Lavora, consuma, crepa.....

Governo: "amianto sì grazie!"


È stato l'ennesimo tentativo. Questa volta ce l'hanno fatta.
Alla chetichella, senza dar troppa pubblicità, il governo Berlusconi ha fatto passare all'interno del maxidecreto Legge-Manovra 004 un cambiamento ai "benefici previdenziali ai lavoratori esposti all'amianto" (la vecchia legge n. 257/92 e n. 274/93).

L'art.47 del maxi decreto legge descrive le nuove condizioni per accedere a queste condizioni:


Il decreto legge è già entrato in vigore dal 1 ottobre;
La maggiorazione previdenziale è ridotta (da un coefficente di 1/5 ad uno di 1/25 – cioè tre mesi ogni anno di esposizione anziché i sei mesi per ogni anno di esposizione rispetto a prima);

Le maggiorazioni previdenziali non potranno più essere, come requisiti minimi, per accedere alla pensione, ma solo per determinare la misura della stessa;

Si introduce un livello minimo di esposizione (cento fibre/litro come valore medio su otto ore al giorno);


Si introduce anche un tempo di 180 giorni dal 1 ottobre per poter effettuare richieste di benefici.

Per chi come l'Associazione Esposti Amianto ed altri rischi ambientali (A.E.A.) non è una sorpresa perché anche i precedenti governi hanno disatteso la legge costringendo i lavoratori a lotte e a ricorrere alla Magistratura per veder applicata una legge dello Stato.
La Magistratura, anche se non in maniera uniforme, ha introdotto tutti i possibili ostacoli inventando interpretazioni vergognose, pur di ritardare e non concedere l'applicazione di questi diritti ai lavoratori. Ma la tenacia di questi, e della A.E.A. e dei Sindacati di Base che si erano perlopiù fatti carico di sostenere questo interesse dei lavoratori sono comunque riusciti a garantire i benefici previdenziali ad alcune migliaia.

È parte di un decreto legge quindi a validità limitata, da confermare quindi dopo 60 giorni in una legge vera e propria.
Un periodo questo dove l lotte e le iniziative sul problema in tutti i suoi aspetti dovranno essere intensificati.

Ancora migliaia sono i lavoratori che non hanno ottenuto questi benefici previdenziali ma che già si sono messi in movimento, comprese alcune intere categorie come i ferrovieri dove il comportamento "mafioso" delle varie imprese ferroviarie succedutesi è riuscito a condizionare l'INPS per non concedere tali diritti, e che non si sono neppure dichiarate disponibili a fare accordi, seppur riduttivi come è avvenuto nella maggioranza delle altre categorie interessate.
L'art. del decreto legge di cui si parla reintroduce la presenza di un valore limite (100 fibre/litro) ad un cangerogeno valore non scientifico che non difende la salute e smentito da un buon numero di casi di lavoratori e cittadini morti di malattie correlate all'amianto, anche se la loro esposizione è avvenuta a quantità di gran lunga inferiori al limite definito.

I morti per amianto stanno aumentando in maniera vertiginosa: di conseguenza dovranno essere aumentate le lotte e le procedure di richiesta di danno biologico.

Non poca importanza anche qui hanno avuto l'INPS e l'INAIL con il loro atteggiamento di non concessione delle maggiorazioni pensionistiche, anche negando l'evidenza. Il loro atteggiamento perlopiù ha favorito le imprese in barba al loro essere Enti Pubblici.

Una lotta ancora più forte e decisa ci aspetta, il problema dell'amianto e delle sue conseguenze sulla salute è tutt'altro che terminato ma anzi sarà ulteriormente aggravato dall'emanazione di questo decreto legge.

emmebi

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Saluti