Il prof. Giacinto Auriti, docente in pensione della facoltà di Giurisprudenza dell’ Ateneo di Teramo, da una diecina di anni sta “sfidando” , con scienza e coscienza, il ruolo e la funzione degli Istituti di emissione monetaria, nazionali ed europee. Egli , infatti, sostiene che il sistema delle Banche Centrali, compresa la BCE, si è ingiustamente ed arbitrariamente appropriato della “moneta” e della sua gestione, quale strumento sostitutivo del baratto, prestandola non solo al popolo, che invece ne dovrebbe essere il legittimo proprietario , ma anche allo stesso Stato ; con ciò esercitando di fatto un’ “attività usuraia” atipica oltre che illegittima. Trattasi, ovviamente, di pura argomentazione giuridica non priva , ove trovasse applicazione , di effetti sociali , politici ed economici rivoluzionari. Ad aggravare questo presunto stato di illegittimità originario nella creazione e nella gestione della moneta a corso legale, si aggiungono, ovviamente, gli abusi e le vessazioni del sistema bancario privato la cui realtà è nota a tutti.

I FATTI A volte i sogni non muoiono all’ alba ma all’ ora di pranzo. Era mezzogiorno del 10 agosto, infatti, quando, con uno schieramento di 120 uomini, rappresentativo di tutte le forze dell’ ordine, è stato data esecuzione ad uno specifico mandato della Procura teatina, che prevedeva il blocco di un’ iniziativa, o di un’ avventura, che le cronache locali hanno definito, appunto , come il sogno di un vecchio di 77 anni, ma anche di un centinaio di commercianti che gli hanno creduto e che ora si ritrovano di colpo nel periodo ante SIMEC ( abbreviazione di : “Sim-bolo Ec-onometrico convenzionalmente accettato nei Comuni collegati e collegabili a norma dell’ art. 24, L. 142/90 e L. 265/99 in attuazione del 2° comma dell’ art. 42 della Costituzione italiana” , così come si legge sul retro di tutte le “banconote” della serie SIMEC (da 500 a 100mila) . Dal sogno sono usciti anche molti operai e pensionati che per due settimane avevano visto raddoppiare di fatto salari e pensioni. Peccato! Anche se, come vedremo sotto, non è stata l’ ultima parola, ma l’ interruzione di un discorso e di una sfida che sicuramente continuerà.

Oggetto del mandato : sequestrare le “banconote” SIMEC, create da un’ Associazione Culturale denominata Alternativa Sociale per la Proprietà di Popolo (ASSPP) con sede in Guardiagrele * (CH) e messe in circolazione dal SAUS (sindacato anti - usura) nel sistema commerciale del paese, e di alcuni centri limitrofi, con un potere convenzionale d’ acquisto doppio della lira (PRENDI DUE PAGHI UNO) Insieme al sequestro della “carta-moneta”, ovunque si trovasse ( negozi e sede del cosiddetto borsino di cambio ) , le forze dell’ ordine hanno notificato al prof. Auriti , quale responsabile sia dell’ Asspp che del SAUS, anche un avviso di garanzia per violazione del Testo Unico delle leggi bancarie n. 385 datato 1993.

Reati ipotizzati : raccolta di risparmio e finanziamento abusivi. Così l’ ideatore ed il realizzatore della moneta di “ proprietà del portatore ”, alternativa alla lira, ha subito la reazione del “braccio forte della legge” che lui ha contestato invano da molto prima che fosse compilato il Testo Unico 385.

Il prof. Auriti ha accolto serenamente la decisione della magistratura teatina ma ha subito proposto ricorso, con richiesta di dissequestro, dichiarando che la sua iniziativa costituisce un sperimentazione scientifica che peraltro stava avendo successo per l’ adesione massiccia di cittadini e commercianti ; e ciò è tanto vero che subito dopo il sequestro , hanno promosso una raccolta di oltre mille firme su un documento di appoggio alla iniziativa monetaria di “ don Giacinto” .

Tutto questo per effetto, stando a quanto si dice in giro, delle immancabili proteste, certamente legittime ed insindacabili, di quelle persone che non concepiscono e/o non riescono ad inserirsi nelle innovazioni, qualunque siano , in modo costruttivo , seppur critico, per l’ effetto perverso della concezione strettamente utilitaristica della propria attività. Le ultime notizie di cronaca dicono, però, che i commercianti che hanno sollecitato l’ intervento dell’ autorità giudiziaria sembra cha stiano mordendosi le dita perché quasi più nessuno entra nei loro negozi per fare spese. Altre voci maligne sostengono pure che insieme ai reclami di alcuni commercianti ci siano state pressioni della Banca d’ Italia , la quale, ovviamente, non vede di buon occhio l’ esperimento guardiese dal momento che in Cassazione pende nei suoi confronti una citazione del prof. Auriti.

Il 30 agosto, il prof. Auriti ha vinto la sua prima battaglia giudiziaria; il Tribunale del riesame di Chieti, infatti, ha disposto il dissequestro dei biglietti SIMEC e quindi la possibilità di far continuare “l ‘esperimento” di una moneta alternativa, ma contemporanea, alla Lira. Nel prosieguo cercheremo di spiegare sinteticamente alcune delle motivazioni con cui il Tribunale si è sicuramente imbattuto durante il riesame.




L'INTERVISTA

Fin qui la cronaca degli ultimi giorni. Ma veniamo all’ intervista.

Il giorno prima del “blitz” giudiziario- poliziesco , avevamo concordato col prof. Auriti un incontro nella sua residenza per le ore 18 dello stesso giorno (9 /8) . Lo abbiamo trovato , insieme ad alcuni collaboratori, seduto al bar davanti casa , tutto preso a spiegare il suo SIMEC ad un “guardiese” rientrato per passare le ferie, e che non riusciva a capire chi pagasse la differenza fra SIMEC e Lire. Ci siamo inseriti nel dibattito perché il Professore ha preferito rispondere in pubblico alle nostre domande. E’ accaduto , però, che molte di quelle che avevamo preparato trovavano risposta nei suoi interventi spontanei per cui l’ intervista si è trasformata di fatto in conferenza stampa alla presenza di un solo giornalista e di un gruppo di passanti che si infoltiva man mano fermandosi ad ascoltare .

Sui visi di queste persone abbiamo avvertito un misto di soddisfazione, per l’ esperienza unica che si stava vivendo nel paese, e di fiducia acritica nella teoria di “don Giacinto” ; teoria che , in verità , non lascia molto spazio alla comprensione dei motivi culturali di fondo su cui si basa il SIMEC, motivi che sono di ordine religioso, spirituale, filosofico, giuridico, politico, economico, finanziario, storico , psicologico, ed altro. Insomma, alla gente non importa sapere come e perché; ciò che la interessa e la convince è l’ aumento del potere d’ acquisto dei propri soldi.

Onestamente bisogna ammettere che non è facile seguire il professore nelle sue spiegazioni miste di riferimenti pratici alla portata di tutti e di citazioni e riflessioni culturali a 360 gradi. Ma la gente gli ha creduto sulla parola di uomo, stimato come persona onesta e docente preparato. Alle sue spalle , infatti, c’è una carriera ultra trentennale di docente universitario dedicata alla “Teoria generale del diritto”, nonché al “Diritto Commerciale internazionale comparato” nei cui ambiti ha trovato ampio e naturale spazio lo studio e la ricerca per una definizione scientifica della moneta; definizione finora non codificata, appunto, come “fattispecie giuridica”.

Dalla teoria alla pratica, o meglio alla “sperimentazione scientifica”, il passo è stato la logica conseguenza , meditata e ponderata, benché non priva di rischi.


LE FASI

Dopo quasi due ore di “colloquio pubblico” crediamo di poter presentare prima alcuni dati e poi le “idee - chiave” sulla cui base il prof. Auriti ha ideato e costruito la “messa in prova” di una moneta alternativa che convalidasse la fattibilità pratica della sua teoria il cui sviluppo è previsto in tre fasi:

la prima (quella di Guardiagrele) definita transitoria, è stata la fase sperimentale di una moneta che ha circolato ed ha avuto valore prescindendo dalla Banca d’ Italia, cioè da ogni tipo di riserva (né oro né dollari, ma solo valore indotto); l’ esperienza, secondo Auriti , ha avuto enorme successo , più di quanto ci si aspettasse; e ciò, sempre secondo Auriti, incoraggia ad andare avanti nella sperimentazione;

la seconda fase , che richiede l’ adesione delle Amministrazioni comunali, è quella che prevede la distribuzione a tutti i cittadini di una moneta alternativa e parallela alla Lira (SIMEC); si tratta , cioè, di dare una prima concretezza istituzionale alla prosecuzione dell’ iniziativa;

la terza fase è quella in cui si dovrebbe dare ad ogni cittadino la possibilità di accedere alla proprietà privata , in esecuzione dell’ art. 42, 2° comma, della Costituzione, attribuendo a TUTTI un “reddito di cittadinanza”.

Appare chiaro che l’ effettiva realizzazione dell’ idea costituirebbe, oltre che una rivoluzione epocale in campo monetario, un evento dalla valenza sociale ed economico-politica imprevedibile ed incalcolabile. Il Prof. Auriti la chiama “chiusura di un ciclo storico” il cui inizio viene individuato nel 1694. anno di fondazione della Banca d’Inghilterra, la quale per la prima volta viene messa in discussione nei suoi principi fondanti.


ALCUNI DATI


- Le banconote SIMEC sono state stampate per un valore complessivo di 600 milioni, corrispondenti ad un miliardo e 200 milioni di lire;

- Il “giro d’ affari “creato dalla circolazione dei SIMEC è stato pari a 5 miliardi di lire in due settimane;

- I negozi convenzionati erano un centinaio di cui alcuni anche nei comuni limitrofi a Guardiagrele;

Nello “schieramento” dei circa 120 uomini, con tanto di giubbotti anti-proriettili , erano rappresentate tutte le forze : Polizia di Stato , DIA, Guardia di Finanza e Carabinieri;

Più di mille persone hanno sottoscritto una petizione per sostenere il dissequestro dei SIMEC e quindi la prosecuzione dell’ esperienza monetaria avviata nel noto centro commerciale ed artigianale in provincia di Chieti.


LE IDEE - CHIAVE

- La moneta, quale strumento ideato per facilitare la compravendita di beni , deve essere di proprietà del portatore , “proprietà di popolo” dice il Professore; allo stato invece, risulta emessa come titolo di credito dato in prestito al portatore; nessuna legge finora, né italiana né europea, ne ha indicato il proprietario;

Analizzando, infatti, le attuali banconote in corso legale , nonché il prossimo EURO, si può dedurre , però, che proprietario della moneta risulta essere la Banca d’Italia (e la Banca Centrale Europea) che di fatto la presta sia al popolo che al Governo dello Stato, dichiarandola nel contempo inesigibile ed inconvertibile; cioè se il portatore , come si legge sulle banconote, va alla Banca d’ Italia e chiede il pagamento a vista di una banconota, quale titolo di credito, constaterà che si tratta di un debito che la Banca stessa non può onorare ( ed è già un assurdo logico - giuridico), non solo , ma per legge lo stesso titolo non è convertibile in oro , cioè in quella corrispondente parte della riserva aurea a cui il sistema monetario affida la funzione di garanzia del debito/credito creato con la moneta legale;

Di qui il concetto di Valore creditizio assegnato alla moneta all’ atto della sua emissione ; in pratica , però, si tratta di tante cambiali che l’ Istituto Centrale non pagherà mai , come spiegato sopra.

La moneta inoltre , per convenzione internazionale ormai indiscussa, ha la qualità di simbolo con cui si misura il Valore dei beni materiali , ma nello stesso tempo è uno strumento con cui si da valore alla stessa misura;

- Il valore è dato dalla quantità di altri beni che si può ottenere in cambio della moneta e viceversa; ma la moneta non acquisisce la funzione di valore contestualmente alla emissione ; tale qualità, invece, le viene attribuita dal possessore nel momento in cui la mette in circolazione creando , così, un “valore indotto” effetto di una pura convenzione che trasforma uno strumento materiale (la carta moneta) in un atto giuridico concreto, definibile, appunto, valore indotto, cioè “potere d’ acquisto”.

L’ induzione giuridica , che genera il potere d'acquisto mediante convenzione , figlia a sua volta di un atto spirituale proprio dell’ uomo: “il diritto "costituisce l’ attività spirituale tipicamente umana con cui il valore si incorpora nella moneta e ne giustifica il diritto di proprietà da parte del popolo.

La “velocità di circolazione” costituisce la chiave per capire come funziona il “ prendi due e paghi uno” ; molti si sono chiesti : chi rimette la differenza quando i bottegai tornano al “borsino” per cambiare SIMEC con Lire ? Nessuno, risponde il Professore. Ma come è possibile? Con la velocità di circolazione, appunto ; cioè? Bisogna creare una circolazione veloce dei SIMEC : più SIMEC vengono acquistati, più Lire si depositano nel borsino, più cresce la disponibilità di riconversione per i commercianti; questo giro virtuoso prevede, ovviamente , che chi deve riconvertire i SIMEC in Lire non vadano tutti contemporaneamente al “borsino”, occorre attendere, cioè, che la vendita di SIMEC crei la disponibilità di Lire. Insomma chi non dovesse trovare la disponibilità oggi la troverà domani, ma non perderà niente, a meno che il giro virtuoso non si fermi. Perciò occorre accelerare la velocità di circolazione in modo che il “valore indotto” c’è ma non si vede. Si è vista bene , però, l’ effetto moltiplicatore sulla compravendita di merce.


DALLA TEORIA ALLA PRATICA

Fin qui la teoria, credibile sul piano della logica giuridica, ma che deve fare i conti con l’uso pratico della moneta ufficiale , consolidato da secoli, e che ormai ha creato una rete di interessi, più o meno leciti, ad ogni livello, che finirebbero nelle ortiche se dovesse essere sostituita dalla teoria del SIMEC .
Con la sperimentazione di Guardiagrele , infatti, la posta in gioco era quella di verificare se , come aveva proposto anche Keynes, quando fu creato il Fondo Monetario Internazionale, un sistema monetario poteva funzionare senza alcuna riserva a garanzia . A Guardiagrele ha funzionato e siamo certi che tornerà a funzionare , ma…

Ma, con sincerità, nonostante la decisione del Tribunale di Chieti, non crediamo che questo successo possa estendersi al punto da provocare una riflessione politica nazionale ed europea, almeno nel breve medio termine. Pensiamo anzi che qualcosa o qualcuno farà ancora di tutto, con mezzi leciti e non , per impedire che la “rivoluzione” avviata a Guardiagrele di Chieti possa continuare. Perché di rivoluzione monetaria mondiale si tratta.

Diciamo ancora di più: finora diversi segnali concreti confermano il nostro dubbio:

una proposta di legge presentata due volte al Senato (1995) e mai esaminata;

una proposta di legge di iniziativa popolare che non è riuscita a decollare;

atto di citazione nel 94 contro la Banca d’ Italia respinta dal Tribunale civile di Roma ed ora all’ esame della Cassazione;

Corso universitario triennale specifico, tenuto dal Prof. Auriti come docente dell’ Ateneo teramano e conclusosi con successo di frequenza , non è stato autorizzato a proseguire;

ultimo episodio il blitz del 10 agosto , sintomatico dell’ aria che tira intorno al SIMEC, benché annullato ,nel suo effetto, dal Tribunale del riesame.

Noi siamo convinti che la questione meriti una maggiore e diversa divulgazione a livello di opinione pubblica come fatto di cultura , ma ancor più come oggetto di trattazione scolastica a livello secondario ed universitario. Ma anche in questo senso c’ è qualcosa che non ci convince: perché la grande stampa nazionale scritta e parlata ha ignorato il fatto di cronaca che sui fogli regionali ha avuto titoli a mezza pagina? Solo il TG1 di oggi 31 ha presentato ora immagini di precedenti interviste dando al servizio un taglio di curiosità folkloristica a chiusura del telegiornale.