Risultati da 1 a 5 di 5
  1. #1
    Vincent
    Ospite

    Predefinito Siete mai stati colpiti dalla sindrome di Sthendal?

    Ciao a tutti, innanzitutto mi scuso per aver proposto un thread in stile Seggio elettorale ma farlo nell'altro Forum avrebbe avuto certamente un impatto molto diverso.
    Il quesito è il seguente: cosa pensate sia esattamente la Sindrome di Stheldal e soprattutto ne siete mai stati colpiti?
    A mio avviso è una forte emozione ed un senso di spaesamento (e le gradazioni emotive possono quì essere le più svariate) suscitata dall' impatto luntagamente atteso con un'opera d'arte da lungo tempo oggetto di studio, di ammirazione e di grandi aspettative.
    Questo discorso certamente non vale per opere d'arte che non sono state oggetto di particolari investimenti "emotivi" e di studio o per quelle (valutate poi in un modo del tutto positivo o addirittura come capolavori) che sono ammirate in assoluto per la prima volta.
    Ecco, la Sindrome di Sthendal per me è paragonabile all'incontro a lungo atteso con una donna tanto amata (ma solo in forma platonica) e per cui si è molto investito dal punto di vista affettivo ed immaginifico.
    L'idea di proporre questo quesito l'ho avuta ieri dopo la visita al Museo d'arte contemporanea a Cagliari, che include tra le altre cose la collezione Ingrao (con Boccioni, Carrà etc) e la collezione Sgarbi, con capolavori internazionali che dovreste assolutamente vedere.
    Ebbene, uno dei motivi per cui l'ho visitato era l'incontro con una scultura che forse voi non conoscete ma è uno dei massimi capolavori veristi, tra l'altro trionfatore alla biennale di Venezia nel 1907.
    Stò parlando de "La madre dell'ucciso" di Francesco Ciusa.

    Probabilmente non sono stato vittima dalla vera e propria sindrome di Sthendal ma sicuramente, dopo averla ammirata da lontano per tanto tempo sono andato molto vicino alle sensazioni descritte.
    Cos'è allora la Sindrome di Sthendal? E ne siete mai stati colpiti?

  2. #2
    Yoruk
    Ospite

    Predefinito

    Credo che la sindrome di Stendhal sia quella di sentirsi perdersi, o rapirsi da un opera d'arte particolarmente suggestiva.
    Se può interessarti io la provo tutte le volte che ho modo di vedere una qualche opera vedutista, specialmente in quelle dei grandi miniaturisti del 700. Al museo del Castello Sforzesco di Milano per esempio c'è un' esigua collezione che tutte le volte rapisce la mia attenzione. E' stupefacente addentrarsi nei particolarismi di quel micromondo perfettamente riprodotto, ogni volta ci si accorge di vedere qualcosa di nuovo, di diverso, del quale prima non ce ne si era accorti. Il desideriio di entrare nel quadro è fortissimo e non credo di essere completamente impazzito.

  3. #3
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    Predefinito

    La sindrome di Stendhal è un malessere diffuso, uno stato di vera e propria sofferenza fisica e mentale, che può colpire l’osservatore di fronte a un’opera d’arte particolarmente coinvolgente. Il termine “sindrome di Stendhal” non è casuale, ma si riferisce alle fortissime emozioni che colpirono, appunto, Stendhal a Firenze, durante una visita alla basilica di Santa Croce, e che lo costrinsero a uscire all’aperto per superare la crisi. Da quello che ho letto, però, è quasi sempre legata all’elemento “viaggio”.

    La psicanalista Graziella Magherini (autrice de “La Sindrome di Stendhal. Il malessere del viaggiatore di fronte alla grandezza dell’arte”, Ponte alle Grazie editore) osserva che il viaggio d’arte può essere considerato un viaggio dell’anima, capace di risvegliare emozioni e sentimenti che evidentemente non tutti sono in grado di gestire...

    … Si usa in effetti la definizione di “turismo dell’anima” per indicare quel tipo di viaggio spesso compiuto in solitudine (dalle statistiche risulta che l’87% delle persone che hanno accusato i sintomi della sindrome erano viaggiatori individuali), in luoghi particolarmente carichi di arte e di storia, dove l’individuo si trova ad affrontare una prova importante per la propria identità. La tendenza a viaggiare, infatti, rappresenta un bisogno primitivo dell’uomo: durante il viaggio, però, l’identità è sottoposta ad un’oscillazione tra perdita e ricostruzione, il cui superamento può rappresentare una fonte di arricchimento, ma che spesso comporta il costo di una momentanea disorganizzazione del proprio campo mentale….”

    Scrive inoltre: “Lo studio di questi casi ci portò ad osservare che vi erano alcuni elementi ricorrenti: erano tutte persone in viaggio, tutte straniere e tutte partite da casa in uno stato di benessere o di compenso psichico.” .

  4. #4
    Vincent
    Ospite

    Predefinito

    Ok, ma a voi per caso risulta che la medicina abbia classificato un disturbo chiamato Sindrome di Sthandal o comunque che ne presenti le caratteristiche da noi descritte? Personalmente ne dubito alquanto.
    Dalla descrizione di Silvia sembra che lo scrittore sia piuttosto stato vittima di un attacco di panico che come dice Silvia "lo costrinse a uscire all’aperto per superare la crisi".

  5. #5
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    Predefinito

    Una sensazione che in qualche maniera può avvicinarsi alla cosiddetta sindrome di Sthendal, penso di averla provata in occasione di una mostra tenutasi presso "Villa La Favorita" di Lugano alcuni anni fà e dedicata ai pittori espressionisti.
    In quel periodo ero particolarmente sensibile all'argomento artistico in quanto dipingevo con una certa frequenza e ne subivo coinvolgimenti emotivi di una certa portata.
    Ricordo che davanti ad un quadro di Van Gogh, ho provato un'indescrivibile sensazione emotiva che mi ha procurato una momentanea sensazione di smarrimento accompagnata da leggeri tremori.
    Non so se era sindrome di Sthendal, ma comunque è stato un forte coinvolgimento emotivo che in qualche maniera ha influito sulla mia momentanea situazione psicologica ed anche in modo piuttosto marcato.
    Un saluto.

 

 

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