Egregio direttore,

se le lettere dei lettori, come avviene in tutti gli altri quotidiani, avessero diritto di cittadinanza su "Linea", Le farei notare come l'articolo di Roberto Zavaglia sulla prima pagina del numero del 12 ottobre ("Quei disobbedienti molto conformisti") contenga un'informazione sbagliata.
Infatti a Marghera il centro sociale "Rivolta" non si è schierato contro l'intitolazione di una piazza ai martiri delle foibe, ma a difesa del proprio mentore Gianfranco Bettin che quella intitolazione aveva deciso, e contro Rifondazione comunista che invece aveva esposto uno striscione con scritto "Vergogna". Definire pertanto Bettin "non pregiudizialmente ostile ai centri sociali" è un patetico eufemismo: essi lo seguirebbero anche all'inferno, in spregio a qualsiasi coerenza e a qualsiasi pudore. Ricordo che non più tardi di tre anni fa il sottoscritto, insegnante a Mestre, fu oggetto di una violenta campagna di stampa e di una manifestazione di duemila persone, iquadrate dal "Rivolta" e successivamente lodate dal Bettin, perché si era permesso sdi informare i suoi studenti dell'esistenza di una corrente revisionista sull'"Olocausto". Quindi tra l'altro non è neanche vero, come scrive zavaglia, che quei ragazzi sono cresciuti nel conformismo, "con professori che le foibe non gliele avevano mai nominate". Il sottoscritto nn solo parlò delle foibe in tempi non sospetti, mostrando semiclandestinamente la famosa cassetta con i filmati d'epoca, ma chiamò un'esule istriana a parlare agli studenti, dovendo sudare sette camicie per farla parlare davanti a una sola classe. Anche per questi fatti fu oggetto di due ispezioni, seguite da altre due per i fatti dell'"Olocausto". Gli insegnanti quindi ci sono e cercano, almeno alcuni, di fare il loro dovere. Risultato: pur assolto al termine di tutte e quattro le ispezioni, sono stato allontanato dalle classi del triennio perché l'insegnamento della storia rimanesse monopolio dei docenti allineati. Nel silenzio totale della stampa.

Franco Damiani
Villafranca Padovana