Non entro nel merito dei danni che l'immigrazione causa al nostro lavoro, alla nostra società, al nostro senso di legalità alla nostra salute (informati sull' aumento incredibile di alcune malattie portate dagli stranieri e che da noi erano praticamente scomparse), e alle nostre tasche, poichè ci sarebbe da scrivere per giorni interi.In origine postato da multietnico
ma caro lei,sichieda se per caso non siano le sue idee ad essere fuori dalla realtà.
ormai le barriere sono crollate,il mondo è di tutti,un indiano va a vivere in islanda,un americano in cina,un peruviano in italia e via dicendo.
la gòobalizzazione,amico mio,oltre all'integrazione economica porta pure a quella etnica.arricchisce le culture nel confronto di una con le altre,attenua gli estremismi,affratella.
pensi che bello,un domani lei potrebbe avere una nuora venezuelana o un genero sudanese,conoscerebbe altri usi e costumi,cucine nuove,insomma allargherebbe la sua visione del mondo.ciò mi eccita molto,mi porta a pensare che la rottura degli schemi mentali potrà portare realmente alla pace,perchè spazzerebbe via,con un colpo di bacchetta magica tutti i pregiudizi
Quello che mi interessa è contestare il tuo concetto che vedrebbe l'immigrazione come un arricchimento della cultura del paese ospite e dell'umanità in generale.
Molto spesso si sente denunciare l'appiattimento che si sta verificando nel mondo, la globalizzazione: tutto sta diventando uguale e le diversità che caratterizzavano le società del passato stanno sparendo.
L'uguaglianza può anche essere una grande aspirazione dell'uomo (fatto peraltro utopico nella realizzazione) ma nella cultura il concetto prevalente è sempre stato quello della diversità. L'uniformità culturale, infatti, tende a livellare, a mescolare tutti i colori dando luogo ad un unico impasto grigiastro.
La creatività, l'arte, l'immaginazione nascono proprio dalla diversità. La diversità è un'esigenza che caratterizza soprattutto la natura e la vita da cui traggono forza per migliorarsi ed adattarsi all'ambiente che è mutevole ed imprevedibile.
Solo la differenziazione infatti ha consentito il continuo evolversi delle idee, il fiorire delle invenzioni, la ricchezza delle creazioni intellettuali che hanno portato alla nascita di culture sempre più evolute e ricche di fantasia.
Oggi la cultura sta correndo un pericolo: quello di perdere l'estrema varietà che l' ha caratterizzata finora. Il confondersi delle razze e dei saperi sta provocando una progressiva perdità di originalità uccidendo nel volgere di pochi anni particolarismi e caratteri che avevano richiesto millenni per svilupparsi.
Anche la varietà delle lingue tende a scomparire (nel caso itagliano i dialetti).
Nel campo della cultura la situazione è simile. Oggi noi siamo gli ultimi spettatori di una situazione irripetibile che ci permette con poche ore di aereo di passare dall'età della pietra al medioevo, o dalle prime lotte operaie dell'ottocento ad un villaggio agricolo feudale. La società mondiale, purtroppo, sta convergendo rapidissimamente verso un unico punto comune il che comporterà traumi irreversibili per la nostre e la loro culture e tradizioni.
L' uguaglianza di cui parli sta seguendo una strada sbagliata; quella che la sta portando a trasformarsi in uniformità.
Come "forse" puoi capire gli stimoli che ti portano tua zia messicana e tua nuora venezuelana dureranno lo spazio di pochi anni dopodichè la tua "eccitazione" e la tua "rottura degli schemi mentali" andranno a farsi benedire con tutto il patrimonio di cultura ereditato dai nostri avi.
Se questo non ti basta a dimostrazione di quanto ti stai sbagliando e di quale danno chi la pensa come te sta arrecando a me e a tutta l'umanità ti riporto una frase dell'antropologo francese Claude Lévi-Strauss pronunciata in una conferenza tenuta all'UNESCO:
"La progressiva fusione di popolazioni anticamente separate dalla distanza geografica e da barriere linguistiche e culturali, ha segnato la fine di un mondo che è stato quello degli uomini per centinaia di millenni, quando vivevano separati gli uni dagli altri e si evolvevano ognuno in modo differente, sul piano biologico e su quello culturale. Stiamo trascinando l'umanità verso una civiltà mondiale, distruttrice di quei vecchi particolarismi ai quali va l'onore di aver creato i valori estetici e spirituali che danno pregio alla vita, e che noi raccogliamo preziosamente nelle biblioteche e nei musei, perchè ci sentiamo sempre meno sicuri di essere capaci di produrne altri altrettanto evidenti.
Se l'umanità non vorrà rassegnarsi a diventare la sterile consumatrice di valori che ha saputo creare nel passato, capace soltanto di dar vita a opere bastarde, a invenzioni rozze e purili, dovrà imparare di nuovo che ogni vera creazione implica una certa sordità al richiamo di altri valori, quali il sogno di uguaglianza e fraternità, arrivando fino al loro rifiuto se non addirittura alla loro negazione".