(Sacro Cuore di Gesù)
Città del Vaticano, 21 Dicembre 1966
Vogliamo realizzare nel mondo la giustizia, la pace, l'unione fraterna di tutti gli uomini, dopo tante speranze e delusioni?
Solo la riscoperta dell'Amore può compiere il miracolo; intendiamo quell'Amore di cui Giovanni evangelista scrisse: «Dio è Amore! E noi abbiamo creduto all'Amore!» (I Lettera 4, 16).
Ecco perché queste pagine ci porgono la visione del Sacro Cuore di Gesù, che il Padre ci ha donato come pegno del suo Amore.
PIA OPERA SALESIANA del S. Cuore - BOLOGNA
BOLOGNA, 10 Dicembre 1966
Figlioli diletti,
imprimetevi nella mente queste brevi pagine, offerte alla vostra riflessione da un veterano della devozione al Sacro Cuore di Gesù.
Molti coltivano l'amore della scienza, pochi la scienza dell'Amore.
Mi convinco sempre più che bisogna parlare agli uomini di Dio Salvatore.
Vi amo tutti col Cuore di Cristo!
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I PARTE
ASPETTO STORICO
Nel Concilio Ecumenico Vaticano Il la Chiesa mostra il suo cuore di madre sempre pronta a dare la vita della grazia e della fede a tutti gli uomini. Questa disponibilità di carità materna la Chiesa l'attinge dalla pienezza di amore del Verbo Incarnato, suo fondatore.
GUARDERANNO A COLUI CHE HANNO TRAFITTO
Sul Calvario, dopo l'ultimo grido, Gesù aveva reclinato il capo, nell'abbandono completo della morte. Aveva dato tutto, ma non aveva ancora svelato tutto. Si avanzò uno dei soldati, e con un colpo di lancia gli aperse il petto e subito ne uscì sangue ed acqua (Gv. 19, 34).
L'Evangelista S. Giovanni contempla quel corpo trafitto, nel commosso silenzio del tramonto, e una acuta sensazione di mistero gli scende nell'anima: Ricordava le parole che Dio aveva fatto pronunciare al profeta Zaccaria:
«Effonderò uno spirito di pietà e di implorazione sopra il mio popolo!
«Guarderanno a Colui che hanno trafitto, e piangeranno su di Lui come si piange un Figlio unico; si farà per Lui amaro cordoglio quale si fa per un primogenito!» (12, 10).
Dieci giorni dopo quel Venerdì Santo, nel fascino di Gesù risorto, Giovanni parla ancora di quel petto ferito. E questa volta la fede vi scorge orizzonti sconfinati, tanto che l'incredulo Tommaso, cadendo in ginocchio esclama: «Signore mio e Dio mio».
AI PIEDI DELLA CROCE
Tutta la tradizione cristiana sosterà ai piedi della Croce dalla quale pende Gesù col petto aperto, e cercherà di penetrare in quella sanguinante squarciatura sulla quale tanto insiste l'Apostolo.
Sarà proprio questa amorosa attenzione che guiderà le anime alla scoperta del «Cuore amante di Gesù».
Nei primi secoli della Chiesa la devozione al Sacro Cuore non è ben distinta dal culto delle sacratissime Piaghe di Gesù, e specialmente da quello tributato alla ferita del Costato. Soltanto gradualmente venne fatto oggetto di culto speciale il Cuore; come immagine dell'Amore umano e divino del Verbo Incarnato.
Pio XII nell'Enciclica sul Cuore di Gesù «Haurietis aquas» dice: «E’ nostra persuasione che il culto tributato all'amore di Dio e di Gesù Cristo verso il genere umano, attraverso il simbolo augusto del Cuore trafitto del Redentore, non sia mai stata assente dalla pietà dei fedeli, benchè abbia avuto la sua chiara manifestazione e la sua mirabile propagazione nella Chiesa in tempi da noi non molto lontani, soprattutto dopo che il Signore stesso si degnò di scegliere alcune anime predilette, alle quali svelò i secreti divini di questo culto e di essi le fece messaggere, dopo averle ricolmate di grazie speciali».
LE ANIME MISTICHE
Il desiderio di vita interiore portò anime elette a penetrare oltre la piaga del Petto di Gesù, fino a scoprire il Cuore, trafitto d'amore.
Entrate in questo «Santuario interiore», tali anime s'accorsero d'aver scoperto non una manifestazione dell'amore di Cristo, ma la sua sorgente e il suo centro.
Il Padre Andrea Tessarolo S.C.J., storico della devozione e della teologia del Sacro Cuore, afferma che, con tutta probabilità Giovanni di Ravenna, vescovo di Fècamp in Francia, morto nel 1078, fu il primo ad associare queste due idee: «Cuore ferito e Amore redentore, In modo da vedere proprio nel Cuore di Gesù il simbolo di tutto il suo Amore».
Così dopo di lui sorge uno stuolo di anime che gravitano attorno al Cuore di Gesù. Nel Medio Evo S. Bernardo di Chiaravalle, Guglielmo di Saint-Thierry, Riccardo di S. Vitore, S. Francesco d'Assisi, e più tardi S. Matilde, S. Geltrude, S. Antonio di Padova, S. Bonaventura; poi ancora il Ven. Giovanni Taulero, il B. Enrico Susone e S. Bernardino da Siena, i quali parlano del Cuore di Cristo come del rifugio, del ricovero offerto al povero cuore degli uomini.
Santa Lutgarda, S. Angela da Foligno, Margherita da Cortona, S. Caterina da Siena insistono sulle necesità di studiare il Cuore del Signore per conformare la propria vita a quella del Maestro divino.
Dal secolo XVI, la devozione al Sacro Cuore corre quale fiume sotterraneo a fecondare la spiritualità cattolica, e affiora nel Ven. Lodovico Blosio, in S. Ignazio di Loiola, S. Pietro Canisio, S. Francesco Borgia, nel Ven. Luigi da Granata, in S. Teresa d'Avila e Sant'Alfonso Maria de' Liguori, spingendoli alle vette della perfezione.
S. Francesco di Sales che ci ha lasciato alte orme in esempi immortali di vita ed in opere mirabili, fra le quali: «L'Introduzione alla vita devota» e «Il trattato dell'amore di Dio», nutriva una tenera devozione al Cuore di Cristo, cui volle consacrare l'Istituto della Visitazione che aveva fondato. Alle Figlie inculcava l'amore al Cuore di Gesù e la generosa corrispondenza alla sua immensa carità; parlava in termini che già preannunciavano il grande apostolo S. Giovanni Eudes.
L'ARALDO DEL SACRO CUORE
San Giovanni Eudes nato a Rye il 14 novembre 1601 fu davvero l'Araldo del Sacro Cuore di Gesù. «Con una lenta penetrazione, un approfondimento della sua fede, una illuminazione interiore, dice Daniel Rops, egli arriva a vedere chiaramente nel cuore di carne del Dio fatto Uomo il simbolo dell'Amore increato dell'Onnipotente per la sua Creatura».
Tutti i grandi misteri del cristianesimo: LA CREAZIONE, l'INcARNAZIONE, LA REDENZIONE li scopre nel Cuore del Cristo, persino il Mistero Eucaristico.Con questa folgorante intuizione S. Giovanni Eudes compone un mirabile Ufficio del Sacro Cuore nel 1670; trent'anni prima aveva istituito nella sua Congregazione la festa del Cuore Purissimo di Maria.
Nel Breve ponteficio per la sua Beatificazione si legge questo altissimo riconoscimento: «Ardente di un amore singolare verso i Cuori di Gesù e di Maria, ebbe per primo, e non fu senza una speciale ispirazione divina, l'idea di un culto pubblico in loro onore. Si deve dunque considerarlo come il Padre di questo dolce culto, come il Dottore per i suoi scritti, come l'Apostolo per la sua infaticabile opera di diffusione».
Si può dire che con S. Giovanni Eudes il cuore umano compia il massimo sforzo per incontrarsi col Cuore divino; infatti la grande Epifania del Sacro Cuore ebbe luogo a Paray-le-Monial con le rivelazioni a S. Margherita Maria Alacoque, mentre il Santo si preparava a festeggiarLo in cielo.
P. Adolfo l'Arco S.D.B. (p. 52 del suo aureo lavoro « Il Sacro Cuore ti chiama per nome» ed. SEI) dice: Il Cuore di Gesù discende, mentre l'anima del Santo ascende».
LA MESSAGGERA
Fra tutti i promotori di questa nobilissima devozione viene subito dopo - scrive Pio XII - S. Margherita Maria Alacoque, poiché al suo zelo, illuminato e sostenuto da quello del suo direttore spirituale, il B. Claudio De la Colombière S.J., si deve indubbiamente se questo culto così diffuso raggiunse lo sviluppo che desta l'ammirazione dei fedeli cristiani, e rivestì le caratteristiche di «OMAGGIO D'AMORE E DI RIPARAZIONE», che lo distinguono da tutte le altre forme di pietà cristiana».
Sì, questa devozione, di carattere squisitamente teologico, come l'aveva impostata S. Giovanni Eudes, non sarebbe uscita dai «circoli limitati di alcuni Terz'Ordlni del Sacro Cuore», se poco dopo una semplice Visitandina di Paray-le-Monial; non fosse stata favorita di grazie singolari: Cristo le apparve, le parlò e ordinò a lei «abisso d'indegnità e d'ignoranza», di diffondere la fiamma della sua carità.
Il Cuore di Cristo «cinto da una corona di spine, sormontato da una croce» doveva essere esposto alla venerazione dei cristiani, come «l'ultimo sforzo del suo amore per la salvezza del mondo».
LE APPARIZIONI
Furono quattro: dal 1673 al 1675. Tutta la chiesa cattolica mediterà lungo i secoli la struggente dichiarazione di Gesù all'umile suora: «Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini!».
Ma non subito.
L'epoca si mostrò ostinatamente incredula a quella rivelazione.
La Veggente fu dapprima considerata come esaltata dalle sue Superiore. Padre De la Colombière, che proclamava le visioni «autentiche», fu trasferito. Padre Croiset, professore a Lione, che aveva adottato l'insegnamento della Santa, fu esonerato e mandato altrove, e il suo libro sul Sacro Cuore fu posto all'Indice.
Tanto si diffidava dei mistici e di tutto ciò che si riferiva al «puro amore».
Margherita Maria Alacoque, senza aver cessato di ripetere che Cristo l'aveva incaricata di una missione, e che il Cuore adorabile doveva regnare sul mondo, morì il 17 settembre 1690 a quarantatre anni di età, senza potere vedere il trionfo di quel culto, al quale aveva consacrato la vita.
OPPOSIZIONI
Tutti i rigoristi si erano coalizzati contro questa devozione; i Giansenisti soprattutto, perché essi conoscevano solo la giustizia di un Dio inaccessibile e volevano che le anime vivessero nel freddo timore della divina Maestà.
Le ostilità culminarono nel conciliabolo di Pistoia che voleva bandire dall'Italia e dalla Chiesa la devozione al Sacro Cuore. Pio VI intervenne, deplorando l'atteggiamento sia del vescovo, Scipione Ricci, che dei suoi seguaci (1791).
Le polemiche giansenistiche avevano ormai portato la Santa Sede da una posizione di riserbo a un atteggiamento di difesa. Arizi il 25 agosto 1856 il Papa Pio IX accolse con gioia la richiesta dell'episcopato francese di estendere la festa del Sacro Cuore alla Chiesa universale.
Con questo Decreto, da devozione privata, diventa atmosfera di vita, festa liturgica, espressione di culto, ormai definitiva.
TRIONFO DELLA NUOVA DEVOZIONE
Questa è la conclusione dei solenni interventi di Leone XIII, di Pio XI e di Pio XII.
Leone XIII dedica al grande culto l'altezza del suo ingegno, l'ardore della sua pietà.
Approva le Litanie del Sacro Cuore, sintesi incomparabile di cristologia, e promulga il 25 maggio 1899 la prima Enciclica sul Cuore di Gesù, «Annum Sacrum», con la quale annuncia al mondo la sua decisione di consacrare tutto il genere umano al Cuore di Cristo Redentore che, per diritto di nascita e di conquista, è RE non solo dei fedeli ma anche di tutti coloro che ancora non hanno la fortuna di vivere sotto il suo dolce impero di grazia.
Il Grande Pontefice, persuaso che tale consacrazione aprirebbe un era nuova alla Chiesa, chiama la devozione al Sacro Cuore:
«Vessillo di carità e di pace, pegno di sicura vittoria contro i nemici».
Mentre si destava in tutta la Chiesa e nel popolo di Dio un'ardente entusiasmo, il santo Vegliardo, volle nella sua Roma una Basilica al Sacro Cuore e ne affidò la costruzione all'apostolo dei tempi nuovi, Don Giovanni Bosco.
Il santo dei giovani, con la tenacia prodigiosa propria dei Santi, in breve tempo innalzò presso la Stazione Termini un nuovo Tempio sormontato dalla statua del Sacro Cuore, che, dall'alto benedice quanti toccano il suolo della città eterna, ove siede il rappresentante del Supremo Amore.
E i Figli sull'esempio del Padre ne diffusero e ne diffondono la devozione dedicando al Cuore di Gesù asili, scuole ed istituti; divulgandone il culto ed erigendo in Suo onore altari e santuari monumentali, come il Tempio Nazionale Espiatorio Spagnolo «TIBIDABO» in Barcellona, e il Tempio Santuario del SACRO CUORE in Bologna.
LA NOVELLA PRIMAVERA
Nel giardino della Chiesa, ecco allora un sorgere e fiorire di sodalizi, istituti e congregazioni che si fregiano del titolo del Sacro Cuore. Ne accenno alcuni:
La B. TERESA VERZERI, (1801-1852) diede avvio alla sua istituzione ponendola sotto l'egida del Cuore divino denominandola: Congregazione delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù.
Il Ven. Mons. DANIELE COMBONI, (1831-1881) missionario in Africa prima e Vicario Apostolico poi, pone la sua Congregazione sotto la protezione del Cuore divino e volle che i suoi membri si chiamassero Figli del Sacro Cuore di Gesù.
Il Ven. LEONE GIOVANNI DEHON, (1843-1925) fondò la Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore il cui fine è la speciale devozione al Sacro Cuore di Gesù in spirito di amore e di riparazione, la diffusione di questa spiritualità riparatrice, l'apostolato missionario e sociale.
Sue queste incisive massime: «Tre sono le vie che possono condurre a Dio:
La via del timore.
La via della speranza.
La via della carità.
Ma la via certa è quella del Cuore di Gesù».
Con animo aperto alla fiducia diceva:
«Com'è possibile che il mondo resista all'amore di Dio se i suoi ambasciatori ne saranno intimamente convinti e si lascieranno conquistare e guidare dall'amore di Gesù Cristo? Infiammati da Lui infiammeranno il mondo».
Per illuminare le menti ed educare i cuori alla conoscenza del grande mistero d'amore che racchiude il Cuore del Redentore fondò anche la rivista: «IL REGNO DEL SACRO CUORE».
Il P. MARIO VENTURINI, (1886-1957) fondava in Trento la Congregazione Sacerdotale dei Figli del Cuore di Gesù.
Dietro ispirazione del Ven. Prof. Giuseppe Toniolo, per opera di P. Agostino dr. Gemelli o.f.m. che ne fu il primo rettore, sorgeva in Milano all'ombra della basilica di S. Ambrogio (25 dicembre 1920) l'Università Cattolica del Sacro Cuore.
L'IMPULSO DEI SOMMI PONTEFICI
Pio X Santo, il Papa dell'Eucaristia, promosse la Consacrazione delle famiglie al S. Cuore, ne compose la formula, e accordò preziose indulgenze a coloro che praticano il mese di giugno.
BENEDETTO XV, Il Papa della Pace, emanò tre Documenti Pontifici per diffondere ancor più il culto del Sacro Cuore, ed elevò all'onore degli altari, canonizzandola, la B. Margherita Maria Alacoque, alla quale eresse pure un altare nella Basilica Vaticana.
Pìo XI, il Papa della Conciliazione, il 5 maggio 1926 con l'Enciclica «Miserentissimus Redemptor», si ricollega al magistero di Leone XIII, e indica i fondamenti e la finalità della devozione verso il Sacro Cuore, soprattutto insistendo sulla riparazione all'Amore offeso.
Per la festa del Sacro Cuore fece preparare i nuovi testi liturgici e vi aggiunse la formula di Riparazione, da recitarsi in tutte le chiese del mondo cattolico.
Lo stesso Pontefice (l'11 dicembre 1925) aveva istituito la Festa della Regalità di Cristo.
Pìo XII, il Pastore angelico, ha lasciato orma incancellabile nei solchi fecondi della Teologia; ci diede molti documenti circa il Sacro Cuore; il principale è la Lettera Enciclica «Haurietis aquas» del 15 maggio 1956, nella quale espone ampiamente la natura, l'oggetto e la legittimità di tale culto.
ll Sac. Adolfo l'Arco S.D.B., nel suo libro citato e tanto avvincente, così definisce l'«Haurietis aquas»:
« Il Papa Angelico spicca il volo dal vertice delle conquiste passate per spaziare su nuovi orizzonti; armonizza in mirabile sintesi la verità della Sacra Scrittura, la luce della Tradizione, la bellezza della Liturgia, la magnificenza del Magistero, la sinfonia della Teologia, la nobiltà della Mistica».
GIOVANNI XXIII, il Papa buono, non tralasciava occasione d'invitare tutto il Popolo di Dio all'esercizio della vita e della pietà cristiana sotto l'egida del Sacro Cuore.
«Gesù è amore!
Che vi è di più dolce di una devozione fervida? L'amore è il substrato di ciò che Cristo ha annunciato al mondo. E' il precetto dell'amore che distingue la rivelazione cristiana dagli insegnamenti di tutte le altre religioni.
Nell'amore è la soluzione di tutte le questioni sociali, di tutti i contrasti politici...».
PAOLO VI, il Pellegrino apostolico, oggi illumina del suo genio le vie sempre nuove e feconde dell'Amore di Cristo.