Col 30%, gli extracomunitari del comune vicentino deciderebbero le elezioni




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Pubblichiamo un articolo tratto dal Giornale di Vicenza.
SAN PIETRO MUSSOLINO (VI) - Le fabbriche di San Pietro Mussolino ronzano in mezzo al verde. Sono le 10 di una soleggiata mattina di ottobre, sulla strada che si inerpica verso l'alta Val Chiampo si vedono solo camioncini carichi di pelle da conciare, furgoni che sfrecciano impazienti e qualche motorino indiavolato. E gli immigrati? Ma non è questo il paese con la percentuale più alta di immigrati? Dove sono? Domanda sciocca: sono le 10 e, dunque, gli immigrati sono a lavorare, in una conceria, oppure in una segheria di marmo, oppure in un'azienda che lavora la plastica.
Anche il sindaco, Ernesto Negro Marcigaglia, è a lavorare. Ha la ditta (si chiama The Bridge, produce cereali biologici da bere, idea davvero originale nella terra della concia) sotto casa e il suo telefono continua a squillare.
È in fibrillazione, il sindaco. Domenica prossima inaugura il centro sportivo e, nelle sue intenzioni, vuol essere un degno commiato dalla carica, visto che la prossima primavera scadrà il suo mandato e non potrà ripresentarsi.
Già, ma a San Pietro, in questi giorni, si parla d'altro. Già, la proposta del vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini oltre a fare arrabbiare Umberto Bossi, a far traballare il governo di Silvio Berlusconi, fa discutere anche i pensionati che stanno bevendo un bianco al bar trattoria "dal Sarte", cuore indigeno del paese. «Se la proposta dovesse diventare legge entro la prossima primavera - la butta là il sindaco - a San Pietro gli immigrati potrebbero eleggersi il sindaco da soli. Stando agli ultimi dati dell'ufficio anagrafe, sono ormai il 30 per cento della popolazione. Le famiglie si sono allargate e stabilizzate, basta vedere la composizione delle classi a scuola, che rispecchia più o meno le percentuali globali: il 30 per cento dei bimbi è fatto da extracomunitari».
Sul tavolo del bar "dal Sarte" c'è una copia della Padania, giusto per ricordare che la proposta di Fini non è che sia ben accetta da tutti. Per carità, qui gli immigrati sono stati accolti bene anche dai leghisti, perché si tratta di gente che vien qui a lavorare, che non ha grilli per la testa e che, alla fine, si è integrata bene in questa vallata. «Però non mi pare che il voto agli immigrati sia il problema più urgente da risolvere - osserva il barista, Mario Boschetto -. Credo che nell'agenda del governo ci siano argomenti ben più sentiti da trattare».
San Pietro fa circa 1.500 abitanti. Il suo sviluppo demografico degli ultimi anni è dovuto interamente all'arrivo degli immigrati.
Discorso simile si può fare per il vicino comune di Altissimo, dove in via Campanella il "predominio" degli immigrati è assoluto.
Comunque, a giudicare dall'esito delle ultime elezioni politiche, dove per il Senato hanno votato in 791 su 911 aventi diritto, il leghista Paolo Franco, candidato unitario della Casa delle Libertà, ha ottenuto il 59 per cento dei voti, mentre il Serenissimo Giuseppe Segato ha preso il 13 per cento. Sì, insomma, tutti integrati bene, però i residenti sono ancora molto sensibili alle idee della Lega. E c'è il rischio che la proposta di Fini, almeno da queste parti, porti ulteriore consenso al partito del senatur.
Già, ma se votano anche gli immigrati?