Dal Corriere:


Preoccupano i dati dei mesi di settembre e ottobre. Colpa della carenza di ordini
Bergamo, autunno di crisi

Il ricorso alla cassa integrazione è cresciuto del 45% rispetto allo scorso anno


BERGAMO - E’ autunno di passione per molti lavoratori bergamaschi. Già il rientro dalle ferie era stato più amaro del solito di fronte alla flessione, nel mese di settembre, dei posti di lavoro che ha coinvolto per la prima volta anche la provincia, fino ad allora soltanto lambita dalla crisi economico-produttiva. Ora, sul tavolo di sindacati e imprenditori arrivano altre cifre preoccupanti. In settembre e ottobre c’è stato un massiccio ricorso alla cassa integrazione (Cig). Nel confronto con l’analogo bimestre del 2002 l’incremento è stato del 45 per cento. Questo significa, in pratica, che l’aumento della Cig è stato di 180 mila ore.
«Sono numeri che dimostrano quanto siano giuste le preoccupazioni del sindacato - sottolinea Mario Gualeni, segretario provinciale della Cisl -. Purtroppo, il mondo produttivo bergamasco è in sofferenza. Mi auguro si tratti soltanto di un dato congiunturale». Il presidente dell’Unione industriali, Andrea Moltrasio, invita a far bene i conti: «È vero che negli ultimi due mesi c’è stato un forte aumento del ricorso alla cassa integrazione, ma su base annua la situazione non è troppo pesante. Il rallentamento dell’economia sta facendo sentire i suoi effetti, certo. Auguriamoci che ci sia al più presto una ripresa forte, e soprattutto strutturale».
A settembre le imprese bergamasche avevano ottenuto complessivamente 333.353 ore di cassa integrazione: oltre 78 mila in più rispetto allo stesso mese del 2002. A ottobre la situazione s’è aggravata: si è passati dalle 138.748 del 2002 alle 238.482 di quest’anno, un incremento secco di 100 mila ore.
Questa crescita marcata all’utilizzo della cassa integrazione è dovuta al rallentamento dell’attività produttiva e, in particolare, alla carenza di ordini. Per smaltire le scorte di magazzino senza intaccare i livelli d’occupazione molte aziende hanno dovuto far ricorso alla cassa integrazione.
«Stiamo assistendo a una perdita di competitività complessiva del sistema bergamasco - osserva il segretario provinciale della Cgil, Maurizio Laini -. Le esportazioni hanno accusato un forte calo e nel contempo le imprese hanno tassi di innovazione tecnologica fra i più bassi. Il valore aggiunto è debole e fatica a emergere. Si è in questa situazione perché, non potendo competere all’estero per carenza di innovazione, si combatte solo sul fronte dei costi senza poter contare sulla ciambella di salvataggio che in passato era rappresentata dalla svalutazione della moneta».

Cesare Zapperi