Ecco le 12 PROMESSE fatte da Gesù a S. Margherita
1. Darò loro (alle persone devote del mio cuore) tutte le grazie necessarie al loro stato.
2. Metterò la pace nelle loro famiglie.
3. Le consolerò in tutte le loro afflizioni.
4. Sarò il loro rifugio in vita e soprattutto nella loro morte.
5. Benedirò le loro imprese.
6. I peccatori troveranno misericordia.
7. I tiepidi diventeranno ferventi.
8. I ferventi saliranno presto a grande perfezione.
9. Benedirò il luogo dove l'immagine del mio Cuore sarà esposta e onorata.
10. Darò loro le grazie di toccare i cuori più duri.
11. Le persone che propagano questa devozione avranno il loro nome scritto nel mio Cuore e non sarà mai cancellato.
12. Io prometto nell'eccesso grande di misericordia del mio Cuore che il suo amore onnipotente accorderà a tutti coloro che si comunicheranno il primo venerdì del mese, per nove mesi consecutivi, la grazia della penitenza finale e non morranno in mia disgrazia né senza ricevere i loro sacramenti e il mio Cuore sarà per essi un asilo sicuro negli ultimi momenti.
L'elenco fu compilato da un autore ignoto, ma le espressioni si ritrovano negli scritti di S.Margherita Maria che, nelle sue lettere indirizzate a diverse persone, scriveva in nome di Gesù per tutti i cristiani.
La Chiesa, comunque, ha posto il suo sigillo su queste promesse divine, ritenendole autentiche.
Il Beato Pio IX, infatti, nel breve di beatificazione della Santa Visitandina del 19 agosto del 1864, accennava apertamente alla grande apparizione fattale dal Signore nel 1675 e volle la consacrazione della Chiesa Cattolica al S. Cuore fissandola il 16 giugno 1875.
Nel 1899, il successore Leone XIII decise di consacrare il genere umano al Cuore di Gesù che considerava quale "segno di salvezza" per l'umanità. Il 25 maggio di quell'anno pubblicò l'enciclica "Annum Sacrum", nella quale faceva speciale allusione alla consacrazione compiuta da Pio IX venticinque anni prima, e rievocava il comando ricevuto dall'Alto di diffondere il culto al Cuore di Gesù.
S. Pio X il 19 maggio 1908 approvò un atto di consacrazione delle famiglie al Cuore di Gesù che iniziava così: "Cuore di Gesù, Voi avete manifestato a S. Margherita Maria il desiderio di regnare sulle famiglie cristiane ...". Quello stesso Santo Pontefice compose un atto di consacrazione per sacerdoti che ricordava la promessa fatta agli apostoli devoti del Suo Cuore, di comunicare il carisma di intenerire anche i cuori più induriti.
Benedetto XV elevò S. Margherita all'onore degli altari, e volle che nella bolla di canonizzazione si presentassero le rivelazioni di Paray come fatti incontestabili. Il Papa li riferì dettagliatamente enumerando le più importanti apparizioni: quella del 27 dicembre 1673; la visione delle piaghe gloriose del 1674 e la grande apparizione del 16 giugno 1675, la promessa della penitenza finale per coloro che si comunicheranno i primi venerdì del mese. Così tutto il soprannaturale straordinario di Paray era espressamente descritto e dichiarato infallibilmente autentico dal Papa in una circostanza solenne con un documento ufficiale, qual era la canonizzazione di Margherita.
Pio XI, nella enciclica "Miserentissimus Redemptor" dell'8 maggio 1928, parlando del dovere della riparazione verso il Cuore di Gesù, scriveva che "I lamenti che, nelle apparizioni a Margherita Alacoque, Gesù fece intendere, i desideri e le richieste che Egli espresse, indirizzandoli agli uomini, per il loro bene, sono ancora ignorati da molti; altri non se ne preoccupano affatto...". Così in altri tratti dell'enciclica riportava scritti e rivelazioni della santa, esaltando le virtù di S. Margherita, la sua opera di apostola e missionaria del S. Cuore.
Pio XII ancora nell'enciclica "Haurietis aquas" studiava a fondo il S. Cuore nella Scrittura e nella tradizione, e, correggendo qualche esagerazione introdotta, presentava la santa visitandina dicendo "ma fra coloro che hanno promosso questa nobilissima forma di culto, bisogna fare posto particolare a S. Margherita Maria che con il Beato Claudio de la Colombière (oggi Santo, n.d.r., canonizzato da Giovanni Paolo II), suo direttore spirituale, riuscì con un zelo infaticabile a stabilire questa devozione, che ebbe tanta diffusione e grande ammirazione tra i fedeli e che a motivo delle sue caratteristiche di amore e di riparazione si è distinta dalle altre forme di pietà cristiane".
Paolo VI, nella sua lettera del 6 febbraio 1965, rifacendosi alle apparizioni della Santa, compendiava la sostanza del messaggio di Paray con queste parole: "il fervore per onorare il Cuore di Cristo, ferito di amore per noi e per riparare in tutti i modi le ingiurie a Lui rivolte".
L'eredità, dunque, delle apparizioni di Paray sono un tesoro inestimabile per tutta la Chiesa e per tutti i fedeli.
Giovanni Paolo II, il 1° giugno 1980 nella basilica del S. Cuore a Montmartre, concludeva: "Vivete questo messaggio che dal Vangelo di S. Giovanni a Paray-le-Monial ci chiama ad entrare nel Suo mistero. Auguriamoci di poter tutti "attingere con gioia alle sorgenti della salvezza" (Is. 12. 3) quelle che scaturiscono dall'amore del Signore". Un augurio che valga per tutti ...
Augustinus
Andre Lopez, Adorazione del Sacro Cuore di Gesù, 1786