COLPO DECISIVO AI TEOREMI DELLE TOGHE ROSSE


Svolta nel processo sul delitto del giornalista di "Op"
Delitto Pecorelli, il pg:
"Assolvete Andreotti"

ROMA - Assolvere Giulio Andreotti per non aver commesso il fatto. E' la richiesta del Procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani nelle conclusioni del suo intervento all'udienza delle sezioni unite della Suprema Corte nel processo sul delitto Pecorelli. Ciani ha affermato che "tutti gli elementi indiziari sono privi di consistenza e che non c'è nemmeno la prova di un consenso tacito". IL Pg ha chiesto l'assoluzione anche per l'altro imputato, il boss Gaetano Badalamenti. Sia Andreotti che Badalamenti, assolti in primo grado, erano stati condannati a 24 anni di carcere dalla Corte d'Assise d'Appello di Perugia il 17 novembre del 2002. Ad avviso del Pg Ciani, contro Andreotti ci sono solo "congetture prive di supporto probatorio". A suo avviso, la teoria del "consenso tacito di Andreotti all' omicidio di Pecorelli" non ha alcun riscontro.

Si può, al massimo, parlare di "consenso presunto che non può trovare ingresso in tema di responsabilità penale". Inoltre, il Pg ha rilevato che l'amicizia tra i cugini Salvo e Andreotti non era così forte da far presumere che essi si impegnassero a far uccidere dalla mafia Pecorelli per eventuali articoli che il giornalista stava per pubblicare, e che avrebbero nuociuto alla carriera del politico democristiano.

E ancora, Ciani ha fatto notare come non ci sia alcuna prova che testimoni il fatto che il generale Dalla Chiesa avrebbe consegnato documenti importanti sulla prigionia di Moro a Pecorelli, dai quali Andreotti sarebbe stato messo in cattiva luce.
- Pubblicità -


Bacchettate sulla sentenza della corte d'assise d'appello di Perugia, sono venute dalla requisitoria del Pg anche per quanto riguarda le "argomentazioni difensive", che sono state del tutto "ignorate".
In conclusione, si tratta di un classico caso di "infedeltà della sentenza al processo". Ciani ha chiesto, infine, anche l'annullamento senza rinvio della condanna per Gaetano Badalamenti, condannato anche lui - come Andreotti - a 24 anni di reclusione.

Soddisfatto l'avvocato di Andreotti, Giulia Bongiorno: "E' uno squarcio di luce che speriamo illumini anche i supremi giudici nella decisione che dovranno prendere in camera di consiglio". In particolare, il legale ha sottolineato di "aspettare la sentenza e non dare nulla per scontato, anche se è chiaro che dopo un processo così delicato e complesso, che dura da 10 anni, la requisitoria del pg culminata nell' accoglimento di tutti i nostri motivi di ricorso, è motivo di grande soddisfazione professionale".


(29 ottobre 2003