Risultati da 1 a 7 di 7
  1. #1
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    Predefinito L'incognita del Partito della Nazione



    Verso il Partito della Nazione
    Ultima modifica di Florian; 09-10-09 alle 08:14
    SADNESS IS REBELLION

  2. #2
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    Predefinito Rif: Verso il Partito della Nazione

    Innanzitutto vorrei dire che, se quello di "Partito della Nazione" sarà il nome scelto in via definitiva, si tratta di un bellissimo nome. Fa appello infatti a due capisaldi della politica democratica e liberale, quali il partito e la nazione. Il partito, finalmente, al posto di liste, leghe, alleanze e cartelli vari. Qualcosa che esprime radicamento e solidità. Nazione perchè mai come oggi c'è bisogno di un rinnovato spirito patriottico per andare oltre gli egoismi campanilistici.
    Il Partito della Nazione vuol essere un partito di ispirazione cristiana ma aperto a contributi liberali e riformisti. E' quanto hanno fatto i popolari spagnoli e i democristiani tedeschi della CDU. L'ancoraggio al PPE è infatti assodato. Si tratta solo di controbattere le spinte populiste e demagogiche che hanno purtroppo caratterizzato l'alleanza berlusconiana e di aprire le porte ai delusi dell'Ulivo e della politica gridata e sterilmente conflittuale.

    A me sembra un progetto interessante per un conservatore. Poi vedremo se i fatti che seguiranno saranno pari alle attese.
    SADNESS IS REBELLION

  3. #3
    Vi tengo d'occhio
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    Predefinito Rif: Verso il Partito della Nazione

    Citazione Originariamente Scritto da Florian Visualizza Messaggio
    Innanzitutto vorrei dire che, se quello di "Partito della Nazione" sarà il nome scelto in via definitiva, si tratta di un bellissimo nome. Fa appello infatti a due capisaldi della politica democratica e liberale, quali il partito e la nazione. Il partito, finalmente, al posto di liste, leghe, alleanze e cartelli vari. Qualcosa che esprime radicamento e solidità. Nazione perchè mai come oggi c'è bisogno di un rinnovato spirito patriottico per andare oltre gli egoismi campanilistici.
    Il Partito della Nazione vuol essere un partito di ispirazione cristiana ma aperto a contributi liberali e riformisti. E' quanto hanno fatto i popolari spagnoli e i democristiani tedeschi della CDU. L'ancoraggio al PPE è infatti assodato. Si tratta solo di controbattere le spinte populiste e demagogiche che hanno purtroppo caratterizzato l'alleanza berlusconiana e di aprire le porte ai delusi dell'Ulivo e della politica gridata e sterilmente conflittuale.

    A me sembra un progetto interessante per un conservatore. Poi vedremo se i fatti che seguiranno saranno pari alle attese.
    A me sembra l'ennesima democristianata che tende a strizzare l'occhio al meridione, da sempre sensibile al "fascino" democristiano. Mi viene da ridere quando sento Casini parlare di riformismo e di nuovo; mi da la nausea il becero e finto nazionalismo, buono solo a stimolare le anime belle sempre in cerca di un nuovo modo di riciclarsi. Il riferimento ,poi,alle "spinte populiste e demagogiche che hanno caratterizzato l'alleanza Berlusconiana" è quanto di più demagogico e contraddittorio potesse dire il leader udc, politico navigato che per salvarsi dal naufragio si aggrappa alla scialuppa del più vecchio e stantio modo di fare politica.
    NON VOTO NEL REALE,NON VOTO NEL VIRTUALE....GRAZIE!

  4. #4
    Iterum rudit leo
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    Predefinito Rif: Verso il Partito della Nazione

    Mah, a me il concetto di nazione non piace particolarmente, mi sento più vicino a quello di patria, semmai. Inoltre, mi pare che da un lato sia contraddittorio accostare Nazione e Partito (la nazione è una, i partiti sono tanti) e dall'altro un po' arrogante, quasi totalitario.
    La mente del sapiente si dirige a destra
    e quella dello stolto a sinistra.
    (Ecclesiaste 10, 2)


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  5. #5
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    Predefinito Rif: Verso il Partito della Nazione

    Può darsi che il nascituro partito sia una gran cazzata. Può essere, come può essere pure che un domani rimpiangerò Berlusconi e il suo conflitto d'interesse. Perchè in italia al peggio non c'è mai fine.

    A questo punto io mi tiro fuori. Andate avanti voi che avete le idee più chiare di me. Sono stanco.
    SADNESS IS REBELLION

  6. #6
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    Predefinito Rif: Verso il Partito della Nazione

    Dicevo ieri che al peggio non c'è mai fine. Oggi ne ho avuto una parziale conferma. Se il Partito della Nazione prospettato da Casini sarà lo stesso immaginato da Montezemolo, allora si fottano!

    * * *



    Progressisti nazionali, unitevi

    Il Foglio, 8 Ottobre 2009


    Nel giorno della sentenza sul Lodo Alfano, ma anche del 438° anniversario della battaglia di Lepanto, vinta dalle forze cristiane su quelle islamiche, Luca Cordero di Montezemolo ha inaugurato le attività del suo laboratorio di idee molto glamorous e ben frequentato, Italia Futura, nella sontuosa sala della Galleria Colonna di Roma, affrescata proprio con le immagini della battaglia che nel 1571 ha segnato la vittoria del mondo occidentale su quello ottomano. L’occasione era la presentazione, assieme a Gianfranco Fini ed Enrico Letta, delle proposte del pensatoio, affidate a Irene Tinagli, per superare l’immobilismo sociale italiano, ma sotto le volte celebranti la più epocale delle battaglie dell’era moderna, sia Montezemolo sia Fini hanno provato a smorzare i toni dello scontro e a superare il “bipolarismo infantile” e la “logica del derby perenne” di questi mesi.
    “Noi non abbiamo nulla a che fare con un partito o un movimento politico”, ha detto Montezemolo, ma la gran folla di banchieri e imprenditori, di giornalisti e politici in realtà ha gremito la Galleria Colonna proprio per interpretare le intenzioni politiche del presidente della Fiat e capire le potenzialità del pensatoio diretto da Andrea Romano.
    Montezemolo ha chiarito subito che non sta lavorando a un complotto politico, che non auspica la caduta del governo Berlusconi e che non è interessato alle manovre centriste di cui si parla in queste settimane: “E’ francamente inaccettabile che si rivolgano accuse di complotto contro chi vuole rendere più ricco e vivace il dibattito delle idee”, ha detto Montezemolo citando come modelli il conservatore Sarkozy e il liberal Obama. E, poi, “in Italia è in carica un governo pienamente legittimato da un ampio mandato elettorale, che io auspico completi la legislatura e che deve essere giudicato sulla base dei risultati”. Il promotore di Italia Futura ha aggiunto che “il governo, su molte questioni, stia svolgendo bene il proprio compito” e poco prima, in un’intervista al direttore di SkyTg24 ha detto di avere “qualche dubbio” che tra gli elettori del Pd ci possano essere rappresentanti del mondo industriale.
    Lo scenario a cui lavora Montezemolo, dicono al Foglio i suoi collaboratori, “non è un take-over dell’Udc, anche perché sarebbe ridicolo”. L’operazione Italia Futura, giurano, non c’entra nulla nemmeno con i piani di Francesco Rutelli e con tutto il resto del gran movimento centrista. L’idea, raccontavano ieri nei corridoi della Galleria Colonna, è di girare l’angolo, di guardare oltre, di superare l’eterna transizione italiana e di guardare a che cosa succederà tra cinque anni, quando per ragioni anagrafiche e politiche si aprirà una grande contesa sulle idee e in particolare sulla leadership sia a destra sia a sinistra.
    La proposta politica si articola intorno a una filosofia di “progressismo nazionale”, come amano chiamarla dentro il pensatoio, che nelle intenzioni è orientata a occupare lo spazio del centrosinistra moderato creato dalla crisi profonda del Partito democratico, ma senza per questo rinunciare a rivolgersi all’elettorato berlusconiano e a chi in questi anni ha colto la forte carica popolare del premier. I temi scelti da Italia Futura, sottolineano i montezemoliani, sono di “sinistra liberale”, un po’ meno i protagonisti e la location. Alla Galleria Colonna, infatti, s’è parlato di mobilità sociale e di ambiente, ma anche di ambiente, mentre le prossime iniziative pubbliche di Italia Futura, budget da 200 mila euro annui, saranno sui maestri elementari (tra due mesi), sull’incrocio tra sanità pubblica e privata (marzo) e, a seguire, sull’industria culturale. (chr.ro)


    Camillo Archivio Progressisti nazionali, unitevi
    Ultima modifica di Florian; 09-10-09 alle 07:58
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  7. #7
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    Predefinito Rif: L'incognita del Partito della Nazione

    Citazione Originariamente Scritto da Florian Visualizza Messaggio
    Può darsi che il nascituro partito sia una gran cazzata. Può essere, come può essere pure che un domani rimpiangerò Berlusconi e il suo conflitto d'interesse. Perchè in italia al peggio non c'è mai fine.

    A questo punto io mi tiro fuori. Andate avanti voi che avete le idee più chiare di me. Sono stanco.
    Citazione Originariamente Scritto da Florian Visualizza Messaggio
    Dicevo ieri che al peggio non c'è mai fine. Oggi ne ho avuto una parziale conferma. Se il Partito della Nazione prospettato da Casini sarà lo stesso immaginato da Montezemolo, allora si fottano!

    * * *



    Progressisti nazionali, unitevi

    Il Foglio, 8 Ottobre 2009


    Nel giorno della sentenza sul Lodo Alfano, ma anche del 438° anniversario della battaglia di Lepanto, vinta dalle forze cristiane su quelle islamiche, Luca Cordero di Montezemolo ha inaugurato le attività del suo laboratorio di idee molto glamorous e ben frequentato, Italia Futura, nella sontuosa sala della Galleria Colonna di Roma, affrescata proprio con le immagini della battaglia che nel 1571 ha segnato la vittoria del mondo occidentale su quello ottomano. L’occasione era la presentazione, assieme a Gianfranco Fini ed Enrico Letta, delle proposte del pensatoio, affidate a Irene Tinagli, per superare l’immobilismo sociale italiano, ma sotto le volte celebranti la più epocale delle battaglie dell’era moderna, sia Montezemolo sia Fini hanno provato a smorzare i toni dello scontro e a superare il “bipolarismo infantile” e la “logica del derby perenne” di questi mesi.
    “Noi non abbiamo nulla a che fare con un partito o un movimento politico”, ha detto Montezemolo, ma la gran folla di banchieri e imprenditori, di giornalisti e politici in realtà ha gremito la Galleria Colonna proprio per interpretare le intenzioni politiche del presidente della Fiat e capire le potenzialità del pensatoio diretto da Andrea Romano.
    Montezemolo ha chiarito subito che non sta lavorando a un complotto politico, che non auspica la caduta del governo Berlusconi e che non è interessato alle manovre centriste di cui si parla in queste settimane: “E’ francamente inaccettabile che si rivolgano accuse di complotto contro chi vuole rendere più ricco e vivace il dibattito delle idee”, ha detto Montezemolo citando come modelli il conservatore Sarkozy e il liberal Obama. E, poi, “in Italia è in carica un governo pienamente legittimato da un ampio mandato elettorale, che io auspico completi la legislatura e che deve essere giudicato sulla base dei risultati”. Il promotore di Italia Futura ha aggiunto che “il governo, su molte questioni, stia svolgendo bene il proprio compito” e poco prima, in un’intervista al direttore di SkyTg24 ha detto di avere “qualche dubbio” che tra gli elettori del Pd ci possano essere rappresentanti del mondo industriale.
    Lo scenario a cui lavora Montezemolo, dicono al Foglio i suoi collaboratori, “non è un take-over dell’Udc, anche perché sarebbe ridicolo”. L’operazione Italia Futura, giurano, non c’entra nulla nemmeno con i piani di Francesco Rutelli e con tutto il resto del gran movimento centrista. L’idea, raccontavano ieri nei corridoi della Galleria Colonna, è di girare l’angolo, di guardare oltre, di superare l’eterna transizione italiana e di guardare a che cosa succederà tra cinque anni, quando per ragioni anagrafiche e politiche si aprirà una grande contesa sulle idee e in particolare sulla leadership sia a destra sia a sinistra.
    La proposta politica si articola intorno a una filosofia di “progressismo nazionale”, come amano chiamarla dentro il pensatoio, che nelle intenzioni è orientata a occupare lo spazio del centrosinistra moderato creato dalla crisi profonda del Partito democratico, ma senza per questo rinunciare a rivolgersi all’elettorato berlusconiano e a chi in questi anni ha colto la forte carica popolare del premier. I temi scelti da Italia Futura, sottolineano i montezemoliani, sono di “sinistra liberale”, un po’ meno i protagonisti e la location. Alla Galleria Colonna, infatti, s’è parlato di mobilità sociale e di ambiente, ma anche di ambiente, mentre le prossime iniziative pubbliche di Italia Futura, budget da 200 mila euro annui, saranno sui maestri elementari (tra due mesi), sull’incrocio tra sanità pubblica e privata (marzo) e, a seguire, sull’industria culturale. (chr.ro)


    Camillo Archivio Progressisti nazionali, unitevi
    Personalmente neppure io ho idee molto chiare; avrai notato anche tu che mi destreggio fra una difesa quasi pavloviana del Premier e ragionamenti più soppesati sulle difficoltà e le storture della leadership del Cavaliere. E' una situazione bloccata, segnata dallo stallo. Vorremmo un nuovo centrodestra, ma Fini e Casini non ci convincono poi del tutto, e non sappiamo bene se la fine di Berlusconi poterà ad una rigenerazione, o alla morte definitiva del centrodestra. Siamo pronti al "salto nel buio"? Vogliamo davvero affidarci al Partito della Nazione? Cosa verrà dopo? Il conservatorismo troverà spazio, o siamo di fronte a progetti paludosi di stampo centrista, o peggio ancora di stampo liberal-progressista? Berlusconi non è un politico; ma politici pur di razza come Fini e Casini possono offrire garanzie e rassicurazioni sul fatto di poter rappresentare delle guide per i conservatori? O si trasformerà tutto in una bolla di sapone, o in politiche oscene, per nulla accettabili? Ma se Berlusconi condurrà a morte, insieme a lui, il centrodestra, senza alcuna successione valida, e quindi al caos, all'anarchia, potremo mai perdonarci di non esserci affidati ad altri per tempo? Regna tanta confusione...

 

 

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