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Notiziario del Campo Antimperialista .... 4 novembre 2003
itacampo@antiimperialista.it

"L'Iraq è il fronte principale. I nemici della libertà ci oppongono laggiu' una resistenza disperata e devono essere sconfitti". G.W. Bush




*I promotori informano che la manifestazione nazionale di appoggio al popolo iracheno che resiste, prevista per sabato 6 dicembre, a causa della concomitanza con quella sindacale contro la politica economica del governo Berlusconi, e' stata posticipata di una settimana, a sabato 13 dicembre.*



Il Campo Antimperialista aderisce alla manifestazione di sostegno
*al popolo iracheno che resiste* prevista per il prossimo 13 dicembre.
Per informazioni e adesioni scrivere ai promotori: 13dicembre@iraqlibero.net
oppure telefonate al NUMERO VERDE 800 031 533

Questo Notiziario contiene:



1. 10 Euro a testa per la resistenza Irachena
2. Iraq: intervista esclusiva al compagno Ahmed Karim sulla situazione in Iraq
3. Se questo non e' scandaloso cos'e'?

Il Forum Sociale Europeo esclude Cuba

4. La decima domanda. Basta con l'accusa di antisemitismo!








1. 10 Euro a testa per la resistenza Irachena

Aumentano i versamenti di sottoscrizione per la Resistenza...



Invitiamo chiunque abbia a cuore la causa della liberazione dell'Iraq a sostenere la campagna a favore della Resistenza irachena. Come in altri paesi anche in Italia abbiamo aperto un Conto Corrente Postale. Chi voglia farlo da un ufficio postale usi queste semplici coordinate:
Emanuele Fanesi, CCP n. 46676698. Nella causale specificare: IRAQ.

Chi voglia fare un bonifico bancario intesti come segue:
Emanuele Fanesi, CCP n. 46676698. CIN: Q - Cod. ABI:07601 - CAB: 03000 -
Nella causale specificare: IRAQ.

La cifra raccolta sara' devoluta alla Alleanza Nazionale Irachena (Opposizione Patriottica), il cui Presidente e' Jabber al Kubaysi, al tempo fondatore del partito Baath, dalla meta' degli anni '70 noto oppositore di sinistra del regime di Saddam Hussein. Garante di questa raccolta e' il compagno Awni Al Kalemji, primo rappresentante all'estero e portavoce ufficiale della Resistenza.


2. Iraq: intervista esclusiva al compagno Ahmed Karim sulla situazione in Iraq


³Noi comunisti iracheni partecipiamo alla resistenza senza i dirigenti reazionari del partito²
Intervista ad Ahmed Karim, storico fondatore del Partito comunista iracheno e oggi leader della Opposizione Patriottica del Partito Comunista Iracheno.

Campo Antimperialista: Come valuti lo sviluppo della resistenza?

Ahmed Karim: Francamente non mi aspettavo una espansione talmente rapida del movimento di resistenza. Molti avevano riposto tutte le loro speranze nell´esercito iracheno e sono rimasti frustrati dal tradimento dell´alto comando. Sul piano dell´organizzazione popolare, prima dell´attacco non è stato possibile preparare quasi nulla, nonostante avessimo chiesto al regime di Saddam Hussein di garantirci un minimo di libertà elementari in cambio del nostro sostegno contro l´aggressione americana. In ogni caso, al di là della reazione riluttante di Saddam, era comunque troppo tardi. Considerando queste circostanze, lo sviluppo della resistenza è maggiore di quanto ci saremmo aspettati. La resistenza militare ha radici salde ed è sostenuta dalle grandi masse delle classi povere e non solo da queste. E la resistenza continua ad aumentare _ anche grazie alle terribili atrocità perpetrate dall´esercito occupante. Non dobbiamo inoltre dimenticare che abbiamo il forte sostegno delle masse arabe e almeno la simpatia della maggioranza della popolazione mondiale. Anche in Europa molte persone sono dalla nostra parte anche se non osano esprimersi apertamente. Ora è davvero troppo tardi perché gli Stati Uniti possano prendere una posizione più morbida e riuscire ad addormentare la resistenza. Ogni iniziativa da essi adottata porta verso una nuova escalation.

CA: Pensi che il ³Consiglio Provvisorio² possa riuscire a stabilizzare la situazione ad un punto tale da permettere agli Stati Uniti di trasmettere il potere ad un regime fantoccio?

AK: No, il Consiglio è diventato parte del problema e non la sua soluzione. L´esercito americano ne deve proteggere i componenti, li deve nutrire e pagare ed essi cominciano a chiedersi se non sia meglio tornare a casa. Il Consiglio ha perso anche la minima parvenza di credibilità tra le masse popolari, se mai ne ha avuta. Questo si comprende anche dal fatto che alcuni elementi delle forze irachene che sostenevano gli Usa ed erano da loro organizzate nell´alleanza di Londra, oggi si oppongono al Consiglio. Ció non indica in alcun modo un cambiamento del loro subdolo ruolo, ma con questa mossa essi cercano di accrescere il loro peso davanti ai loro padroni.

CA: Come commenti la partecipazione del Partito Comunista Iracheno al Consiglio Provvisorio americano?

AK: Si tratta della peggior cosa che avrei mai potuto immaginare. Prima di questo incredibile tradimento la leadership era già moribonda a causa del suo implicito sostegno all´embargo genocida e all´aggressione militare. Con questa nuova scelta i dirigenti del partito si sono completamente bruciati, sono morti. Ogni comunista degno di questo nome deve essere in prima fila nella resistenza, con le masse. Chiunque serva l´occupazione è un nemico del popolo e merita di essere combattuto.

CA: Non credi che ciò evochi opposizioni e divisioni all´interno del Partito Comunista e dell´ambiente comunista?

AK: Mentre la leadership del partito sta aprendo uffici nei luoghi che si trovano sotto la protezione delle forze di occupazione americane, molti comunisti voltano le spalle al partito e raggiungono le fila della resistenza. Il partito comunista che un tempo fu il più forte partito dell´Iraq è ora come un cadavere. Ma questa crisi mortale, questa agonia del partito sta producendo opposizione anche all´interno del comitato centrale. Non tutti sostengono questa linea suicida. Presto ci saranno delle divisioni.

CA: Cosa pensano di fare i comunisti antimperialisti per costruire un´ala comunista della resistenza?

AK: Innanzitutto parteciperemo con ogni mezzo alla resistenza e ai suoi tentativi di costruire un fronte comune di liberazione nazionale. Soltanto attraverso la lotta potremo riuscire a ricostruire il movimento comunista. Per quanto riguarda i resti del Partito Comunista, organizzeremo una conferenza proprio a Baghdad. La leadership tenterà di sabotare i nostri tentativi ma noi procederemo con o senza di essa. All´iniziativa si affiancherà una lettera aperta dei comunisti patriottici che ha ricevuto il sostegno da parte di quasi tutti i partiti comunisti arabi. Nessun partito sostiene l´occupazione americana e il suo Consiglio Provvisorio. Essi sostengono la nostra posizione.

CA: Quali ritieni siano le possibilità per la costruzione di un fronte nazionale di resistenza?

AK: Il fronte rappresenta una urgente necessità ed io sono sicuro che presto o tardi nascerà. Alla fine riusciremo a trovare un ponte per superare le differenze esistenti tra i dirigenti delle forze nazionaliste, islamiche e comuniste. Al livello popolare la cooperazione è già evidente poiché la resistenza non è un fatto religioso o confessionale ma un problema di autodeterminazione nazionale e sociale. Tuttavia non è possibile prevedere quanto tempo sarà necessario a forgiare il fronte. Occorre tenere presente che l´occupazione dura soltanto da sei mesi mentre noi siamo stati privati della vita politica per decenni. Abbiamo bisogno di tempo per costruire la dirigenza e il comando centrale necessari.

CA: È vero che il problema politico principale per la resistenza è la relazione con la leadership sciita?

AK: Non esiste una leadership sciita comune. Da una parte vi è il clero che pensa soltanto a mantenere il proprio ruolo. Esso si oppone all´occupazione non per principio ma in quanto essa ne mette in pericolo gli interessi. Dal canto loro gli Stati Uniti hanno già capito che il loro Consiglio Provvisorio non li condurrà lontano e che hanno bisogno di altri pilastri. Per questo motivo stanno corteggiando alcuni leader del clero come hanno fatto con l´Ayatollah al-Hakim. D´altra parte occorre tener presente che ci sono milioni di sciiti estremamente poveri. Essi erano comunisti ed ora seguono Muqtada al-Sadr il quale si sta opponendo realmente all´occupazione. Essi difendono principalmente i loro interessi di classe ivi compresa l´indipendenza dall´imperialismo e ció indipendentemente dal fatto che seguano il Partito Comunista o al-Sadr. A tal riguardo basti ricordare quanto diversa è stata la reazione delle masse sciite nelle due occasioni dell´uccisione di al-Hakim e dell´attacco ad al-Sadr. Per al-Hakim essi hanno espresso il proprio dolore in modo tradizionale, per testimoniargli onore, ma quando gli Stati Uniti hanno minacciato al-Sadr essi hanno circondato la sua casa costituendo una sorta di resistenza militare contro il suo arresto, arresto che infatti è stato impedito. Il processo in merito alla definizione del ruolo politico del clero non è ancora terminato e sarà oggetto di ulteriori conflitti. Il suo risultato è decisivo per la resistenza _ come sanno bene anche gli Stati Uniti. Purtroppo essi sono potenti e troveranno sempre qualcuno pronto a collaborare.

CA: Cosa ti aspetti dal movimento mondiale contro la guerra?

AK: Abbiamo assolutamente bisogno di questo movimento e su più livelli. Innanzitutto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna per esercitare pressione nei confronti dei guerrafondai e per forzarli a ritirare le truppe. In secondo luogo per esercitare pressione sui governi europei affinché non giustifichino retroattivamente l´aggressione e l´occupazione dando soldi o inviando truppe, anche se ciò dovesse essere fatto sotto la copertura delle Nazioni Uniti. I cani da guardia americani e britannici devono essere progressivamente isolati. In terzo luogo la resistenza ha bisogno di sostegno politico diretto come quello dato dal Campo Antimperialista. La risoluzione adottata ad Assisi che invoca apertamente la vittoria della resistenza e che è stata sottoscritta da decine di organizzazioni in tutto il mondo è stata diffusa in Iraq e ha incoraggiato il movimento di resistenza. Attendiamo anche i risultati della manifestazione internazionale contro l´occupazione e in favore della resistenza prevista il 6 dicembre a Roma. Se migliaia e migliaia di persone dovessero manifestare per esprimere il proprio sostegno sarebbe un colpo politico importante contro i nostri nemici e i loro collaboratori europei, mediorientali e iracheni.

Vienna, 27 ottobre 2003



3. Se questo non e' scandaloso cos'e'?

Il Forum Sociale Europeo esclude Cuba



Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Gia' in altre occasioni (Porto Alegre ad esempio) il Forum sociale mondiale aveva esluso dai suoi lvaori movimenti di liberazione, organizzazioni rivoluzionarie, forze antimperialiste. Questa volta la cupola del Forum Sociale ha passato il segno. In vista del Forum Sociale Europeo che si svolgera' a Parigi a meta' novembre, sono stati esclusi i compagni cubani. Questa esclusione è gravissima e scandalosa perche' avviene mentre gli imperialisti accentuano il loro strangolamento della rivoluzione cubana --pochi mesi fa l'Unione Europea e il governo Berlusconi si sono associati agli U.S.A. nel sostenere il blocco dell'isola.
I compagni cubani, contro questa decisione hanno duffuso un'indignata nota di protesta e convocato *TUTTI GLI AMICI DI CUBA A MANIFESTARE PER IL GIORNO 11 NOVEMBRE ALLE ORE 16, PRESSO LA CGT DI PANTAN, A PARIGI, ALL'ATTO DI SOLIDARIETA' CON CUBA* affinche' sia accettata ai lavori del Forum Sociale.
Il Campo Antimperialista aderisce deciso all'appello cubano e cerchera' di inviare una sua delegazione alla manifestazione dell'11 novembre.
Chiunque voglia esprimere solidarieta' contatti l'ambasciata cubana in Italia. Chi fosse interessato a partecipare alla manifestazione di Parigi e' pregato di segnalarcelo subito al nostro indirizzo: campoantimperialista@libero.it

ps

Cosa dicono di questa esclusione i compagni italiani che stanno nel Forum, che si vantano di esserne portavoce e di essere al contempo antimperialisti? Pensano sia possibile tacere ancora? Stanno con ATTAC e le socialdemocrazie europee o dalla parte di Cuba?


4. La decima domanda. Basta con l'accusa di antisemitismo!


La decima domanda (o meglio le ovvie risposte) di un innocuo questionario commissionato dalla Unione Europea ha provocato un vero terremoto politico. La grande maggioranza dei cittadini europei, secondo il sondaggio, ritiene che Israele e gli USA siano le principali minaccie per la pace mondiale. Contro questa consapevolezza basata sul buon senso, si sono scatenati gli innumerevoli e potenti amici di Israele e degli USA. Antisemitismo! hanno gridato. Fini e Fassino, Berlusconi e Prodi, Ciampi e Rutelli, (fino a Bertinotti che se l'e' presa anche lui con il questionario *...fatto male* sic!). Chi avesse avuto dei dubbi sul fatto che gli schieramenti politici italiani sono entrambi omologhi, anzi, gemelli siamesi sulle questioni politiche davvero decisive, e' servito. E' una vera vergogna che leader politici che si dicono *democratici*; oltre a cercare di criminalizzare le minoranze antimperialiste, siano sfrontati al punto di criminalizzare e insultare... la maggioranza assoluta delle persone in Europa. E' mai possibile che chiunque pensi la verita' e consideri Israele uno stato razzista e guerrafondaio sia bollato come *antisemita*? Questo e' un intollerabile terrorismo psicologico, un terrorismo mediatico rozzo, stile Goebbles, che non solo non fara' cambiare idea alle persone sane di mente, ma che si rovesciera' prima o poi su chi scaglia l'anatema dell'antisemitismo. In realta' i politicanti di regime sono spaventati perche' la maggioranza dei cittadini, almeno in questa occasione, si dimostra meno succube della propaganda filosionista di quanto gli stessi politicanti pensino. E' un brutto segno per i tiranni della democrazia antidemocratica, un buon segno per le forze antimperialiste, che rappresentano il comune sentire nonostante i loro modesti mezzi. Mai come ora vale il vecchio adagio: la verita' non solo fa male al potere, e' sempre rivoluzionaria.