Jean Parvulesco

Combattere la NATO vuol dire combattere per l’Europa!

A proposito del libro di Henri de Grossouvre, Paris-Berlin-Moscou



Figlio di François de Grossouvre – il quale, durante la presidenza di François Mitterrand era stato, di fatto, sotto la copertura di Grand Veneur della Repubblica, il responsabile presidenziale per la condotta operativa dell’insieme dei servizi di informazione politici e militari francesi, e (come si ricorderà) trovò una morte tragica e misteriosa all’interno stesso del palazzo della Presidenza della Repubblica – il giovane Henri de Grossouvre ha appena pubblicato a Parigi, per le Edizioni L'Age d'Homme, con un’importante prefazione del generale Pierre-Marie Gallois, un saggio di analisi e prospettiva geopolitica della più scottante attualità, dal titolo: Paris-Berlin-Moscou.
“Il centro del mondo è in cammino verso l’est”, scrive il generale Pierre-Marie Gallois nella sua prefazione. . Henri de Grossouvre, che vive e lavora a Vienna, è uno specialista dei problemi economico-politici della Germania, dell’Austria e dell’insieme dello spazio geopolitico dell’Europa dell’Est, della vecchia Mitteleuropa. Henri de Grossouvre è inoltre un attivo sostenitore ed un teorico di primo piano dell’integrazione della “nuova Russia” di Vladimir Putin in seno alla più Grande Europa continentale, attualmente aperta ai progetti eurasiatici portati avanti dai gruppi geopolitici prossimi all’entourage immediato del presidente russo.

In questo senso, il ilbro di Henri de Grossouvre, Paris-Berlin-Moscou, costituisce un documento politico estremamente rivelatore, che svela le posizioni d’avanguardia di una certa tendenza attuale del pensiero geopolitico francese in azione; e questo a maggior ragione, in quanto Henri de Grossouvre sarà presto chiamato ad assumere responsabilità politiche a livello europeo, nel quadro di una “Comunità geopolitica Francia-Germania-Eurasia” attualmente in via di costituzione. La tesi fondamentale del libro di Henri de Grossouvre è la promozione della ormai più che necessaria integrazione federale dell’insieme continentale grande-europeo attorno all’asse Parigi-Berlino-Mosca, dietro il quale si profila, implicitamente e in un più lontano avvenire, l’asse transcontinentale della “Fortezza Eurasiatica” Parigi – Berlino – Mosca – Nuova Delhi – Tokyo. Il che esige, in primo luogo, l’integrazione “piena”, al tempo stesso totale ed immediata, della “Nuova Russia” di Vladimir Putin in seno alla comunità di essere e destino della più Grande Europa.

I precedenti della dottrina geopolitica dell’asse Parigi-Berlino-Mosca

Ma Henri de Grossouvre non si accontenta semplicemente di porre il problema dell’integrazione continentale grande-europea così come esso si presenta nel momento attuale; di questa visione geopolitica fondamentale, che riaffiora oggi alla superficie nelle battaglie più avanzate della nostra propria attualità storico-politica in corso, egli ricerca i precedenti che l’annunciavano e che erano già stati un tentativo di proiettarla nella storia in marcia, di condurla all’effettivo compimento. Un compito realizzato per più della metà dal generale de Gaulle, che ne aveva già realizzato l’essenziale con l’istituzione del Polo Carolingio franco-tedesco, base di ogni futuro tentativo di integrazione continentale europea.

Così Henri de Grossouvre incomincia richiamando alla memoria il tentativo sfortunatamente fallito di Gabriel Hanoteaux, ministro degli Affari Esteri della Francia dal 1896 al 1898, il quale aveva cercato di mettere in piedi un’intesa continentale Francia – Germania – Russia con il doppio obiettivo di far saltare con la forza le tenaglie della politica di influenza della Gran Bretagna sull’Europa e di promuovere una vasta iniziativa comune europea continentale di sviluppo politico, economico e industriale. Quali interlocutori del suo progetto continentale comune, Gabriel Hanotaux disponeva, in Germania, del principe Bülow, e, in Russia, del conte Sergej Witte, promotore della Transiberiana. Fra i grandi progetti di infrastruttura continentale di Gabriel Hanotaux figuravano, conn l’appoggio di Bülow e di Witte, la realizzazione a tappe forzate delle ferrovie transcontinentali Parigi-Vladivostok e Berlino-Bagdad. Più un certo numero di altri progetti rimasti fino ad oggi segreti.

Già «la Wilhelmstrasse considerava allora come acquisito che si trattasse di dimostrare concretamente che l’Inghilterra non avrebbe più dovuto contare sull’antagonismo franco-tedesco per metter mano su tutto ciò che le facesse comodo».

Ma i “servizi politici esterni” di Londra, così come le “potenze delle tenebre”, allora in azione, nel profondo, a Parigi, avevano finito per far deragliare in capo a due anni la politica visionaria di Gabriel Hanotaux e dei suoi interlocutori tedeschi e russi per la liberazione dell’Europa; uno scacco che, alla lunga, avrebbe condotto a due guerre mondiali, 1914-1919 et 1939-1945. E che tuttora oscura l’orizzonte interno dell’attuale storia europea.

Sessant’anni più tardi, fa notare Henri de Grossouvre, il generale de Gaulle avrebbe ripreso per proprio conto il medesimo progetto di una “comunità di essere e di destino” Francia-Germania-Russia, della quale lui stesso sarebbe riuscito a garantire la messa in moto politica immediata, ottenendo che il “Polo Carolingio” franco-tedesco fosse collocato nel cuore della politica europea. Era così nata una nuova grande politica continentale europea, processo d’integrazione ormai ineluttabile, che sarebbe dovuto sfociare, dopo l’integrazione della Russia nel proprio seno, in una federazione europea grande-continentale e, alla fine, in quella comunità imperiale europea dell’al di là della storia di questo mondo passato, comunità che noialtri, membri dei “gruppi geopolitici”, chiamiamo “Impero Eurasiatico della Fine”.

Già nel 1949, in occasione di una conferenza stampa, il generale de Gaulle dichiarava profeticamente: «Io sostengo che va fatta un’Europa avente per base un accordo fra Francesi e Tedeschi. Una volta fatta l’Europa su queste basi, allora sarà possibile volgerci alla Russia. Allora si potrà tentare, una volta per tutte, di fare l’Europa tutta intera con la Russia stessa, dovesse questa mutare di regime. Ecco il programma dei veri Europei. Ecco il mio programma».

Ancora negli anni ’60, negli Charentes, il generale de Gaulle confessava che l’attuale profondo riavvicinamento fra Francia e Germania, di cui egli stesso aveva posto le basi, costituiva veramente di fatto una nuova “Rivoluzione Mondiale”. Parole straordinariamente pregnanti, decisive, rivelatrici. Parole fondanti, destinate a restare, il cui senso ultimo sarà compreso molto più tardi. E’ nata, la “Nuova Rivoluzione Mondiale”, e si sviluppa.

Perché, creando il “Polo Carolingio” franco-tedesco, il generale de Gaulle aveva definitivamente posto le fondamenta imperiali della più Grande Europa continentale, davanti alla quale egli apriva così, nuovamente, il cammino di quella che Nietzsche chiamava la “grande storia”, garantendo al tempo stesso a quell’Europa un posto degno nello scontro politico planetario finale attualmente in corso.


Georges Soulès e il Movimento Social-Rivoluzionario

Henri de Grossouvre omette tuttavia di citare, fra gli antecedenti degli attuali progetti di integrazione continentale europea, l’iniziativa presa nel 1943 a Parigi dal segretario generale del Movimento Social-Rivoluzionario (MSR), Georges Soulès – che sarebbe divenuto più tardi il grande romanziere Raymond Abellio – in vista della creazione rivoluzionaria clandestina di un asse Parigi-Berlino-Mosca.

Quale straordinaria impresa sovversiva fu quella condotta da Georges Soulès, segretario generale del Movimento Social-Rivoluzionario (MSR)! In piena guerra, prendere l’iniziativa di un’azione controstrategica trasversale ai campi che allora si affrontavano in una battaglia continentale parossistica, dall’andatura apocalittica finale. Azione controstrategica di dimensioni europee continentali, nella quale la Francia era rappresentata dal MSR, il cui patrocinatore nell’ombra e committente occulto, secondo quanto Raymond Abellio in persona mi ha confidato, altri non era che Pierre Laval, che da tempo nutriva l’ambizione, accuratamente celata, di un grande destino europeo; e questo dopo anni durante i quali aveva progettato di impadronirsi della Presidenza della Repubblica, in relazione ai grandi disegni rivoluzionari europei che condivideva con re Edoardo VII.

La controparte tedesca dell’iniziativa parigina del MSR in tema di asse Parigi-Berlino-Mosca erano un gruppo clandestino delle “SS Europee” che avevano trovato asilo presso lo Stato Maggior di Heinrich Himmler, lo SS Hauptamt, il cui principale responsabile era Richard Hildebrandt, con al suo fianco il capo dell’ufficio pianificazione dello SS Hauptamt, Dolezhalek (sopravvissuto alla guerra). Un rappresentante personale di Richard Hildebrandt incaricato a Parigi, un giovane colonnello delle SS, assicurava, sotto copertura, un collegamento permanente con la frazione rivoluzionaria clandestina “europea” fra lo SS Hauptamt di Berlino e “l’occhio del ciclone”.


Aleksandra Kollontaj, responsabile della diplomazia segreta di Stalin

Quanto alla Russia, controparte dell’iniziativa parigina del MSR in tema di asse Parigi-Berlino-Mosca fu proprio l’ambasciatore permanente di J.V. Stalin a Stoccolma, la misteriosa Aleksandra Kollontaj, responsabile del complesso della diplomazia segreta di quest’ultimo, la quale doppiava tutti i servizi di informazione, politico-militari e di altro genere, dell’URSS. Delegato personale di Aleksandra Kollontaj a Parigi, presso il MSR, era uno svizzero in servizio diplomatico attivo, il Dr. Albrecht G., che aveva già lavorato per il Comintern. Deceduto alla fine degli anni ’50, ha lasciato un appassionante memoriale politico, che Dominique de Roux aveva cercato di pubblicare a Parigi per le edizioni Presses de la Cité.

L’asse Parigi-Berlino-Mosca di Raymond Abellio implicava anche, in ultima analisi, un “rovesciamento delle alleanze” che doveva finalmente opporre le potenze continentali – la Francia, la Germania, la Russia – all’influenza delle potenze oceaniche anglo-americane ed ai loro disegni di egemonia planetaria. Un “rovesciamento delle alleanze” che aveva trovato estrema attenzione anche da parte dello stesso generale de Gaulle al momento dell’offensiva tedesca nelle Ardenne, quando il generale Eisenhower aveva effettivamente in mente di considerare la Francia come “territorio di occupazione” delle forze alleate anglo-americane. Momento cruciale quanto mai altri. Da questi progetti di un asse continentale grande-europeo Parigi-Berlino-Mosca messi in atto a Parigi, durante l’ultima guerra, da parte del MSR, mi pare che dobbiamo ricavare come, in fatto di alta sovversione politica attiva, operativa, tutto, assolutamente tutto è realmente possibile per colui che, assumendo dei rischi inconcepibili, osa immaginare – e tentare – l’inconcepibile. Lezione che noialtri dovremmo far propria incondizionatamente, e puntare tutto su di essa.

Infine, fra gli antecedenti degli attuali sforzi in atto per la costruzione politica dell’asse continentale grande-europeo Parigi-Berlino-Mosca che Henri de Grossouvre ha omesso di citare nel suo libro, occorre parimenti ricordare il concetto geopolitico fondamentale di Kontinentalblock [blocco continentale], che costituisce l’esito finale dell’insieme della grande dottrina geopolitica di Karl Haushofer. Esso rimane ancora oggi il concetto originario, fondante, di ogni visione continentale grande-europea di portata imperiale, “eurasiatica”. Giacché i destini attuali e futuri dell’Europa, della più Grande Europa, sono pienamente connessi al concetto di Kontinentalblock che li definisce esaustivamente, li riassume e li mobilita, superattivandoli nella direzione più decisa del loro compimento previsto. Del loro cammino a venire, che già veicola la certezza che avranno la meglio, e totalmente, su tutto.

Il nemico prioritario, la sovversione mondialista degli Stati Uniti

Il libro di Henri de Grossouvre, Paris-Berlin-Moscou, si dimostra ugualmente utile oggi per le nostre battaglie di liberazione continentale europea per l’attenzione offensiva con cui ci avverte degli estremi pericoli rappresentati dall’attuale politica di egemonia planetaria degli Stati Uniti. E segnalandoci al tempo stesso, pertinentemente, l’insieme delle predisposizioni assolutamente decisive che fanno del riavvicinamento – e della futura integrazione imperiale finale – dell’Europa e della Russia la nostra unica via di salvezza e di liberazione nei prossimi anni del nostro destino, nuovamente posto in gioco. Anni decisivi, dunque, che saranno precisamente quelli dello scontro indubbiamente ultimo fra la cospirazione mondialista finale degli Stati Uniti e le potenze continentali costitutive della “Fortezza Eurasiatica” seguendo le linee di forza dell’asse Parigi – Berlino – Mosca – Nuova Delhi – Tokyo.

Henri de Grossouvre : «Alla fine della guerra fredda la supremazia americana è pressoché totale. Questa supremazia non durerà che da 5 a 10 anni. Il tempo perché la Russia si riprenda e la Cina si affermi sulla scena internazionale. Nel 1946 gli Stati Uniti rappresentavano il 46% del prodotto interno lordo mondiale, oggi ne rappresentano il 25%, e la loro quota relativa continuerà a diminuire. Gli Stati Uniti, come il declinante impero vittoriano alla vigilia della prima guerra mondiale, faranno dunque tutto il possibile negli anni a venire per cercare di rinserrare la loro supremazia attuale. Dopo la caduta del muro di Berlino le guerre condotte dietro iniziativa degli Stati Uniti si sono moltiplicate (Irak, Bosnia, Kosovo, Somalia, Afghanistan). Nel corso di tali guerre, gli Stati Uniti hanno progressivamente trasformato la NATO in strumento politico, laddove la ragion d’essere di questa organizzazione era legata all’esistenza del blocco comunista oggi scomparso. Queste guerre sono state condotte e concluse per lo più contro gli interessi francesi ed europei».

Dietro l’apparente riavvicinamento tattico fra Stati Uniti e Russia dopo l’11 settembre – scrive ancora Henri de Grossouvre – gli Stati Uniti e la NATO perseguono dalla fine della guerra fredda la tradizionale politica anglosassone di contenimento della Russia. Per garantire la propria sicurezza, gli Europei devono associare i Russi alla sicurezza europea.

E questo è tanto più imperativo in quanto il “grande disegno” di egemonia planetaria è attualmente entrato nella sua “terza fase”, quella dell’influenza incontrastata di Washington sull’insieme dello spazio politico assoggettato – o in via di essere assoggettato – alla sovversione mondialista. I comandamenti politico-strategici dell’impresa planetaria di influsso occulto, di controllo sotterraneo e di influenza attualmente perseguiti dagli Stati Uniti costituiscono ormai la sola legge che presiede alle azioni offensive di appropriazione che esige la “terza fase”, imperialista e totalitaria, della loro guerra mondialista dagli obiettivi ultimi inconfessabili e non ancora confessati, degli obiettivi ultimi ontologicamente dissimulati da Washington, “vietati”, fuori portata, che non verranno alla luce del giorno se non molto più avanti.

Quella che Henri de Grossouvre chiama la “dominazione mondiale americana indivisa” raggiunge oggi dei limiti affatto intollerabili. Così Henri de Grossouvre cita il caso del ministro degli Interno socialista tedesco Otto Schilly, che ha chiesto la creazione urgente di uno “schedario centrale europeo” destinato a riunire tutti coloro che hanno assunto delle posizioni “antimondialiste”, senza dubbio in vista di future operazioni repressive che già in segreto vengono pianificate, delle operazioni di repressione antimondialista condotte su scala continentale europea.

Così, giunte le cose a questo punto, Henri de Grossouvre prefigura l’integrazione imperiale della Grande Europa e della Russia come l’unica contro-strategia politica totale capace di far fronte all’attuale offensiva generale delle forze dell’egemonia planetaria degli Stati Uniti e della sovversione mondialista, della quale Washington dissimula – come si è detto – gli obiettivi ultimi, inconfessabili, che sono quelli di una vera “religione mondialista” che si cerca di imporre al mondo intero. “Religione mondialista” che in ultimissima analisi non è altro che quella della dominazione finale delle potenze occulte, materialiste ed anti-spiritualiste, regressive, anteriori, arcaiche, abissali, di cui gli Stati Uniti sono essi stessi, inconsapevolmente, preda. Tant’è che mai vi è stata guerra che non fosse, segretamente, una “guerra di religione”. La “religione mondialista”, nelle sue istanze ultime, dissimulate, è la religione notturna del ritorno a ciò che era, caoticamente, prima dell’essere, il ritorno alla “religione del non-essere” di cui ha parlato Lovecraft.


Le nozze di Vladimir Putin con la “Nuova Russia”

Ciò che occorre inoltre sottolineare è che Henri de Grossouvre sa perfettamente riconoscere il ruolo personale, predestinato, di Vladimir Putin nello scontro sempre più superattivato delle potenze antagoniste attualmente all’opera al livello politico della grande storia, ma che, in realtà, agiscono già ad un livello che si situa al di là della politica, ed al di là del livello stesso della storia visibile. E’ ormai altrove che accadono le cose veramente decisive.

Lo sguardo a volo d’aquila sulle tendenza profonde, implicite, cifrate, della linea politico-storica attuale e futura della “Nuova Russia” di Vladimi Putin, che Henri de Grossouvre persegue instancabilmente nel suo libro Paris-Berlin-Moscou, rivela l’orizzonte sovrastorico, “escatologico” all’interno del quale va collocato il divenire della “nuova storia” della Russia se si vuole coglierne il senso ultimo, il mistero di ciò che la spinge in avanti, in modo ineluttabile, verso il compimento del suo destino non ancora completamente svelato. Ma che mostrerà le sue configurazioni interiori lungo il suo stesso percorso, nella misura in cui questo si compirà.

Ora la relazione profonda che appare, ormai, fra la Russia e il destino profondo – la predestinazione attiva – di Vladimir Putin si lascia cogliere, già ora, come singolarmente rivelatrice del ruolo – della missione segreta – che è quella propria di Vladimir Putin nell’evoluzione in corso della collocazione della Russia nel mondo e nella storia in cammino. Evoluzione che sarà quella che Vladimir Putin saprà farne, null’altro; e una volta compreso questo, si è di fatto compreso tutto. E presto o tardi, questa comprensione verrà.

A questo proposito, Henri de Grossouvre fornisce una griglia praticamente esaustiva dei fatti il cui insieme è già in grado di provare il ruolo affatto speciale di Vladimir Putin della marcia in avanti – ormai, in qualche modo, prevista in anticipo – della Russia verso il compimento ultimo che si trova segretamente inscritto nel suo essere abissale. Le nozze mistiche di Vladimir Putin con la Russia: è esattamente questo che costituisce la fonte vivente ed agente, nel momento attuale, della “grande storia” in corso. Ora, questo Henri de Grossouvre non ha mancato di lasciarlo trasparire, coraggiosamente, nel suo lavoro.

Ed è forse il motivo principale dell’importanza speciale che va finalmente riconosciuta a questo libro, la cui componente di sottinteso eguaglia, a volte, quella delle affermazioni, dei dati, delle ricerche oggettivamente e ragionevolmente chiamate a fornire punti d’appoggio al suo proprio percorso, che in ogni caso non è esente da pericoli. Questa attitudine dello spirito, d’altronde, non è forse peculiare alle grandi incursioni storiche verso il dominio dei limiti ultimi?

Nel suo libro Paris-Berlin-Moscou, Henri de Grossouvre non svela dunque, in una certa maniera, una direzione di ricerca, piuttosto che la ricerca stessa, la cui sostanza si trova così continuamente superata da ciò che la fa tendere dialetticamente in avanti?

A provarlo basterebbe il modo in cui Henri de Grossouvre è condotto a trattare il problema delle relazioni stabilite da Vladimir Putin con l’India, tutto il posto che l’India è venuta a occupare nell’insieme dei piani metastrategici della Russia in relazione diretta con la sua politica di presenza, al tempo stesso dissimulata e superattivata, nello spazio grande-continentale eurasiatico, nel quale avranno luogo gli scontri planetari decisivi. Se la Russia riuscirà a tenere l’India e il Giappone, come pare proprio che sia, essa controllerà la Grande Asia, e la Cina si troverà bloccata, neutralizzata. A meno che la Cina non si rassegni a volgersi in direzione dell’Indonesia, rispondendo al richiamo degli spazi del Pacifico. Allora tutto ne verrà mutato. Di che saranno fatti i primi secoli del terzo millennio, sarà l’India a deciderlo.


L’asse Parigi-Berlino-Mosca e i popoli d’Europa

Tuttavia, un tranello deplorevole ed assai pericoloso si presenta dinanzi, quello di lasciarsi afferrare dal malinteso che fa prendere l’approccio dell’asse Parigi-Berlino-Mosca per una formula limitativa, laddove non si tratta che di una struttura geopolitica operativa. La più Grande Europa, “comunità di essere, sangue e destino”, non potrebbe in alcun caso essere quella della Francia, della Germania e della Russia, essendo ogni popolo europeo parte integrante dell’insieme alla pari di tutti gli altri.

Certo, la Francia, la Germania e la Russia possono essere considerate a rigore come punti forti, di irraggiamento, come dei “perni”, che si nutrono dialetticamente mentre danno nutrimento a ciò che le loro identità si trovano chiamate a rappresentare geopoliticamente, nei termini di un unico destino comune.

«I tre grandi popoli continentali che sono i Francesi, i Tedeschi e i Russi – scrive Henri de Grossouvre – occupano un posto speciale in Europa. Ciascuno di questi tre paesi esercita un ruolo geopolitico su una parte dell’Europa: la Francia sull’ovest e il sud dell’Europa, la Germania sull’Europa centrale ed orientale, la Russia sull’estremo est dell’Europa, il Caucaso, l’Asia centrale e il resto dell’Asia. L’irraggiamento della Francia si è sempre orientato verso l’Europa del sud, il Mediterraneo, così come sulla sua frontiera orientale. La Germania svolge un ruolo speciale in Europa centrale ed orientale, e la Russia ha esteso il suo impero verso l’Asia e i mari del sud. Questo ruolo di perno può essere tradotto sul piano spirituale con la nozione di destino». E più avanti: «Charles de Gaulle era consapevole di essere soltanto lo strumento di un più grande disegno che andava oltre la sua persona».

Per salvare l’essere e la libertà del “grande Continente” è necessario ricostituire in modo rivoluzionario la “grande nazione continentale” delle nostre più lontane origini, fare sì che la fine del ciclo si ricongiunga ai suoi inizi ontologici. “Ancora una volta noi spezzeremo la storia”.


Mutare coscienza, mutare destino, mutare metastrategia ultima, mutare strategia operativa immediata

Da tutte queste drammatiche considerazioni scaturisce una sola, salutare evidenza: se vogliono sopravvivere all’offensiva di assoggettamento politico, di alienazione totale del loro proprio essere, avviata contro di loro dalla cospirazione mondialista degli Stati Uniti – e da ciò che si cela dietro questi ultimi – i popoli europei del Grande Continente devono mutare coscienza, mutare destino, mutare metastrategia ultima, mutare strategia operativa immediata. Porsi in condizione di fare fronte. Di fare fronte nei termini di una guerra politica totale, di una guerra che dovrà decidere, per il millennio a venire, del senso della storia del mondo.

Sarà dunque loro necessario recuperare la coscienza intera della propria unità ontologica delle origini prime, della loro predestinazione imperiale ultima, “escatologica”, della loro identità trascendentale, “superumana”. E al tempo stesso una nuova coscienza planetaria, perché i nuovi meccanismi del nuovo potere totale lo esigono. Giacché non è possibile in alcun caso far fronte separatamente ad un’offensiva di dimensioni planetarie. Ad un’offensiva di dimensioni planetarie può rispondere solamente la controffensiva planetaria di una nuova contro-strategia planetaria. Per noialtri non vi è più, oramai, che una sola urgenza assoluta: quella.

Henri de Grossouvre, in conclusione: «Nei prossimi anni la storia rischia di accelerare, i pericoli di aumentare, le guerre di moltiplicarsi». Anche se la situazione è critica, è proprio in periodi come questi che possono presentarsi opportunità inattese. “Ma là ove è il pericolo, anche là / cresce ciò che salva” (Hölderlin).

Nel momento presente, la salvezza, la libertà e la liberazione della “Fortezza Eurasiatica” mobilitata attorno all’asse transcontinentale Parigi – Berlino – Mosca – Nuova Delhi – Tokyo risiede nella messa in azione politico-storica, nei termini di una nuova “Rivoluzione Mondiale”, di ciò che noialtri dei “gruppi geopolitici” chiamiamo “l’Impero Eurasiatico della Fine”, figura visionaria ultima di un avvenire che spetta a noi creare in modo rivoluzionario.

Ma chi siamo “noialtri”, quelli dei “gruppi geopolitici”? Pur essendo stati condannati all’alienazione forzata, all’alienazione totale della nostra civiltà, alla decadenza senza ritorno e alla morte, noi siamo coloro che rifiutano di accettare questa condanna, che vogliono nuovamente sovvertire il rapporto di forze decisivo, che vogliono spezzare, ancora una volta, quella storia cui vorrebbero costringerci. Una storia che non è assolutamente la nostra storia. Siamo i combattenti della fine, i combattenti che si levano in armi, tragicamente, contro l’Anti-Storia.

Cominceremo dunque con il costituire, d’urgenza, al margine dei governi nazionali di tendenza liberal-democratica al potere ovunque in Europa, una “Comunità geopolitica Francia-Germania-Russia”. Agendo alla maniera di un governo ideologico-politico, di un “governo contro-strategico” che da sé avvia l’apertura del cantiere dell’integrazione imperiale Rivoluzionaria grande-europea continentae dell’asse Parigi – Berlino – Mosca – Nuova Delhi – Tokyo. Incomicniando con l’integrazione dell’Unione Europea e della Russia, dapprima sul piano dottrinale, per poi passare al livello immediatamente politico.

“Tutto rientra di nuovo nella zona dell’attenzione suprema”, recita un potente mantra.

Mi si rimprovererà, immagino, di aver ampiamente oltrepassato, in questo articolo sul libro di Henri de Grossouvre, Paris-Berlin-Moscou, il livello dell’abituale recensione, per raggiungere dominio superiore dell’attuale guerra metastrategica planetaria. Ma del resto, che altro ho fatto se non collocare il libro di Henri de Grossouvre nello spazio della battaglia che è fondamentalmente la sua? Nell’ora della mobilitazione generale di tutti gli sforzi dei nostri, indirizzati alla nascita di una nuova coscienza imperiale rivoluzionaria europea grande-continentale, sola a dettar legge è l’esigenza di vegliare permanentemente sulla convergenza operativa di tutti gli elementi che possono contribuire all’urgente istituzione di un fronte ideologico comune contro l’offensiva della cospirazione mondialista in via di sviluppo. Questo libro di Henri de Grossouvre io l’ho portato in prima linea, allo scoperto.



Jean Parvulesco