Una festa contro il comunismo
Il senato approva la proposta di trasformare il 9 novembre, anniversario della caduta del muro di Berlino, in «giorno della libertà». Sarà la «giornata dell'anticomunismo», contrapposta al 25 aprile
ANDREA COLOMBO
ROMA - Esattamente due mesi fa, il 31 luglio scorso, la legge presentata dal senatore forzista Sergio Travaglia aveva provocato proteste e opposizione dura. Ieri è passata senza colpo ferire, senza che nessun senatore denunciasse il colpo di mano. Complice un'agenda fitta di discussioni importanti, prima l'esposizione della finanziaria, poi la ripresa del dibattito sulla procreazione assistita, l'assemblea di palazzo Madama ha trasformato il 9 novembre in «giorno della libertà». Una giornata di celebrazioni nelle piazze e nelle scuole, con tanto di dibattitti e cerimonie più o meno fastose per ricordare la caduta del muro di Berlino. Niente paura, assicura il firmatario del ddl, comprensibilmente soddisfatto. Non si tratterà, come potrebbero credere i malpensanti, della giornata nazionale dell'anticomunismo. Non sarà, come certo temono i sospettosi, di una festa nazionale da contrapporre a quella antica e desueta del 25 aprile. Pur «prendendo spunto dalla caduta del muro, garantisce il senatore Travaglia, ogni nove novembre condanneremo puntualmente «tutte le forme di totalitarismo che hanno funestato il XX secolo», nonché «i totalitarismi ancora in vita».
Già che ci si trova Travaglia butta là un paio d'esempi, tanto per chiarire che genere di giornata ci aspetterà dopo che la camera avrà confermato il sì pronunciato ieri dal senato. «La celebrazione - spiega - consentirà di ricordare anche le realtà legate al totalitarismo finora escluse da ogni commemorazione, come ad esempio i martiri delle foibe istriane o le vittime della persecuzione antisemita nell'Unione sovietica». Il traguardo lo ha già illustrato con dovizia di particolari Silvio Berlusconi: una riscrittura metodica della storia che accomunerà senza distinzione alcuna il comunismo e il nazismo, lasciando però fuori il fascismo che, lo sanno tutti, non si può definire un vero totalistarismo. Tutt'alpiù spediva gli oppositori in vacanza al confino.
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Il Manifesto del 2/10/2003
Come trasformare la critica al Totalitarismo in violenta campagna anticomunista fatta da Totalitaristi della democrazia liberal capitalista. Questo è il vero pericolo! Un Golpe Istituzionale che metta fine alle libertà politiche (Anche quelle formali) e di associazione. Arriveremo al Tribunale Speciale?