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  1. #1
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    Predefinito Considerazioni sull'intervista a La Grassa

    Considerazioni sull’intervista a La Grassa


    Nulla di nuovo e di eclatante è proposto dalla recente intervista rilasciata da La Grassa per chi un minimo conosce quanto è elaborato dal suo sito e dal suo blog, RipensareMarx. Nonostante ciò, nella prima parte dell’intervista sono presenti utili spunti per chi ha preso coscienza dell’attuale crisi paradigmatica in cui ci troviamo e della conseguente necessità impellente di costruire un nuovo paradigma. Certo, molto spesso La Grassa si esterna in posizioni e uscite anni luce lontane dal mio pensiero e il suo più volte decantato odio per la filosofia è ormai tristemente noto, tuttavia ciò in questo momento non ha la minima importanza. A noi l’unica cosa che deve (o dovrebbe) realmente interessare è prendere ciò che di buono e utile ci viene proposto, al fine indirizzarci sulla via della costruzione del nuovo paradigma anticapitalista; per fare ciò, bisogna per forza di cose lasciare da parte nostalgismi, sentimentalismi e rancori accumulati negli anni. Passiamo ora all’analisi dell’intervista e in particolare della prima parte di essa che mi è sembrata la più interessante.
    La Grassa comincià l’intervista definendosi postmarxista e postcomunista. Il comunismo è da lui considerato un processo storico finito, mentre invece il marxismo, ossia la teoria del comunismo per come lo abbiamo conosciuto fino ad ora, è da lui considerata una teoria esaurita a cui vanno ricollegate una serie previsioni errate. In poche parole, bisogna uscirne fuori, compiendo un ripensamento completo e radicale. Come dare torto a queste parole? Personalmente mi trovo assolutamente d’accordo con questa breve esposizione di La Grassa e ho già esposto in poche pagine cosa penso a riguardo. In breve anche a mio avviso il marxismo è un paradigma teorico esaurito, non più in grado di proporsi come teoria rivoluzionaria compatibile alle rinnovate esigenze dell’uomo occidentale. I tempi sono cambiati e nuovo e più spaventosi fantasmi sono emersi fuori rendendo così il marxismo assolutamente inadeguato a una lettura completa dell’attuale condizione in cui si trova l’uomo storico e reale di oggi. Il processo storico comunista e il paradigma marxista sono andati a braccetto nella fossa, in quanto, alla caduta dell’Unione Sovietica e quindi del socialismo reale, è corrisposta la fine del comunismo come processo storico. Sottolineo, tuttavia, che molti elementi della teoria marxista sono tutt’ora validi e riutilizzabili per costruire il nuovo paradigma; ma, appunto, sto parlando di un nuovo paradigma e non del paradigma marxista che considero ormai finito.
    In seguito l’intervistatore chiede a La Grassa un giudizio sugli attuali movimenti che si definiscono comunisti (sinistra radicale ecc.). A parere di La Grassa questi movimenti in buona parte dei casi non possono ormai più essere ricondotti a una matrice marxista non avendo più nulla a che fare con le previsioni scientifiche di Marx, ma è piuttosto possibile scorgervi un comunismo di stampo cristiano, utopico, sentimentalista e morale. Ciò che, a mio avviso, oggi giorno si palesa sempre di più non è tanto un comunismo di stampo cristiano, ma un fastidioso moralismo e sentimentalismo che ostacola ogni tentativo di rottura con il passato e di conseguenza ogni spinta propulsiva. Grazie a individui e gruppuscoli nostalgici, pieni zeppi di un moralismo squallido e il più delle volte ateo, che rimpangono nostalgicamente i tempi gloriosi andati, si rimane immobilizzati a concezioni politiche, storiche e sociali vecchie, superate e marce. L’impossibilità di incidere sul reale da parte di questi individui e gruppuscoli moralisti è inversamente proporzionale alla loro capacità di nuocere allo sviluppo del nuovo paradigma; ciò è sintomatico della crisi dell’intero mondo proveniente dall’esperienze marxiste degli ultimi 30-40 anni. Molto probabilmente, anzi sicuramente, per cominciare a costruire la strada che porterà alla nascita di un nuovo paradigma capace di incidere e di trasformare il reale, bisognerà distaccarsi definitivamente da questi lidi abbandonati da Dio e da chiunque abbia un minimo di buon senso.
    E i partiti sinistroidi dove li mettiamo? Sinistra? La Grassa ci ricorda molto saggiamente che il comunismo non è stato ne di destra ne di sinistra, poichè la sinistra non è altro che una corrente interna alla riproduzione capitalista. Il comunismo, invece, si poneva l’obiettivo di trasformare la società capitalista e, di conseguenza, non era riformista, ma, aggiungo io, rivoluzionario.
    Ebbene che altro dire? E’ sempre bene ricordare che un comunitarismo filosofico, corretamente inteso, si pone prepotentemente oltre lo schema vetusto destra- sinistra. Vedo, però, ancora molta difficoltà ad accettrare il primo fondamentale punto di La Grassa riguardante l’esaurimento della teoria marxista e la correlata fine del comunismo inteso come processo storico. Mi trovo assolutamente d’accordo con La Grassa, poichè considero il paradigma marxista finito e, di conseguenza, ritengo che sia giunto il tempo di lasciare perdere sentimentalismi, moralismi e nostalgismi per cominciare a gettare le fondamenta del nuovo paradigma. Per fare ciò dobbiamo assumere un atteggiamento di massima apertura mentale cercando di privarci di ogni sciocco e inutile tabù.
    Ormai è chiaro che La Grassa si pone come tecnico e noi da tecnico dobbiamo trattarlo: prendere ciò che risulta utile e interessante per la costruzione del nuovo paradigma e lasciare perdere tutto il resto senza perderci troppo tempo dietro.


    Federico Stella

  2. #2
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    Predefinito Rif: Considerazioni sull'intervista a La Grassa

    Ho capito la pars destruens ma non capisco quale sia secondo La Grassa la pars costruens. Penso che oramai se La Grassa vuole provare a costruire qualche cosa di altro che parta dal post-marxismo (che comunque non viene definito come qualche cosa ma come semplice passaggio storico che vuol dire tutto e nulla) debba cominciare a dire cosa sia secondo lui.
    Ai suoi ragionamenti sul post-comunismo e il post-marxismo manca sempre la parte fondamentale che colleghi l'ipotesi con la tesi ovvero l'articolazione e la dimostrazione. Non vedo in questo modo di procedere grandi differenze con un Negri o un Fukuyama.

  3. #3
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    Predefinito Rif: Considerazioni sull'intervista a La Grassa

    L'intervista di La grassa, che hai ragione non propone assolutamente nulla di nuovo rispetto al suo pensiero, va secondo me divisa in tre parti che vanno analizzate separatamente:

    a) fine del paradigma comunista e marxista
    b) i partiti post-comunisti e di sinistra
    c) prospettiva geopolitica e geostrategica

    a) Questo è il discorso più complesso ed in cui, a mio parere, La Grassa confonde il Comunismo Storico novecentesco con il Marxismo. Il Comunismo storico novecentesco è infatti una fase fondamentale della storia novecentesca caduto e ripiegatosi su se stesso per le sue contraddizioni, politiche ed economiche interne e per aver trasformato l'idea del Comunismo in quella di uno Stato "caserma" eliminando e sopprimendo l'idea dell'individuo. Altro proprio è il discorso della visione filosofica di Marx, la sua visione del mondo e la sua analisi. Perchè, dunque, confondere i due termini? Perchè affermare che il paradigma non "comunista", ma appunto marxista si sia concluso se non è mai neanche stato realizzato e se le contraddizioni interne del Capitalismo denunciate da Marx, ovviamente non totalizzando tale discorso ma contestualizzandolo, sono ancora oggi presenti e con ancora più forza? A meno che, ovviamente, di non confondere il marxismo con la lettura forzata che di esso è stata data dagli operaisti e non solo. Vedere cioè nel marxismo "esclusivamente" la lotta contro l'estorsione del plusvalore ed identificando il soggetto rivoluzionario esclusivamente nell'operaio dell'industria pesante. Prima di buttare Marx bisognerebbe insomma capire se non lo si confonde con certo "Marxismo".

    b) Per quanto riguarda i partiti post-comunisti mi trovo essenzialmente d'accordo con La Grassa, al di là della definizione del "Comunismo cristiano". Ciò che mi differenzia dalle sue parole è però proprio la definizione, al di là dei duecento simboli che troviamo nei manifesti e nelle schede elettorali, di "comunista" o, ancora peggio, di marxista. I partiti post-comunisti(solo di nome infatti) non sono neanche "riformisti" (che, ricordiamolo, storicamente si differenziavano dai comunisti per i "mezzi" e non per i "fini")ma sono totalmente integrati nel sistema capitalista al di là di vaghe sensibilità sociali, peraltro declamate e molto poco realizzate, e libertarie. Quindi, come sopra, cosa c'entra con questo discorso il Marxismo?

    c) infine vorrei concludere questo breve commento al tuo articolo, Fed, con una valutazione su un argomento presente nell'intervista anche se non l'hai affrontato: la questione geopolitica e geostrategica. Infatti, alla base delle valutazioni di La Grassa, semplificando, vi è una semplice concezione: il mondo è oggi unipolare dobbiamo farlo diventare multipolare. Non specificando però né il come né chi sarà il contraltare degli Stati Uniti d'america. Insomma, in poche parole, rimpiangendo i vecchi tempi andati dello Stato caserma sovietico senza alcuna parola per una progettualità autenticamente rivoluzionaria(non marxista, rivoluzionaria!) né, tantomeno, per i dominati. Concludo riguardo alla conclusione dell'articolo di Fed in cui scrive: "La Grassa si pone come tecnico e noi da tecnico dobbiamo trattarlo: prendere ciò che risulta utile e interessante per la costruzione del nuovo paradigma e lasciare perdere tutto il resto senza perderci troppo tempo dietro". Su questo, permettimi, non sono assolutamente d'accordo poichè non esiste, a mio parere, nessun sapere puramente "tecnico" ma tutto, dunque anche le valutazioni di La Grassa, hanno dietro un pensiero politico e pur potendo, ed anzi dovendo, prendere e fare nostro ciò che può o meno interessare, tale assunto non bisogna mai dimenticarlo.

    Rodolfo.
    Ultima modifica di Rodolfo; 07-10-09 alle 22:08
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  4. #4
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    Predefinito Rif: Considerazioni sull'intervista a La Grassa

    Citazione Originariamente Scritto da Sandinista Visualizza Messaggio
    Ho capito la pars destruens ma non capisco quale sia secondo La Grassa la pars costruens. Penso che oramai se La Grassa vuole provare a costruire qualche cosa di altro che parta dal post-marxismo (che comunque non viene definito come qualche cosa ma come semplice passaggio storico che vuol dire tutto e nulla) debba cominciare a dire cosa sia secondo lui.
    Ai suoi ragionamenti sul post-comunismo e il post-marxismo manca sempre la parte fondamentale che colleghi l'ipotesi con la tesi ovvero l'articolazione e la dimostrazione. Non vedo in questo modo di procedere grandi differenze con un Negri o un Fukuyama.
    Sono d'accordo con te

  5. #5
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    Predefinito Rif: Considerazioni sull'intervista a La Grassa

    [QUOTE=Rodolfo;514874]L'intervista di La grassa, che hai ragione non propone assolutamente nulla di nuovo rispetto al suo pensiero, va secondo me divisa in tre parti che vanno analizzate separatamente:

    a) fine del paradigma comunista e marxista
    b) i partiti post-comunisti e di sinistra
    c) prospettiva geopolitica e geostrategica

    [QUOTE]

    Definendo il marxismo come la teoria del comunismo, affermando poi che il comunismo è un processo storico terminato e il marxismo è una teoria da cui bisogna uscire fuori, La Grassa dimostra chiaramente di non confondere i due piani.
    A me sembra che tu prenda il marxismo come un qualcosa di eccessivamente astratto e di totalmente distaccatto dai processi storici che, nel bene e nel male, ne sono figli. Sostenere che nessuna forma di organizzazione sociale storica abbia avuto a che fare con il marxismo, giudicare il cosidetto stato caserma e gli odierni partiti riformisti post-marxisti come fenomeni non aventi nulla in comune con il marxismo è per me un modo di ragionare molto pericoloso; dal mio punto di vista, infatti, sono fenomeni che, in un modo o nell'altro, derivano dal marxismo.
    Considerare il marxismo una teoria finita, equivale a dire che il paradigma teorico marxista è concluso. Essendo, però, il pensiero lagrassiano prevalentemente tecnico, in quanto privo di qualsiasi proposta costruttiva, bisogna dare contenuto a queste affermazioni, perchè in caso contrario, e in questo sono d'accordo con tutti voi, si rischia di cadere nel banale e nella stupida chiacchera.
    Ultima modifica di Fed; 08-10-09 alle 19:03

  6. #6
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    Predefinito Rif: Considerazioni sull'intervista a La Grassa

    Citazione Originariamente Scritto da Fed Visualizza Messaggio

    A me sembra che tu prenda il marxismo come un qualcosa di eccessivamente astratto e di totalmente distaccatto dai processi storici che, nel bene e nel male, ne sono figli. Sostenere che nessuna forma di organizzazione sociale storica abbia avuto a che fare con il marxismo, giudicare il cosidetto stato caserma e gli odierni partiti riformisti post-marxisti come fenomeni non aventi nulla in comune con il marxismo è per me un modo di ragionare molto pericoloso; dal mio punto di vista, infatti, sono fenomeni che, in un modo o nell'altro, derivano dal marxismo.
    Considerare il marxismo una teoria finita, equivale a dire che il paradigma teorico marxista è concluso.
    Su questo non sono d'accordo. E' ovvio che la costituzione dell'Urss derivasse, nel periodo leninista, dal Marxismo. Ma cosa c'entra il Marxismo con un Partito rivoluzionario che si trasforma in burocrazia, con il Realismo socialista e con un'economia fondata su un capitalismo di Stato? Secondo me nulla ma ne è anzi la sua negazione. Nopn vedo il Marxismo come qualcosa di fumoso o di astratto, anzi. Vedo solo che, come scrive lo stesso Lukacs, dal periodo staliniano in poi si citava continuamente Marx ma nelle azioni e nella pratica politica lo si negava. "Ognuno secondo le sue capacità, ad ognuno secondo i propri bisogni" non l'ho purtroppo visto mai realizzare ma anzi ho visto realizzare delle enormi burocrazie statali e centralistiche. Per non parlare poi dei partiti pseudo riformisti e pseudo comunisti attuali....
    Ciò non per negare errori e valutazioni sbagliate dello stesso Marx(da distinguere dal marxismo e ancora di più dal marxismo-leninismo) ma per affermare che una cosa è la sua attualizzazione, un'altra la sua negazione.

    Citazione Originariamente Scritto da Fed Visualizza Messaggio
    Essendo, però, il pensiero lagrassiano prevalentemente tecnico, in quanto privo di qualsiasi proposta costruttiva, bisogna dare contenuto a queste affermazioni, perchè in caso contrario, e in questo sono d'accordo con tutti voi, si rischia di cadere nel banale e nella stupida chiacchera.
    Come ho scritto nell'intervento precedente non esiste pensiero puramente "tecnico" ma vi è, dietro, un pensiero politico compreso quello di La Grassa. Perchè che La Grassa non proponga nulla di pratico non vuol dire che non abbia un progetto politico. Ed il suo progetto politico è riproporre il modello mondiale precedente al dissolvimento dell'Unione Sovietica: mondo bipolare contro mondo unipolare. Che, secondo il mio pensiero, equivarrebbe a voler servire due padroni piuttosto che uno. No grazie!
    Ultima modifica di Rodolfo; 08-10-09 alle 21:57
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