Da “Libero” di mercoledì 1 agosto 2001:
L’attività cerebrale deputata al riconoscimento dei volti è più intensa quando si rivolge a una persona della stessa etnia

IL CERVELLO DELL’UOMO?E’ RAZZISTA PER NATURA

Di Chiara Dall’Anese

STANFORD
(…) La difficoltà che ognuno di noi incontra tentando di rilevare particolari e differenze nei volti di persone che presentano tratti somatici diversi dai nostri è una caratteristica talmente diffusa da essere comune a tutto il genere umano. A prescindere da differenze culturali e sociali, ognuno di noi mostra infatti una più spiccata abilità nel distinguere tratti e lineamenti di persone appartenenti alla propria razza piuttosto che quelli di individui con caratteristiche somatiche differenti. Da questo punto di vista, il senso di frustrazione di un bianco che tenti di rilevare alcune differenze tra i volti di persone dai tratti marcatamente orientali è il medesimo che un maghrebino che assista a un film interpretato esclusivamente da attori svedesi.
La spiegazione di tale fenomeno si è basato sul fatto, più o meno ovvio, che ciascuno di noi tende a frequentare più assiduamente persone che presentino caratteristiche somatiche simili alle nostre. In tal senso, la nostra mente sarebbe più “allenata” a rilevare particolari differenze tra coloro che ci assomigliano di più e meno abile nel distinguere elementi caratterizzanti nel volto d’un orientale o di un africano. E questo è vero, come dimostrano i risultati di uno studio condotto da una équipe di ricercatori dell’Università di Stanford .(..) Dopo aver sottoposto a un gruppo di americani di origine africana o europea alcune foto raffiguranti persone appartenenti a diverse razze, i ricercatori hanno infatti confrontato il tipo di attività cerebrale registrato durante l’osservazione delle immagini con la tecnica della risonanza magnetica funzionale. E dal confronto è emerso che l’attività cerebrale nell’area fusiforme, situata in prossimità dell’ippocampo e probabilmente molto importante per il riconoscimento dei volti, risulta essere molto più intensa quando il personaggio raffigurato nella foto presenta gli stessi tratti somatici dell’osservatore.(…)