La lezione dei Nobel per l'Italia
di Alberto Oliverio

ROMA (6 ottobre) - I Nobel per la Fisica sono stati assegnati a ricerche svolte in grandi aziende e in centri di ricerca privati. Non si tratta della prima volta ma di un trend che vede aziende e fondazioni al centro di studi estremamente innovativi e competitivi, si tratti appunto della fisica come della biologia o di altri settori scientifici.

Purtroppo l’Italia è al di fuori di questa tendenza per diversi motivi: da un lato esiste un pregiudizio ideologico nei confronti del privato, dall’altro una carenza di investimenti legata a ragioni diverse. Tra queste, la complessità di innestare centri di ricerca privati nell’università, di ottenere agevolazioni fiscali, di raggiungere una massa critica in un paese in cui la piccola-media industria domina la scena nazionale.

Ancor oggi molti continuano a distinguere tra ricerca pura e applicata in quanto si sono formati e appartengono a un’era in cui le barriere erano più nette, i ricercatori di base un’elite accademica mentre quelli dell’industria venivano considerati come ricercatori di seconda categoria: ma i tempi sono drasticamente cambiati e gran parte della ricerca privata non è diversa da quella pubblica. E’ un aspetto su cui dobbiamo riflettere: At&T, Bell Laboratories e tanti altri centri di ricerca nell’ambito delle telecomunicazioni, dell’energia, della genomica e del farmaco drenano ormai premi Nobel e attraggono ricercatori di prim’ordine. Ciò non avviene soltanto negli USA ma anche in alcuni paesi della vecchia Europa (Inghilterra, Francia, Germania) o dell’Asia.

I Nobel per la fisica, sono stati assegnati ieri a tre scienziati -Willard Boyle (canadese), George Smith (statunitense) e Charles Kao, (nato a Shanghai e vissuto tra Hong Kong e Londra) che hanno lavorato nel laboratori della multinazionale At&T, dei Bell Laboratories. Le loro ricerche hanno innovato la nostra vita quotidiana perché grazie ad esse usiamo telecamere e macchine fotografiche digitali e trasmettiamo o riceviamo dati grazie alle fibre ottiche che sono alla base delle telecomunicazioni. L’assegnazione di questi Nobel, e di altri del recente passato, sottolinea il fatto che non esiste più una rigida linea di confine che separi la ricerca “di base” da quella “applicata”: una scoperta in campo biomedico, apparentemente lontana da traguardi applicativi, può invece trovare rapide applicazioni in campo terapeutico, zootecnico, agroalimentare, ambientale. Ad esempio, le modifiche delle caratteristiche genetiche dei batteri possono rivoluzionare la chimica alimentare, lo smaltimento dei rifiuti, la protezione dell’ambiente.

Inoltre, mentre un tempo erano necessari anni per trasferire conoscenze di base in applicazioni pratiche, oggi sono spesso sufficienti pochi mesi per passare da alcune conoscenze della fisica o della biologia alle loro applicazioni alla vita quotidiana. Il cellulare che tutti usiamo è passato nel giro di qualche anno da dimensioni monumentali, come indicano i film degli anni Ottanta, a un oggettino che è una summa di conoscenze dell’informatica, della fisica, della scienza dei materiali ecc. In Italia, purtroppo, questa trasformazione degli scenari della ricerca non viene percepita appieno e ciò contribuisce a determinare un forte ritardo nello sviluppo della ricerca privata, ritardo legato a due ordini di motivi: da un lato in passato, ma non di rado anche oggi, il privato veniva considerato in termini di bieco profitto, lontano dalla “purezza” della scienza istituzionale; dall’altro i grossi gruppi privati non trovano sufficienti incentivi, ad esempio una piena defiscalizzazione dei fondi dedicati alla ricerca.

L’Italia è caratterizzata da una moltitudine di piccole-medie industrie che non hanno sufficienti possibilità e capacità di investire in ricerca: bisognerebbe favorire consorzi e forme di aggregazione che assicurino quelle innovazioni tecnologiche senza di cui il nostro paese rischia di allontanarsi sempre più da quelli in grado di dominare la scena mondiale.
La lezione dei Nobel per l'Italia - Il Messaggero


Un articolo da incorniciare.