IL SEN. PROVERA: DUE NUOVI TESTI, SI CORRE IL RISCHIO DI CENSURARE IL CONFRONTO POLITICO




Il sen. Fiorello Provera, presidente Commissione Esteri di Palazzo Madama
Stefania Piazzo
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Il Consiglio d'Europa con due documenti è tornato ad affrontare il tema del razzismo e della xenofobia dopo che di recente il ministro della Giustizia Roberto Castelli si è opposto ad un testo unico comunitario in materia, intravedendo nelle intenzioni della sinistra il tentativo di porre dei limiti alla libertà di opinione. Una posizione condivisa anche dal presidente della Commissione Esteri alla Camera, il leghista Fiorello Provera.
«È comprensibile - ci spiega l'on. Provera - intervenuto al Consiglio d'Europa - l'intenzione dei due rapporti al nostro esame di condannare l'estremismo politico, religioso sociale, tanto che viene suggerito di porre ostacoli, anche legislativi, ai movimenti definiti estremisti che negano il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo. Tuttavia...».
I testi sono parzialmente condivisibili?
«Esatto. Sono d'accordo in linea generale ma esiste un rischio che va considerato».
Qual è il rischio?
«La possibilità che l'accusa di estremismo possa diventare uno strumento politico per emarginare e mettere fuori gioco nuovi movimenti politici da parte di un establihment conservatore, di destra o di sinistra».
Un modo per fare lotta politica restringendo la libertà d'opinione?
«C'è il pericolo che, attraverso un meccanismo pretestuoso di criminalizzazione, si precluda la strada del confronto politico a partiti che, in particolari momenti, danno voce a legittime aspirazioni o proteste della gente».
E chi definisce dove sta il limite tra estremismo e democrazia?
«Ecco, questo è un altro punto da considerare. Chi giudica? Chi decide? Gli atti criminali possono rientrare sotto il rigore della legge e il giudizio di giudici, ma le idee sono molto più difficili da catalogare in una categoria deviante».
Qual è allora il vero deterrente contro razzismo e xenofobia?
«Io sono convinto che le migliori garanzie contro ogni tipo di estremismo politico, religioso o sociale sono la qualità delle istituzioni democratiche di ogni Paese, la trasparenza del loro funzionamento e la capacità dei parlamentari di ascoltare i problemi e le necessità del popolo e incanalarli nei percorsi della democrazia».
Un suggerimento ai colleghi europei?
«Mi auguro che l'Ecri, la Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza possa funzionare meglio in futuro di quanto non è stato fatto in passato: l'indagine sull'estremismo politico in Italia è stata superficiale e ha commesso grossolani errori. È stata un cattivo servizio all'informazione e quindi al dibattito democratico».
Due, si diceva, sono stati i documenti letti nell'aula di Strasburgo e redatti rispettivamente dalla Commissione giuridica e dei diritti dell'uomo e da quella sugli affari politici (entrambi i relatori erano del gruppo socialista).
I testi sembrano voler porre al centro dell'attenzione la necessità di vigilare e punire qualsiasi forma di espressione politica antidemocratica, con derive xenofobe. «L'attuale espansione progressiva dell'estremismo politico - si legge nel primo testo - deve spingere tutti gli stati membri del Consiglio d'Europa a raddoppiare la vigilanza e a valutare le minacce poste dall'estremismo». E, ancora: «In Europa occidentale i partiti e i movimenti estremisti hanno registrato importanti risultati elettorali (senza però indicarne nome e cognome, ndr)». Nella prima risoluzione presentata dalla socialista croata Mirjana Feric-Vac, si chiede anche che l'assemblea di Strasburgo inviti i governi degli Stati membri del Consiglio d'Europa «a prevedere nella loro legislazione che l'esercizio delle libertà d'espressione, riunione e associazione può essere limitato al fine di contrastare l'estremismo; a prevedere la sospensione o il ritiro di finanziamenti pubblici alle organizzazioni che promuovano l'estremismo».
Dai toni più allarmati è la seconda risoluzione, presentata dal socialista britannico Kevin McNamara: «In questi ultimi anni si è assistito ad una crescita delle tematiche razziste in politica, non soltanto tra i partiti definibili di "estrema destra", bensì anche da parte dei politici appartenenti ai partiti tradizionali». Ma anche in questo caso non vengono portati esempi sulla deriva effettiva o presunta dei partiti nel mirino dell'Europa. Tuttavia poco più sotto nel documento si legge che «l'Assemblea riconosce che le manifestazioni di razzismo, xenofobia e intolleranza nel dibattito politico provengono da tutte le aree dello spettro politico, assumono varie forme e presentano diversi livelli di gravità», chiedendo di «definire procedure legali per la sospensione, la proibizione o lo scioglimento, quale estrema ratio, di gruppi e partiti politici, in casi eccezionali di affermazioni razziste, xenofobe o intolleranti di particolare gravità». Tutti i partiti, dunque, sono sotto accusa. Tanto da far sollevare un legittimo sospetto: è davvero il razzismo, la xenofobia il male da combattere o non c'è piuttosto anche l'intenzione più o meno velata di far entrare dalla finestra i reati di opinione?
Proprio su quest'ultima domanda si è interrogato più volte anche il ministro della Giustizia Castelli ribadendo, nel dibattito sull'armonizzazione delle legislazioni europee in materia, che le leggi «rispettino anche la libertà di opinione». Di più. All'inizio dei lavori europei, più di un anno fa, Castelli profeticamente commentava : «Mi chiedo come possa un magistrato entrare nella convinzione personale di un individuo. Stiamo viaggiando sul filo del rasoio: c'è un rischio di sconfinamento nel campo delle libertà di pensiero. Un conto è essere razzista, e noi condanniamo assolutamente razzismo e xenofobia, un conto è esprimere opinioni e fare lotta politica».
In altre parole, la legge potrebbe divenire un cavallo di Troia per consentire a qualche giudice di colpire gli avversari politici scomodi. Poco meno di un mese fa, ancora il Guardasigilli intervenendo sulla possibilità di arrivare ad un testo unico in ambito europeo, commentava: «Se c'è un perseguitato quello sono io perché faccio parte di un movimento perseguitato da false accuse».
La sinistra liberticida vuole negare un'effettiva libertà di pensiero?


[Data pubblicazione: 03/10/2003]