Originariamente Scritto da
halexandra
- per i comunisti la Resistenza non fu una lotta di liberazione dal fascismo e dal nazismo, senza altri propositi nascosti. Per militanti e dirigenti comunisti la guerra contro Germania e RSI non era che il passaggio obbligato per giungere alla conquista del potere, ossia a una democrazia popolare comunista, guidata da un partito unico, e subalterna al totalitarismo sovietico. Un regime totalitario, non diverso se non per qualche formalità ideologica da quello nazista e fascista.
- uno dei miti che reggono il castello della leggenda resistenziale è che gli italiani fossero contrari al regime fascista: in realtà il consenso alla dittatura, descritto da De Felice, si protrasse in larga parte anche all'epoca della RSI nel 1943-45, con un'Italia profonda che non era e non si sentiva estranea alla storia del fascismo.
- un'altra favola racconta che la Resistenza è stata una guerra di popolo, di massa, con tutti gli italiani delle regioni occupate dai tedeschi sollevati contro i nazifascisti. Ma non è affatto andata cosi. E' stata combattuta soltanto da due minoranze, per quanto ampie, quella antifascista e quella legata alla Repubblica Sociale. E quest'ultima, soprattutto nelle grandi città della Padania, era più numerosa della prima.
- la cosiddetta "zona grigia" di De Felice, ovvero gli italiani che si mantennero estranei alla guerra civile era molto più estesa di quanto non voglia l'agiografia resistenziale di sinistra.
- altra favola resistenziale vuole che la grande maggioranza della popolazione, soprattutto quella contadina, fosse schierata con i partigiani. Nella realta, i piccoli proprietari erano perlopiù diffidenti. E poi, perchè aiutare i partigiani? "La guerra finirà non per merito loro, ma quando arriveranno gli americani e gli inglesi".
- Altra leggenda, concerne i numeri dei combattenti partigiani. Esistono soltanto i dati della vulgata resistenziale, raccolti con lo scopo di accreditare una moltitudine imponente, mentre le cifre vanno drasticamente ridimensionate. E' soprattutto ora di escludere dal conto quelli che "si sono scoperti partigiani" a partire dal 26, 27, 28 ecc. aprile 1945. Quelli che sono saliti sul carro dei vincitori, insomma, antichissima tradizione italica.
- altra favola, l' unità politica e morale della Resistenza, sempre più formale che sostanziale. Non c'è solo la tragedia di Porzius, massacro comunista di partigiani non comunisti. Sono infatti innumerevoli i casi di contrasti, scontri, delazioni, e rese dei conti brutali tra le varie fazioni resistenziali.