
E voi tutti, o Celesti, ah! concedete,
Che di me degno un dì questo mio figlio
Sia spendor della patria, e de Troiani
Forte e possente regnator. Deh! fate
Che il veggendo tornar dalla battaglia
Dell'armi onusto de' nemici uccisi,
Dica talun: NON FU SI' FORTE IL PADRE:
E il cor materno nell'udirlo esulti.
Negare che Tolkien sia cattolico (ed uso il presente atemporale) sarebbe falsificarlo.
Il senso del mio intervento era un altro.
Ovvero che il modo di esser cattolico di Tolkien (forse il modo vero ?) non è quello dei tritalibertà, dei potenti per grazia divina, dei macina sogni, degi misogeni, dei terrorizzati dall'eroismo e dalla virilità e soprattutto dalla fresca semplicità.
Le chiavi di volta di tutto Tolkien non sono solamente dualistiche e la conoscenza antica non è stravolta o schiacciata, è ripresa in un Unicum che si può immaginare s'intenda come sacralità rivelata.
Anche certi passaggi mi sembrano mettere in discussione il papato e farne il punto critico tanto che proprio Saruman è l'alter ego di Sauron.
Si potrebbe dire che Tolkien non segue Pietro (che tradì al canto del gallo) bensì Giovanni (Madre ecco mio figlio. Figlio ecco mia madre). Ma bisogna stare attenti e dirlo sussurrando perché quest'argomentazione è stata ripresa da una certa massoneria per legittimarsi impropriamente.
Il rischio quando si parla di queste cose è sempre il medesimo, che i porci - in grembiule o in sottana - se ne approfittino.
Tant'è che, prendendo spunto da cristianesimo popolare, potremmo prendere il tutto con le pinze: gioca con i fanti e lascia stare i santi...
Un post molto intelligente. Complimenti!In origine postato da metapolis
Negare che Tolkien sia cattolico (ed uso il presente atemporale) sarebbe falsificarlo.
Il senso del mio intervento era un altro.
Ovvero che il modo di esser cattolico di Tolkien (forse il modo vero ?) non è quello dei tritalibertà, dei potenti per grazia divina, dei macina sogni, degi misogeni, dei terrorizzati dall'eroismo e dalla virilità e soprattutto dalla fresca semplicità.
Le chiavi di volta di tutto Tolkien non sono solamente dualistiche e la conoscenza antica non è stravolta o schiacciata, è ripresa in un Unicum che si può immaginare s'intenda come sacralità rivelata.
Anche certi passaggi mi sembrano mettere in discussione il papato e farne il punto critico tanto che proprio Saruman è l'alter ego di Sauron.
Si potrebbe dire che Tolkien non segue Pietro (che tradì al canto del gallo) bensì Giovanni (Madre ecco mio figlio. Figlio ecco mia madre). Ma bisogna stare attenti e dirlo sussurrando perché quest'argomentazione è stata ripresa da una certa massoneria per legittimarsi impropriamente.
Il rischio quando si parla di queste cose è sempre il medesimo, che i porci - in grembiule o in sottana - se ne approfittino.
Tant'è che, prendendo spunto da cristianesimo popolare, potremmo prendere il tutto con le pinze: gioca con i fanti e lascia stare i santi...