Da L'Unità:
La Confindustria appoggia il leader di An: «Si al voto agli immigrati»
di red.
La Confindustria si schiera con Fini. «Sono convito che la proposta del vice premier sia ragionevole e condivisibile», è il giudizio espresso dal vice presidente di Confindustria, Nicola Tognana, sulla proposta del leader di An in merito alla possibilità di dare agli immigrati regolari il voto amministrativo.
«Tanti cittadini - ha detto Tognana - vengono da altri Paesi con progetto di vita. Si sono trasferiti e hanno portato le loro famiglie». Per cui, secondo Tognana, «è corretto che, passato un certo numero di anni, gli extracomunitari, così come pagano e lavorano, abbiano gli stessi diritti dei cittadini italiani». Per Tognana questa possibilità potrebbe andar bene «a partire dal voto amministrativo».
«L'apertura del vicepresidente dl consiglio al riconoscimento del diritto di voto agli immigrati nelle amministrative potrebbe segnare una svolta: crediamo sia stato un segnale di grandissima importanza». Anche Il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, Anna Maria Artoni, appoggia la posizione di Fini che, «potrebbe segnare una svolta nella politica di gestione dei flussi migratori. Crediamo - ribadisce la giovane industriale emiliana - sia stato un segnale di grandissima importanza perchè ha rilanciato quella visione che nel giugno del 2002, a Santa Margherita Ligure, avevamo proposto per primi al Paese».
«Anche in questo l'Italia è ferma: la normativa sull'immigrazione non prevede infatti neanche permessi di residenza e visti di ingresso per scienziati e tecnici di alto livello», ha aggiunto la Artoni.
La Artoni è critica anche con la Finanziaria e la riforma delle pensioni delineata dal governo. Su quest'utlima dice: «L'avvio della riforma delle pensioni è un segnale sicuramente positivo ma è stato commesso un errore di fondo nell'impostazione: la riforma incide solo sulla previdenza, non sull'intera spesa sociale. Ed è una riforma che è stata percepita dall'opinione pubblica come punitiva per i lavoratori che avrebbero la possibilità di andare in pensione di anzianità o di vecchiaia. Di una riforma che toglie e non dà».
E sulla finanziaria: «ha un impostazione complessiva di galleggiamento. Manca una strategia organica, una visione d'insieme e del futuro, come dimostra il massiccio ricorso alle una tantum che non sono di per sè negative, ma rappresentano un segnale di forte debolezza se riproposte anno dopo anno. Basta con i »condoni, che sono una droga contabile e sono in forte contraddizione con una battaglia importante come quella contro il sommerso».
«In momenti di crisi - sottolinea la Artoni - la guida politica di un paese ha un ruolo decisivo: non basta attendere la crescita. Bisogna meritarsela».
Certa gentaglia proprio non vede oltre il proprio orticello: basta far venire qualche vagonata di negretti che lavorano e poi delle conseguenze future chissenefrega!
Proprio non c'è pudore...non esiste un minimo di rispetto per la terra e la società che ha permesso loro di diventare quello che sono
Sarebbero stati grandi imprenditori anche se fossero nati in Ghana o in Nigeria???
Mi rispondano il sign.Tognana e la t**** Artoni!