Inchiesta «Caccia in Europa» pubblicata sulla rivista «Caccia più»
Caccia, regole più severe in Francia e Spagna
In Francia le specie cacciabili sono ben 64, ma sono quasi ovunque vietati i richiami vivi
In Francia i proprietari dei terreni, sulla base della nuova legge approvata nel 2000, contestata dai cacciatori, possono rifiutarsi di concedere il diritto di caccia nelle aree private. Inoltre i proprietari di terreni di almeno 20 ettari possono mantenere per sé il diritto di caccia.
In Spagna, secondo Paese Europeo per numero di cacciatori (un milione) la legislazione è completamente legata al principio della proprietà privata. In Francia le specie cacciabili sono ben 64, ma sono quasi ovunque vietati i richiami vivi. Dopo la Francia, si possono cacciare più specie in Italia (43, grazie alle ultime deroghe), Svezia (38), Danimarca (35) Grecia (33) Austria (32), Regno Unito (31), Spagna e Germania (30 specie). Il più severo di tutti il Lussemburgo (appena 4 specie cacciabili). I dati sono contenuti nell'inchiesta «Caccia in Europa» pubblicata sulla rivista «Caccia più», frutto di una ricerca sui siti web delle maggiori federazioni e associazioni venatorie o delle riviste specializzate.
In Francia l'apertura della caccia per il 90% dei cacciatori è fissata al 31 agosto a tortora, palmipedi, rallidi e quaglia, mentre al Nord va dall'8 al 29 settembre. Chiusura il 31 gennaio, come in Italia. A causa delle restrizioni i cacciatori francesi hanno fondato un partito di cacciatori, pescatori e agricoltori che ha ottenuto circa il 4% alle ultime elezioni provinciali, e alle ultime europee anche qualche seggio europarlamentare. In Francia la licenza di caccia può costare 114 euro (dipartimentale) o 270 (nazionale). «Un cacciatore può spostarsi anche in altri ambiti territoriali ma se la mobilità è teoricamente illimitata - si legge nell'articolo a firma di Federico Merli - in pratica il cacciatore francese è molto più “confinato” di quello italiano a causa dei vantaggi concessi a residenti e proprietari». Una curiosità: esistono licenze di caccia una tantum per la durata di 9 giorni.
Per quanto riguarda la Spagna, la licenze di caccia è regionale e varia da 43 a 60 euro, ma una battuta di caccia «controllata» al cinghiale può costare oltre 210 euro, e al colombaccio in estate 420. La Spagna prevede anche battute di caccia «esclusive» a caprioli e cinghiali in aree quali Coto El Mencio, da 1.600 euro tutto compreso. In Spagna la chiusura per tutte le specie va dal 19 gennaio al 2 febbraio.
L'articolo della rivista ricorda, a proposito delle date di chiusura della caccia che, secondo la direttiva Europea, il prelievo venatorio sugli uccelli è vietato dal momento in cui comincia la migrazione di ritorno ai quartieri di nidificazione, dunque la Sicilia dovrebbe, ad esempio chiudere prima di Veneto e Lombardia. «Siamo imbarazzati - si legge nello studio - perché ci pare che una buona parte del mondo venatorio stia un po' perdendo la bussola, alla ricerca di facili consensi».
(Fonte Ansa)